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Stefano Marchetti: «Antonucci? So che gli manca Cittadella... Cassano è un giocatore vero»

Entusiasmo e voglia di chiudere al meglio il girone d'andata. Il direttore generale granata è pronto per questo rush finale del 2023 contro Spezia ed Ascoli

Alla vigilia delle ultime due gare del 2023, rispettivamente contro lo Spezia in casa e l'Ascoli in trasferta a Santo Stefano, il direttore generale del Cittadella Stefano Marchetti fa il punto della situazione dai microfoni di Rigorosamente Cittadella. Dopo sei risultati utili consecutivi, c'è un'aria serena nello spogliatoio, al tempo stesso il dirigente granata vuole che la concentrazione resti altissima: «In zona playoff si sta benissimo, c'è quella tranquillità mista ad entusiasmo che ci fa giocare con la voglia di mettersi in gioco tutte le partite. Scendiamo in campo senza ansia e voglia di strafare, con la voglia di non sederci sugli allori proprio ora. Ci sono tante cose belle al momento. Ho vinto tante battaglie, ora mi piacerebbe vincere la "guerra". La battaglia c'è ogni domenica e le vivo con tensione, la guerra è il tuo obiettivo».

Chiaro il riferimento a quelle due parole "Serie A" che al Tombolato è difficile sentire pronunciare a qualcuno. Forse anche per questo, l'emblema di queste prime quindici giornate è il gruppo, con già dodici marcatori diversi andati a segno. Segno che le individualità, in un complesso che suona lo stesso spartito, possono esaltarsi e andare a 3000 anche giocando meno: «Più che parlare di singolo, mi piace sottolineare quanto chi sta giocando meno ha qualità importanti. Dietro c'è gente giovane, di qualità, che può crescere e che non sta trovando spazio perché chi scende in campo sta facendo molto bene. La rosa è completa in tutti i reparti, in grado di permettere a Gorini e il suo staff di lavorare a ritmi altissimi. Quando ti alleni forte, i risultati si vedono anche in partita. Abbiamo un pressing e un ritmo intenso tutte le gare». 

Proprio dal marchio di fabbrica del Cittadella, la riconquista del pallone in zona ultra offensiva e a tutto campo, Marchetti è ripartito dopo la difficile annata dello scorso anno, coronata comunque con una splendida salvezza all'ultima giornata: «La scorsa stagione abbiamo fatto qualcosa di grandioso, perché non è mai facile rialzarsi dalle zone pericolose e portare a casa la salvezza.Raggiungerla mi ha dato stress e gioia allo stesso tempo. Oggi, per quanto mi riguarda, è frenesia. Vedo un gruppo coeso, che cresce. Nemmeno noi sappiamo quale possa essere la nostra forza. Sono molto fiducioso. E poi anche il mister e lo staff sono in crescita. Hanno in mano la categoria, è un bel momento. Dove arriveremo? Dipenderà da quanto sapremo stare sul pezzo. Con il girone di ritorno e il mercato inizia un altro campionato».  Questo mercato proprio non ci voleva, ma abbiamo le spalle larghe. Se l'anno scorso non vedevo l'ora arrivasse, quest'anno non rende felice, perché può destabilizzare la testa di qualche giocatore, anche se vedo ragazzi maturi in rosa. Voglio che sappiano che sono nel posto migliore in questo momento. Per tanti potrebbe essere l'annata della loro vita. Sinceramente non vorrei toccare nulla in questa squadra. A chi mi chiede una punta dico che il contesto Cittadella è diverso rispetto alle altre e delle mie punte sono contento. Pandolfi? É un giocatore da "menare" ogni giorno. Io metaforicamente lo faccio! Caratterialmente è il ragazzo più buono del mondo, calcisticamente se riesce a levarsi delle pause dal suo gioco diventa difficilissimo da marcare perchè è completo. A volte tende ad accontentarsi ed io farò di tutto perché questo non avvenga. In avanti le frecce ci sono».

