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Politica Stanga / Via Giovanni Savelli

Alla Stanga via a un progetto pilota che toglie asfalto e aggiunge alberi

Sono stati piantati in piazza Savelli i primi alberi previsti dall’importante progetto pilota di depavimentazione i cui lavori sono iniziati nello scorso autunno. Un primo intervento a contenimento del fenomeno delle isole di calore e delle cosiddette notti tropicali

«Gli alberi fanno molto di più di quanto possono fare i condizionatori. E non consumano elettricità, non emettono calore, cosa che invece fanno appunto i condizionatori. Pareti verdi, tetti verdi, aree verdi, migliorare anche le condizioni delle zone nelle quali camminiamo e dove ci muoviamo, come marciapiedi e strade, è fondamentale. Indispensabile ridare alla natura spazio, e che si chieda alla natura stessa di collaborare». Il professor Massimo De Marchi guida il gruppo di ricerca del Centro di Eccellenza Jean Monnet sulla giustizia climatica (Dipartimento ICEA, Università di Padova) e del Master di II livello in GIScience e SPR. L'estate scorsa dopo la pubblicazione di due ricerche portate avanti con la sua equipe che dimostrano com'è cambiato il clima nella aree urbane prendendo come riferimento proprio la città di Padova, aveva risposto così alla domanda su cosa bisogna fare per contenere il fenomeno delle isole di calore a Padova e di conseguenza delle cosiddette notti tropicali. «Alleanza tra umanità e natura, questo serve», aveva sottolineato il professore

Così quando durante la presentazione del master plan, il piano d'intenzioni non quindi quello definitivo, si è sottolineato come il parcheggio che sorgerà nel parco delle mura di Sanbenedetto come si chiamerà l'ex Prandina, dovrà essere su un terreno permeabile e alberata, si è compreso che finalmente si cominciano a mettere in atto quelle che sono le indicazioni che arrivano dalla comunità scientifica. E' quindi una buona notizia il fatto che il Comune di Padova abbia individuato, nel grande parcheggio di piazza Savelli, un primo intervento concreto di mitigazione ambientale, sia per quanto riguarda gli impatti idraulici (notevoli superfici impermeabili investite da portate d’acqua meteorica sempre crescenti), sia per quanto concerne le isole urbane di calore. E' chiaro che non può essere un intervento risolutore ma solo un primo concreto passo. Il clima nella nostra città in questi anni è cambiato, per questo servono tanti interventi come quello di piazza Savelli. «A Padova con la nostra azione di studio e di monitoraggio abbiamo riscontrato un aumento significativo di temperatura 1.3 °C dal 1992 ad oggi, di circa mezzo grado ogni decennio. Con l’aumento della temperatura media sono aumentate anche le ondate di calore e le cosiddette “tropical nights”, ossia le notti la cui temperatura minima non scende sotto i 20 °C. Nel 2021 abbiamo avuto 30 giorni all’anno di “notti tropicali”, circa il doppio rispetto alla media del trentennio 1970-2000», aveva spiegato il professor Salavatore Pappalardo, collega del professor De Marchi, la primavera scorsa. 

«Quello messo in atto in Piazza Savelli è un modello che potrà essere replicato in tutti gli interventi in città sia pubblici che privati. Proprio in questo periodo l’Università ha reso noti i primi risultati di una ricerca sulle isole di calore nella nostra città, dalla quale emerge che alla stessa ora, la temperatura di zone totalmente costruite e senza alberi è di ben cinque gradi più alta che di quelle con molto verde come Città Giardino e il Basso Isonzo», sottolinea l’assessore al verde Antonio Bressa facendo riferimento proprio alle ricerche del DIpartimento Icea. «Questo dato evidenzia la necessità di intervenire concretamente per abbassare questa bolla di calore e ciò lo possiamo fare aumentando il numero di piante e alberi nelle nostre piazze e nelle nostre strade.  Oltre al calore questi interventi hanno un impatto anche sulla gestione delle acque piovane che vengono trattenute e assorbite dal terreno invece di essere convogliate immediatamente negli scarichi e da lì nei canali», dice facendo riferimento a un altro effetto molto dannoso dall'eccessiva presenza di cemento. 

L’intervento è finanziato con 829 mila euro dal Ministero dell’Ambiente e prevede di trasformare quella che adesso è una grande area asfaltata priva di verde in una piazza che mantiene i parcheggi a servizio delle attività presenti, - e che avranno una pavimentazione drenante e non più impermeabile come è l’asfalto – percorsi pedonali e ciclabili, un nuovo arredo urbano e una stazione di ricarica per i veicoli elettrici. Ma soprattutto saranno ben 160 i nuovi alberi piantati nell’area, a beneficio della riduzione delle isole dei calore e della capacità di trattenere le acque piovane. I lavori di messa a dimora delle piante proseguiranno nei prossimi giorni, con la previsione di completare tutto l’intervento di riqualificazione verde e sostenibile, entro il mese di marzo.  

«Da un lato gli interventi pubblici devono adottare le metodologie che seguono i cosiddetti principi SUDS (Sustainable drainage system) i quali integrano la presenza del verde e di alberi in tutte le infrastrutture pubbliche. Dall'altro il regolamento edilizio e le norme urbanistiche oggi chiedono significativi standard a verde e parcheggi che siano sempre drenanti e alberati. Siamo impegnati a favorire una conversione verde della città che ci aiuti anche a raggiungere gli obiettivi fissati con la Commissione Europea per l'abbattimento delle emissioni climalteranti entro il 2030. In questo senso il ruolo degli alberi è fondamentale agendo anche come filtri naturali, rimuovendo l'inquinamento atmosferico e assorbendo il biossido di carbonio. Non dimentichiamo, infine, che gli alberi contribuiscono anche a migliorare l'aspetto dell'area urbana, donando un senso di bellezza e tranquillità, come accadrà con l'intervento di Piazza Savelli che trasformerà un'unica distesa di cemento di un'area molto più confortevole per tutti i cittadini che la frequentano», ha concluso l'assessore Bressa. 
Piazza Savelli

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