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Bilancio di genere del Bo: nessuna docente ordinaria donna a Medicina

Approvato dal Senato accademico, il bilancio di genere analizza la situazione all'interno dell'Ateneo. Se in alcuni ambiti le donne sono prevalenti, ancora sono poche nei settori scientifici: non ci sono docenti donne di I fascia a Medicina

Il tetto di cristallo è intatto. Il Bo ha redatto il bilancio di genere in riferimento al 2019 e sembra che persista la situazione degli anni passati: poche studentesse iscritte a corsi scientifici e poche docenti in I fascia. Uno scenario che ricalca quello nazionale.

Studenti

Nel 2019 si sono iscritte 31.021 ragazze contro 27.699 ragazzi, un numero più alto rispetto all’anno precedente quando si sono iscritte 30.680 femmine e 27.250 maschi. Il numero superiore è attribuibile, secondo il team che ha redatto il bilancio, agli studenti che hanno deciso di iscriversi all’università dopo le superiori che sono sempre di più. L’elemento da notare è la segregazione orizzontale, cioè ci sono dei corsi di laurea quasi completamente frequentati da donne e altri da uomini. Un esempio è il settore dell’istruzione dove si sfiora il 90 per cento di presenza femminile, oppure l’assistenza sociale dove il 74 per cento degli iscritti è donna. Gli uomini continuano a prevalere nei corsi scientifici come nell’area di informatica (89 per cento). Un aumento negli anni, tuttavia, si è riscontrato. Ad esempio, se continuiamo a considerare informatica, le donne sono passate dal costituire il 9 per cento degli studenti tra il 2012 e il 2013 all’11 per cento per l’anno accademico 2018-2019. Per quanto riguarda le borse di dottorato, nell’ultimo anno accademico si sono immatricolati 219 donne e 253 uomini. In quello precedente erano 197 donne e 256 uomini.

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Docenti

Complessivamente le docenti sono 830 su una popolazione di 2.268 professori: nel 2018 si parlava di 804 donne tra 2.201 docenti. In I fascia, la più alta, troviamo 130 donne e 417 uomini, contro i dati del 2018 che fanno notare 122 donne e 410 uomini. Ma anche in II fascia le donne risultano in numero nettamente inferiore: sono 368 contro 639 maschi, all’incirca la metà. In alcune aree didattiche le donne sono in minoranza in tutti i ruoli (Scienze della terra, Scienze fisiche, Scienze matematiche e informatiche, Ingegneria civile e architettura, Ingegneria industriale) mentre in altre la differenza si nota soprattutto i I e II fascia (Scienze mediche, Scienze agrarie e veterinarie, Scienze politiche e sociali). Ma ci sono anche 4 aree dove le donne sono in netta maggioranza in tutti i ruoli e sono Scienze biologiche, Scienze dell’antichità, Scienze storiche e Scienze giuridiche. Non ci sono docenti donne in I fascia a Ingegneria civile, edile e ambientale e nemmeno a Medicina. Da notare anche la disparità tra i sessi nel settore della dirigenza: su 13 dirigenti, solo 4 sono donne (nel 2018 erano 3 su 11). Tra i prorettori, invece, c’è più uguaglianza dato che ci sono 7 prorettrici e 6 prorettori.

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Le azioni

Il Bo ha messo in campo alcune attività per cercare di colmare il gender gap. Esiste il Comitato unico di garanzia per le pari opportunità che verifica che non vi siano discriminazioni di sorta, e c’è anche la Consigliera di fiducia alla quale ci si può rivolgere in caso di mancate tutele o per molestie sessuali. Ma c’è anche la Difensora civica che fornisce consulenza per garantire imparzialità e nel triennio 2017-2019 ha recepito 162 ricorsi di cui il 57 per cento da parte di studentesse.

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