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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Trebaseleghe

Caso Grafica Veneta, il presidente Franceschi: «Ho ricevuto minacce di morte, no al processo sommario»

Il clamore è tale che alla dirigenza di Grafica Veneta sono arrivati attacchi aggressivi e minacce di morte. Il presidente Fabio Franceschi si dice solidale con i lavoratori sfruttati e al contempo difende l'azienda

Il caso che ha coinvolto il colosso dell’editoria di Trebaseleghe, Grafica Veneta, ha suscitato un grande clamore. Al punto che il presidente dell’azienda, Fabio Franceschi, riferisce di aver ricevuto minacce di morte.

La nota

«Mi trovo costretto a denunciare l’incresciosa campagna diffamatoria nei confronti di Grafica Veneta e dei suoi vertici. Nonostante la vicenda giudiziaria sia ancora in una fase istruttoria, siamo già travolti da sentenze pubbliche e mediatiche. Tali comportamenti non sono degni di uno Stato che vuole dichiararsi 'di diritto' e che garantisce costituzionalmente la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva – si legge in una nota – Grafica Veneta è stata e sarà sempre un'azienda che rigetta qualsiasi penalizzazione o sfruttamento di tutti i lavoratori. Siamo convinti che ciò sarà dimostrato in sede giudiziale, facendo luce sulla trasparenza dell'operato delle persone coinvolte e di tutti i dipendenti dell'azienda. E, eventualmente, condannando coloro i quali, esterni a Grafica Veneta, hanno compiuto simili, vergognosi, reati. A tutte le persone che si sono trovate a subire la menomazione della propria umanità, prima ancora che della propria professionalità, rivolgo la mia più sentita solidarietà. In questi giorni sono giunte a diversi rappresentanti aziendali, me compreso, messaggi intimidatori, talvolta diffamatori e addirittura contenenti minacce di lesioni o di morte. Non posso e non possiamo restare inermi di fronte a tutto questo. Pertanto, ci riserviamo di tutelare in tutte le sedi la reputazione e l'incolumità, morale e fisica, di tutte le persone che animano la nostra realtà. Non accetterò mai un processo sommario, in pubblica piazza, e una messa alla gogna di tali dimensioni su una vicenda che, sono certo, presto sarà chiarita e che vedrà Grafica Veneta e tutte le sue persone estranee a qualsiasi ipotesi di reato. Non permetterò a nessuno – conclude – di mettere in discussione decenni di lavoro svolto da parte delle oltre 600 persone del mio Gruppo che io considero come una grande famiglia. Un operato che si è sempre contraddistinto per chiarezza, onestà e trasparenza. Ma soprattutto, costantemente volto allo sviluppo della nostra comunità di riferimento, che ci auguriamo non ci volti le spalle di fronte a tali, violentissimi, attacchi».

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