A Bovolenta "oltraggio" alla Festa della Repubblica
È stata presentata come "festa della Repubblica", ma in realtà si è trattato dell'inaugurazione di piazza Matteotti. La cerimonia si è conclusa con un rinfresco offerto dalla Pro Loco nell'adiacente e storica "Ponta". L'arciprete don Luciano Lazzari ha celebrato la messa con l'omelia di circostanza ed impartito la benedizione contemporaneamente al taglio del nastro da parte del sindaco Vittorio Meneghello, che per l'occasione indossava con orgoglio il basco dei paracadutisti della "Folgore".
Presenziavano i due rimasti combattenti, l'Associazione Carabinieri in congedo del Piovese con le rispettive benemerite, il Gruppo Alpini di Terrassa, dei membri della Protezione Civile ed alcuni assessori e consiglieri comunali. Erano invitate le famiglie dei bambini nati nel 2012 e 2013 cui veniva consegnata una pergamena e nominativamente dedicati alcuni arbusti posti a dimora nelle aiuole della piazza. Certi genitori erano assenti e qualche genitore ha voluto dissociarsi dal partecipare invitando l'amministrazione a non pronunciare il nome del loro figlio ed a non riportarlo nelle targhette affisse ai cespugli: ne era stata data preventiva comunicazione al Comune poiché essi intravedevano una strumentalizzazione di innocenti bambini in una autocelebrazione di lavori il cui finanziamento è stato vivacemente discusso.
Il discorso del sindaco, improntato ad uno spirito celebrativo della costituzione della Repubblica con resoconti di natura amministrativa locale, è stato pacato salvo un passaggio accennando di non voler rispondere in quella sede a certe polemiche sull'opera inaugurata. Infatti è stato più volte contestato l'impiego di fondi resi disponibili a seguito dell'alluvione per rifare una piazza che non è stata intaccata dall'evento calamitoso del 2 novembre 2010 tanto che, in merito, sembra stiano indagando gli organi giudiziari.
Mentre con enfasi si svolgeva la cerimonia si è notato che sulla targa che dedica la piazza al martire socialista era posto un mazzo di vecchi fiori di plastica ormai consunti dagli anni e decolorati, e sotto la targa era posto un cassonetto delle immondizie. Disgustato di tale sgradevole evidenza, un cittadino ha allora spostato il cassonetto, ha tolto i vecchi fiori di plastica subito sostituendoli con un mazzo di decorosi fiori freschi. Molti dei presenti si sono rammaricati non comprendendo se la mancata sostituzione dei fiori sulla lapide sia dovuta a negligenza, sciatteria o dimenticanza oppure sia stata voluta poiché contemporaneamente sulla stele dedicata a Salvo d'Acquisto e su quella dedicata ai caduti di Nassirya, erano stati posati due mazzi di fiori ben cellofanati e con la scritta dell'amministrazione comunale sul nastro tricolore che avvolgeva la composizione floreale, e sul monumento ai Caduti era stata posata una corona di alloro. Ancora una volta le polemiche sono pertinenti quando i rappresentanti istituzionali dissacrano la storia della Repubblica quando invece dovrebbero rappresentarne i valori intrinsechi.