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Contestazione al Bo pro Palestina, tre denunciati per violenza privata: «Non ci fermeremo»

Gli studenti, militanti di Potere al Popolo e Spazio Catai, si trovavano tra gli spettatori di una conferenza a Palazzo Bo, dove erano presenti altri rappresentati delle istituzioni come il ministro Bernini, il sindaco Giordani e la rettrice Mapelli

«Lunedì 20 novembre alcuni studenti dell'Università di Padova hanno contestato la ministra Bernini chiedendo il cessate il fuoco in Palestina. Gli studenti, militanti di Potere al Popolo e Spazio Catai, si trovavano tra gli spettatori di una conferenza a Palazzo Bo, dove erano presenti altri rappresentati delle istituzioni come il sindaco Giordani e la Rettrice Mapelli. Durante la contestazione hanno mostrato delle bandiere palestinesi. Tre studenti sono stati trascinati fuori dall’aula e spintonati dalla polizia in borghese, per poi essere identificati e denunciati per violenza privata»: inizia così la nota di Potere al Popolo e Spazio Catai su quanto accaduto l'altro giorno nell'Aula Magna del Bo.

Per la Palestina

Proseguono i militanti di Potere al Popolo e Spazio Catai, guidati da Riccardo Fasano: «Come si può verificare dai video, la reazione delle forze dell'ordine alla contestazione è spropositata e deliberatamente intimidatoria. Il dissenso degli studenti viene trattato come un problema di ordine pubblico. Le mobilitazioni per la Palestina stanno riportando le università ad essere un luogo di dibattito e quindi anche di conflitto. Le istituzioni reagiscono alle nostre richieste con repressione e denunce, uso della forza, ritorsioni penali. La ministra Bernini sa che gli studenti delle università italiane non la pensano come il suo governo. Non ha perso occasione di delegittimare settimane di mobilitazioni e occupazioni, descrivendo chi protesta come degli antidemocratici fannulloni. Noi invece continuiamo a far sì che si possa dire la verità nei luoghi dove ci formiamo, mentre il governo a mezzo stampa continua una becera campagna di deumanizzazione del popolo palestinese. La verità è che siamo di fronte ad un genocidio, una pulizia etnica che non avverrebbe senza la complicità di governi e istituzioni occidentali. Lo pensiamo noi e lo pensano i popoli di tutto il mondo, che stanno infatti manifestando per una Palestina libera dall'occupazione sionista. Chiedere il cessate il fuoco è un dovere a cui non possiamo sottrarci. Per tutte le persone morte a Gaza e in Cisgiordania: non staremo in silenzio».

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