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Salvate dai biologi marini dell'UniPd e dai volontari di Legambiente due tartarughe in difficoltà

Due tartarughe marine Caretta caretta rinvenute a Bibione nei giorni di Pasqua. Enti ed associazioni protagoniste di un recupero da manuale

Un fine settimanale pasquale intenso per chi è impegnato ad aiutare e a difendere specie marine, in particolare le tartarughe "caretta caretta". Si tratta della specie più comune nel mar Mediterraneo. Domenica 31 marzo un esemplare adulto è stato purtroppo ritrovato spiaggiato senza vita. Lunedì 1 aprile, invece, un esemplare giovane e ancora vivo, di circa 30 cm di lunghezza, è stato soccorso sulla battigia. In entrambi i casi, la macchina della solidarietà si è attivata immediatamente. La Capitaneria di Porto e il Gruppo di Ricerca e Intervento su Animali Marini del Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione dell'Università di Padova, coordinatori delle attività di recupero delle tartarughe marine nella costa veneta, sono stati allertati tempestivamente.

Le tartarughe sono state affidate alla Guardia Costiera Ausiliaria Delta Tagliamento che, a sua volta, le ha consegnate ai volontari di Legambiente Veneto Orientale per il trasporto all'Università di Padova. Un esempio di sinergia virtuosa che ha garantito il recupero della carcassa in tempi utili per eseguire la necroscopia sull’esemplare morto, mentre per l'esemplare vivo, la tempestività e la corretta filiera di recupero ha garantito i primi soccorsi ed il successivo trasferimento al centro di recupero tartarughe marine del CESTHA a Marina di Ravenna. La presenza di tartarughe marine nei nostri litorali è un fenomeno comune essendo l'Adriatico Settentrionale un'area di svernamento e foraggiamento per queste specie. Le nidificazioni avvenute a Jesolo e Scano Boa nel 2021 hanno favorito l'avvio di un'attenta analisi da parte degli esperti per comprendere come questi eventi possano essere monitorati, gestiti al meglio e da quali condizioni siano influenzati.

Il recupero delle due tartarughe di Bibione è un esempio di come la collaborazione tra diverse realtà possa portare a risultati concreti per la tutela della biodiversità. Un impegno che non solo ha un valore ambientale, ma che può anche tradursi in ricadute positive per le attività turistiche costiere. Legambiente infatti crede fermamente in un futuro più sostenibile per le nostre coste e l'attenzione verso la fauna selvatica e la tutela degli ecosistemi marini rappresenta in questo senso un investimento per il futuro. La salvaguardia delle tartarughe marine e la loro presenza finalmente al centro dell'attenzione pubblica sono un segnale di speranza che ci invita a proseguire su questo percorso virtuoso. «Avvenimenti come questo -  - ci spingono a proseguire nell’impegno per la tutela e la valorizzazione delle tartarughe marine, che stiamo portando avanti anche grazie al protocollo ’amici delle tartarughe’ per una migliore gestione delle spiagge e dei lidi al fine di monitorare e favorire la presenza delle tartarughe. Unionmare Veneto ha già aderito nel 2021 a questo proposito e ora anche il Comune di Caorle e il Consorzio Bibione Spiagge hanno adottato il protocollo. Auspichiamo di ricevere presto anche l'adesione di tutte le altre amministrazioni costiere e dei numerosi concessionari», ha dichiarato il presidente regionale di Legambiente, Luigi Lazzaro. Inoltre Legambiente invita cittadini e turisti a segnalare la presenza di tartarughe marine in difficoltà o morte contattando la Guardia Costiera al numero telefonico gratuito 1530. Con un pizzico di attenzione e rispetto, possiamo tutti contribuire a proteggere queste creature meravigliose e a rendere le nostre coste un luogo ancora più bello e accogliente.

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