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Cronaca

Marzano: "Si voleva fare solo un dibattito, ma poi è arrivato Bitonci"

La deputata del Partito Democratico, scrittrice e filosofa, sabato pomeriggio, avrebbe dovuto presentare il suo libro "Papà, mamma e gender" a palazzo Moroni, ma il comune di Padova le ha negato la sala

C'è molta solidarietà attorno a Michela Marzano, deputata Pd, scrittrice e filosofa, che, sabato pomeriggio, avrebbe dovuto presentare il suo libro "Papà, mamma e gender" a palazzo Moroni. Fedele alla linea politica della sua amministrazione, votata a contrastare la diffusione della teoria del gender, il sindaco di Padova Massimo Bitonci ha, infatti, negato la sala comunale, richiesta per l'occasione dall'autrice e dal circolo Tralaltro Arcigay.

MARZANO. Un diniego che fa seguito a quello ricevuto dalla libreria per ragazzi Pel di Carota, e che alimenta le polemiche già accese nelle scorse settimane. "Si voleva fare solo un dibattito su 'Papà, mamma e gender', per fare chiarezza, dare strumenti critici, difendere i diritti di tutti e di tutte, e poi è arrivato Bitonci", commenta Marzano, la "censura" da parte del primo cittadino leghista alla presentazione del suo libro. "Dalle sue dichiarazioni, mi sembra che il sindaco Bitonci sia fuori asse completo - ha dichiarato - evidentemente non ha capito che a me interessano la chiarezza, il rigore e la serietà, questi sono i motivi che mi hanno spinta a scrivere il libro, e continuerò a parlarne perché l'unica cosa che mi interessa è la promozione dell'uguaglianza. Qui l'unica persona che sta strumentalizzando questa polemica per fini politici è lui. Bitonci vietando che un dibattito abbia luogo nelle sale comunali ostacola la libertà di parola, di opinione e di espressione".

GASSMANN, DE BORTOLI, GAD LERNER. Alle critiche espresse dal circolo Arcigay Tralaltro, promotore dell'iniziativa "cassata" dal Comune, dal deputato padovano del Partito Democratico Alessandro Zan, e dalla libreria delle donne Lìbriamoci, che ospiterà la presentazione del libro "incriminato", si aggiunge il coro degli utenti del social network: sono in molti ad esprimere vicinanza alla scrittrice, non da ultimo l'attore Alessandro Gassmann, già direttore artistico del teatro stabile del Veneto, che in altre occasioni si già schierato contro le posizioni "proibitive" del primo cittadino. Oltre a lui, dalla parte della scrittrice si sono schierati, sui social network, anche il giornalista Gad Lerner e Ferruccio De Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera.

MORETTI. "Bitonci non creda di averla vinta - ha dichiarato la capogruppo del Pd in Consiglio regionale Alessandra Moretti - in Veneto la cultura della democrazia è un valore che appartiene alla cittadinanza e che deve essere rispettato, soprattutto da chi ha il dovere di rappresentare gli elettori, tutti, non solo alcuni. Negare una sala comunale alla filosofa e deputata del Pd Michela Marzano è un gesto che indigna ma che non ci lascia inerti. Rilanciamo: Michela venga parlarci del suo libro - che, per la precisione, non avvalora alcuna inesistente teoria gender - in tutto il Veneto. Organizzeremo con lei un vero e proprio tour. O vogliamo alzare i muri anche contro la cultura?". 

M5S. "Il sindaco Bitonci a Padova ha negato l’ennesima sala pubblica chiesta da una associazione per presentare un libro che a lui non piace - interviene la deputata del Movimento 5 Stelle Silvia Benedetti - adesso basta. Deposito una interrogazione parlamentare perché questa escalation di omofobia e razzismo che la Lega sta alimentando seminando panico e disinformazione va frenata". 

SCALFAROTTO. "L'orribile censura a Michela Marzano è l'ultimo incredibile ed ignobile episodio di oscurantismo di stampo totalitario che vede protagonista un'amministrazione di centrodestra - dichiara Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme - spero che il Veneto democratico voglia reagire a questa incredibile serie di eventi. Rimane la gravità di una censura per la quale esprimo con forza il mio sdegno di cittadino e la mia affettuosa solidarietà a Michela Marzano".

BITONCI. Dal canto suo, il sindaco non intende retrocedere di un passo, e chiama in causa ancora una volta la mozione approvata in consiglio comunale, contro la promozione della teoria del gender. "Nel marzo scorso - aggiunge Bitonci - si è tenuta una conferenza dal titolo 'Difendere la famiglia per difendere la comunità', con ospite, fra gli altri, il professor Massimo Gandolfini, direttore del dipartimento di Neuroscienze e primario neurochirurgo dell'ospedale poliambulanza di Brescia. Allora, il deputato di Sel, poi convenientemente passato al Pd, Alessandro Zan, parlò di 'schiaffo alla città', di 'convegno omofobo', di iniziativa che promuoveva 'l'odio sociale'. La stessa Arcigay, a cui non è stata concessa la sala per una serata sul gender, organizzò un sit-in di protesta, per ostacolare lo svolgimento della conferenza sulla famiglia naturale e mettere il bavaglio agli ospiti, che poterono esprimersi solo grazie all'intervento delle forze dell'ordine. Non accetto critiche - prosegue - da una parlamentare del Partito Democratico, che oggi assume il ruolo di paladina della libertà, mentre, di fatto, sostiene una ideologia liberticida, violenta e totalitaria. L'onorevole Marzano, infatti, si nasconde dietro ad un titolo accademico, per promuovere un tema strettamente politico, cioè che l'educazione dei figli debba essere demandata agli insegnanti e non sia compito dei genitori. Questo accade nei regimi totalitari. Da genitore, prima che da sindaco, difenderò la libertà di educazione dei padri e delle madri e combatterò contro tutte le ideologie che vogliono negare questa libertà e intendono sostituire il ruolo centrale dei genitori, nell'educazione dei figli, con quello dei cosiddetti 'professionisti dell'educazione'".

SALVINI. In appoggio alla linea seguita dal primo cittadino leghista, c'è il leader del Carroccio, Matteo Salvini, che scrive su Facebook: "Il sindaco di Padova, l'ottimo Massimo Bitonci, ha bloccato una iniziativa di divulgazione della teoria gender. Per la sinistra e' 'un fascista', per me ha fatto solo bene. Giù le mani dai bambini".

DONAZZAN. Dalla parte di Bitonci si schiera anche l'assessore regionale del Veneto, Elena Donazzan: "Apprezzo il sindaco Bitonci per la sua scelta - dice - non solo perché è coerente con i suoi principi ma anche perché rispetta gli impegni presi in campagna elettorale. Chi ha votato Bitonci, come chi ha votato me alle scorse regionali, ha espresso la preferenza per persone che hanno sempre manifestato la propria ferma posizione a sostegno della famiglia e la preoccupazione per le battaglie ideologiche sulla teoria gender". Una posizione ribadita, quella della Donazzan, che già in passato aveva sollecitato le scuole regionali alla "cautela" in merito a tematiche "delicate e afferenti all'educazione della famiglia".

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