Stefano Marchetti a tutto campo, ancora più legato al mondo granata dopo aver rifiutato in estate le corte serrata del Napoli: «Il Cittadella e il lavoro sono la mia passione. Vivo ancora ogni partita come se scendessi in campo. Sono diventato più bravo con gli arbitri? Credo sia un mix di cose. Quando vengo espulso spesso i direttori di gara pensano che abbia perso la testa, ma in realtà cerco di dare segnali al gruppo, all'ambiente o ai giocatori. Verrò ancora espulso, ma se posso evitarlo sono l'uomo più felice del mondo. Tutti vogliono vincere, anche nelle partitelle. Arbitrare non è facile. Vedo Musso o Donazzan quando dirigono le sfide di fine allenamento che qualche "vaffa" se lo prendono serenamente».

E tra un "vaffa" e una partitella ad alta intensità, Gorini da ottobre ha scoperto di avere a disposizione un centrale difensivo che gli sta risolvendo tanti problemi nel gioco aereo: Stefano Negro. «Se sono sorpreso dal suo rendimento? Al contrario, ero sorpreso che un giocatore simile fosse libero. Negro ha qualità importanti. Nelle prime giornate avevamo qualche infortunio di troppo in difesa, motivo per cui ad ottobre ho preferito intervenire sul mercato. Sulle sue qualità nessun dubbio, sul fatto che si inserisse in modo così forte mi rende contento. É un professionista esemplare, ha voluto fortemente il Cittadella, dimostrando entusiasmo e voglia di conquistarsi la B da protagonista. Ho rifletttuto a lungo se fare quest'operazione o meno. Aggiungo un dettaglio: dietro a Pavan e Negro ci sono giovani forti come Angeli, Sottini e Cecchetto. Credo tutti e tre avranno un grande futuro. Vedo tanta qualità dietro. Oggi c'è la possibilità di gestire gli infortuni o il turn over, in cui resti sempre competitivo. Se ripenso alla Coppa Italia con la Cremonese, se c'era una squadra che meritava di passare era il Cittadella».

Di retrocessa in retrocessa, all'antivigilia di Natale, ecco lo Spezia del grande ex, Mirko Antonucci: «Contro i liguri vedo pericoli. Loro arrivano da due vittorie di fila. Lo Spezia è costruito per vincere il campionato, ha qualità da vendere e fame. Sta riacquisendo entusiasmo, noi arriviamo da un buon momento. Psicologicamente è una gara difficilissima, da preparare immaginando di averne perse 6 di fila. Serve bava alla bocca, ferocia e rabbia per ottenere un risultato positivo. Oggi cambierei Antonucci con Cassano? Sono due talenti, ma diversi. Credo potrebbero coesistere senza problemi. Antonucci a livello aerobico è una bestia, talvolta innamorato della giocata fine a se stessa. So per certo che Antonucci è legato molto al Cittadella e ancora oggi so quanto gli manchiamo. Cassano per me è una rivelazione assoluta. Ha una maturità non comune per un ragazzo del 2003. Solitamente i 10 sono genio e sregolatezza, ma Cassano è un giocatore vero. Sta limando i suoi difetti con una rapidità devastante. Un esempio? Guardate come svolge la fase difensiva. Tatticamente è molto bravo e non ha paura del contatto fisico e del contrasto. E poi è concreto quando ha il pallone tra i piedi, segnando, mettendo l'assist. Ecco, non fa mai la giocata banale. Anche se sbaglia, fa la scelta giusta. Non si perde mai in giocate frivole. Nel gol contro il Modena il tocco con cui si sposta la palla sul mancino è devastante, nonostante uno stop iniziale impreciso. Ha una fame di vittorie incredibile. Ora serve tenerlo tranquillo, anche su lui parla poco. Dobbiamo dargli le giuste responsabilità».

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