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«Appartamenti sgomberati, palazzine svuotate con scusa di lavori mai iniziati: il quartiere un deserto»

Adl Cobas, Asd Quadrato Meticcio e Pedro chiedono all'Ater di spiegare perché tanta fretta di sgomberare appartamenti occupati o trasferire famiglie da palazzine in gestione all'ente per permettere lavori che poi non sono iniziati. L'iniziativa nel quartiere Palestro

E' trascorso poco più di un anno dallo sgombero della palazzina di via delle Melette al civico 3a, per questo realtà che portano avanti battaglie per il diritto alla casa si sono date appuntamento lì. Adl Cobas, Asd Quadrato Meticcio e Pedro chiedono all'Ater di spiegare perché tanta fretta di sgomberare appartamenti occupati o trasferire famiglie da palazzine in gestione all'ente per permettere lavori che poi non sono iniziati. 

Spiega Riccardo Ferrara di Adl Cobas che «Ater ha preteso uno sgombero, anche violento, per poi lasciare le palazzine in uno stato di reale abbandono. Si è sempre voluto descrivere le occupazioni come qualcosa di sbagliato e di negativo, criminalizzandole, mentre invece spesso è l'unico modo per dare un tetto a chi è in difficoltà e allo stesso tempo, con azioni di recupero si salvaguarda davvero edilizio popolare». Dello stesso avviso Mattia Boscaro dell'Asd Quadrato Meticcio che sottolinea: «Al 2 e al 4, civici di via delle Melette, sono due anni che sono un cantiere. Da marzo 2022 è cominciato uno svuotamento simultaneo che non ha logica. Abitanti di 13 palazzine che sono stati fatti spostare in altre zone. Un centinaio di famiglie in meno. Con che logica si fa questo se poi il risultato è che le scuole rimangono senza bambini e i negozi di vicinato senza clienti?». 

«Per cambiare rotta sul serio, occorrono fondi per un effettivo rilancio dell'edilizia pubblica e politiche pubbliche mirate a promuovere la residenzialità, attraverso una rigorosa regolamentazione degli affitti a breve termine. Ancor di più, serve la costruzione di movimenti dal basso in grado di rivendicare la casa come diritto universale e valore d'uso e non di mero scambio commerciale, attraverso progetti di riappropriazione collettiva, autorecupero e rigenerazione dell'immenso patrimonio immobiliare pubblico che nel nostro paese conta migliaia di stabili e strutture abbandonate».

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