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Scuola

La preside sequestra i cellulari durante le lezioni, in 300 studenti protestano all'Itis Marconi

Avrebbe introdotto delle cassette in cui inserire il cellulare per tutto l’arco della giornata, escludendo personale Ata e docenti da eventuali responsabilità in caso di furto o danneggiamento. Sulla manifestazione si tuffa la destra: «Meglio spendere i soldi per valorizzate la nostra identità veneta e italiana»

Circa trecento studenti dell’Itis G. Marconi di Padova hanno deciso di protestare contro le scelte della dirigenza scolastica che ha deciso di "sequestare" i cellulari ai ragazzi. La Preside dell’istituto infatti avrebbe introdotto delle cassette in cui inserire il cellulare per tutto l’arco della giornata, senza che tuttavia, né personale Ata né docenti si prendano responsabilità in caso di furto o danneggiamento. «È inaccettabile che uno studente non possa ricorrere all’utilizzo del proprio telefono in casi di emergenza, - dichiarano in una nota congiunta i quattro rappresentanti d’istituto - ma ancora più scandaloso è che a risentirne sono studenti e famiglie che in caso di furto si ritroverebbero a ricomprare a spese proprie il dispositivo, rendendosi così responsabili di imposizioni che non dipendono da loro. Lo scopo della protesta è ottenere un passo indietro da parte della preside. Se così non fosse, continueremo la nostra lotta».

Azione studentesca

Lorenzo Moro di Azione Studentesca, il movimento politicamente più a destra nelle scuole, dichiara: «Eravamo presenti anche noi ragazzi di Azione Studentesca davanti la scuola questa mattina (lo striscione dai riconoscibili caratteri è il loro, ndr). Vogliamo esprimere la nostra solidarietà agli studenti: è inconcepibile che le istituzioni scolastiche decidano di sequestrare il cellulare deresponsabilizzando i ragazzi, trattandoli come bambini a cui va tolto il gioco. Non ci aspettiamo questo dalla scuola che vorrebbe renderci adulti».

La politica

Il movimento di estrema destra poi aggiunge, rivendicando nostalgicamente la propria "individualità" veneta e italiana: «Inoltre ci chiediamo se i fondi per questi armadietti non possano essere utilizzati in modo diverso, ad esempio aiutando i rappresentanti degli studenti ad invitare qualche ospite interessante in assemblea d’istituto, oppure promuovendo gite per valorizzare la nostra identità veneta ed italiana. Ci attiveremo non solo per le strade, ma anche attraverso gli organi di rappresentanza studentesca come la Consulta degli studenti, affinché il tema sia portato all’attenzione delle istituzioni e venga ascoltata la nostra voce. Ci aspettiamo risposte chiare dalla preside, siamo pronti a scendere in strada di nuovo con gli studenti, per gli studenti».

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