“Discorsi veri e vera vita”: Umberto Curi e Bruna Giacomini a “Incroci di genere”
Nell’ambito del ciclo di Incroci di genere, che quest'anno è dedicato al tema "Alla ricerca della verità. Società civile, arti, scienze, politica, filosofia", giovedì 3 giugno alle ore 17 Umberto Curi e Bruna Giacomini dell'Università di Padova si confronteranno sul tema “Discorsi veri e vera vita” in un incontro su piattaforma zoom disponibile all’indirizzo https://unipd.link/
In un tempo contrassegnato dalla manipolazione dei fatti, spesso inattingibili a causa della costante alterazione della realtà prodotta dai media, e in cui, al contempo, domina l’imperativo della trasparenza, emerge con forza l’esigenza da parte di donne e uomini di dire la verità sul mondo e su se stessi. Ma dove cercare la verità? E chi è capace di dirla? Su questi grandi temi il Centro di Ateneo Elena Cornaro per i saperi, le culture e le politiche di genere dell’Università di Padova ha organizzato un ciclo di sei dibattiti trasmessi da marzo a oggi.
Bruna Giacomini
Bruna Giacomini, docente di Storia della filosofia contemporanea all’Università di Padova, dopo una prima fase dedicata all’esame dei paradigmi di pensiero di ambito mittel-europeo tra Otto e Novecento (Marx, Weber, Simmel, Luhmann), ha concentrato la sua attenzione sulla questione filosofica dell’alterità quale snodo da cui si dipartono alcuni dei più importanti assi tematici della ricerca del Novecento, interrogando autori quali Lévinas, Derrida, Arendt. In questa prospettiva ha indagato anche alcuni dei principali temi della filosofia femminista contemporanea. Tra le sue pubblicazioni, Relazione e alterità. Tra Simmel e Lévinas (Padova 1999); Straniero/Ospite («Paradosso» 2002); In cambio di nulla. Figure del dono (Padova 2006); «Che cosa ci fa pensare?». Pathos e filosofia in Hannah Arendt («Paradosso» 2012); Idee che accendono la miccia. Politica e violenza nel pensiero di Hannah Arendt (Milano-Udine 2012); «L’altro arriva sempre, in tutti i modi…». Inclusione e ospitalità: due grammatiche a confronto (Firenze 2013); Responsabilità. Perché darsi in-pegno (Milano-Udine 2014); Forme etiche del virile. Il volto dell’altro secondo Emmanuel Lévinas (Padova 2015); Amicizia: una fratellanza di “altro” genere («Gli Argonauti» 2017); Maternità: tra illusione e realtà («Quaderni degli Argonauti» 2017).
Umberto Curi
Umberto Curi dopo aver conseguito la laurea nel 1964 e successivamente la specializzazione nel 1967 in filosofia all'Università degli Studi di Padova, nel 1971 consegue la libera docenza in storia della filosofia moderna e contemporanea, quindi ottiene nel medesimo anno l'incarico di insegnamento di questa disciplina, per diventare assistente ordinario nel 1976, poi professore associato nel 1980 quindi ordinario nel 1986, alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'ateneo patavino, in cui ha anche presieduto il corso di laurea in Filosofia, dal 1994 al 2008. Nel 1995 passa alla cattedra di storia della filosofia, che regge fino al 2008. Ha diretto, per oltre vent'anni, la Fondazione culturale “Istituto Gramsci-Veneto” ed è stato inoltre, per un decennio, membro del Consiglio direttivo della Biennale di Venezia. Formatosi alla scuola di Carlo Giacon, Carlo Diano, Marino Gentile e Paolo Bozzi, ma mantenendo una posizione di indipendenza di pensiero. Forte è la ricerca del "nuovo" e l’impegno teoretico rigoroso, che va oltre il piano strettamente scientifico, in direzione di una partecipazione civile e politica mai assorbita dentro gli schemi dell'ortodossia, bensì ispirata alla massima autonomia del lavoro intellettuale. Successivamente si possono individuare tre fondamentali linee di indagine: la riflessione sul nesso politica-guerra e sulla nozione teoretica di polemos, lungo la linea che congiunge Eraclito a Martin Heidegger; la valorizzazione della narrazione, sia intesa come mythos sia concepita come opera cinematografica; la meditazione su alcuni temi fondamentali dell'interrogazione filosofica, quali l'amore e la morte, il dolore e il destino. Ha vinto l'edizione 2010 del Praemium Classicum Clavarense.
Il Centro di Ateneo Elena Cornaro per i saperi, le culture e le politiche di genere promuove attività di ricerca e formazione in prospettiva di genere con un approccio metodologico-scientifico intersezionale e trans-disciplinare, che coniuga saperi politico-sociali e umanistici, le scienze, la tecnologia, la medicina. Favorisce il trasferimento dei risultati della ricerca sul piano di una didattica innovativa, per formare studentesse e studenti sensibili ai temi dell’uguaglianza, della diversità e della giustizia sociale in ogni ambito professionale. Promuove inoltre la diffusione fra studentesse e studenti, docenti e personale tecnico amministrativo di una piena consapevolezza sulle tematiche di genere all’interno dell’Ateneo e nella società. Contribuisce all’affermazione delle pari opportunità all’interno della comunità di studio, ricerca e lavoro dell’Ateneo anche attraverso ‘innovazioni di genere’, cioè ricerche e applicazioni innovative in quanto sensibili alla variabile sesso/genere. Promuove iniziative pubbliche e collaborazioni con realtà istituzionali, ed espressioni di società civile, volte a creare uno scambio costruttivo fra saperi e pratiche per l’eguaglianza di genere; e rafforza collaborazioni, nazionali e internazionali, con altri centri di ricerca e con iniziative internazionali di ricerca e advocacy per la promozione dell’eguaglianza di genere.