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Export agroalimentare, molto bene in Italia. +2,5% nel Veneto

Secondo il Report di Veneto Agricoltura la provincia di Padova detiene il 11% del totale delle esportazioni a livello regionale

Il settore agroalimentare, e il suo export, sono il vero motore trainante per la ripresa economica del Paese. Lo conferma la Coldiretti che in un comunicato sottolinea il fatto che “volano i prodotti alimentari e le bevande Made in Italy all’estero, che fanno segnare un aumento del 12,6 per cento accompagnato da un incremento del 15,4 per cento delle esportazioni di prodotti agricoli”. L’analisi, condotta da Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero a maggio, convince sulla “strategicità del buon cibo italiano nel trainare la ripresa economica in una situazione in cui anche le esportazioni complessive sono risultate stagnanti ad aprile”.


“Il risultato del comparto – sottolinea la Coldiretti - è positivo anche se si considerano i risultati del primo quadrimestre dell’anno in cui le esportazioni sono cresciute dell’8,3 per cento per gli alimentari e del 7,9 per cento per i prodotti agricoli”. Si tratta – sottolinea sempre la Coldiretti - di un trend positivo che conferma l’andamento dello scorso anno con il record di 31,8 miliardi di euro di fatturato all'estero fatto registrare dall’agroalimentare nazionale. Il vino fa la parte del leone: è, infatti, il prodotto agroalimentare più esportato con un valore record di 4,7 miliardi di euro nel 2012. Seguono l’ortofrutta fresca, la pasta e l’olio di oliva.

Anche la regione veneto ha fatto la sua parte: secondo il Rapporto 2012 sulla congiuntura del settore agroalimentare veneto stilato da Veneto Agricoltura a trainare il comparto alimentare regionale sono stati gli ordinativi sul mercato estero, in crescita del 2,5% in media annua, e di conseguenza le esportazioni aumentate del 6% rispetto al 2011, con una performance però in calo durante l’anno. L’incidenza del settore agroalimentare veneto a livello nazionale è leggermente migliorata nel 2012 rispetto all’anno precedente con un incremento in modo particolare proprio delle esportazioni (15,1% invece che 14,8%). Queste, si legge nel Report, sono aumentate per la maggior parte dei comparti, con le eccezioni delle colture agricole non permanenti (--6,3%), le piante vive (-4,2%), i prodotti della selvicoltura (-0,7%), le granaglie, amidi e prodotti amidacei (-2,5%) e soprattutto dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura (-22,1%). Variazioni positive a due cifre per oli e grassi vegetali e animali (+45,9%), prodotti di culture permanenti (+14,5%), frutta e ortaggi lavorati e conservati (+13%), prodotti per l’alimentazione degli animali (+12,1%), prodotti da forno e farinacei (+11%).

L’analisi a livello provinciale evidenzia come Padova detiene il 11% del totale delle esportazioni a livello regionale. La provincia padovana, che insieme a Verona è quella che presenta una specializzazione nel maggior numero dei comparti, si contraddistingue per nel commercio di prodotti di colture agricole non permanenti e permanenti, granaglie, amidi e di prodotti amidacei, di prodotti della silvicoltura, carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne, frutta e ortaggi lavorati e conservati.

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