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Iva sul trasporto pubblico: Soranzo scrive alla Regione per cercare soluzioni alternative

Rischia di far collassare i bilanci delle Province venete e della Città metropolitana di Venezia il nodo ancora irrisolto sull’iva per i contratti di servizio relativi al trasporto pubblico locale. Sono 12 milioni 800mila euro annui che questi enti non possono più sostenere

Rischia di far collassare i bilanci delle Province venete e della Città metropolitana di Venezia il nodo ancora irrisolto sull’iva per i contratti di servizio relativi al trasporto pubblico locale. Sono 12 milioni 800mila euro annui che questi enti non possono più sostenere per una funzione che tra l’altro non è tra quelle fondamentali. A lanciare l’ennesimo appello affinché la Regione affronti il tema è il presidente dell’Upi Veneto e della Provincia di Padova Enoch Soranzo che ha inviato una lettera a Palazzo Balbi chiedendo soluzioni alternative.

BILANCI PROVINCE


“Sui bilanci delle Province – scrive il presidente Soranzo – gravano a tutt’oggi gli effetti delle manovre finanziarie degli ultimi anni. È impossibile per noi continuare a sostenere gli oneri che derivano dalla gestione dell’Iva. Parliamo di cifre rilevanti e in continua crescita perché siamo passati da 12 milioni 596mila euro del 2014 a poco meno di 13 milioni di euro previsti per il 2017. Solo per la Città Metropolitana di Venezia sono 3 milioni e mezzo di euro e al secondo posto c’è la Provincia di Padova con 2,2 milioni di euro, a seguire tutte le altre con cifre di poco inferiori”. Soldi che, tra l’altro, vengono richiesti alle Province e alla Città metropolitana sulla base della Legge regionale 25/1998 che però non ha attribuito, ma solo delegato la funzione di stipulare i contratti relativi ai servizi extraurbani e interregionali minimi. La titolarità, quindi, continua ad essere in capo alla Regione anche per quanto riguarda l’iva. “La legge regionale 25 del 1998 – continua il presidente Soranzo – prevede che la Regione assegni ed eroghi le risorse finanziarie in relazioni ai servizi. Il bilancio annuale e quello pluriennale dovrebbero quindi assicurare la necessaria copertura finanziaria anche in relazione ai finanziamenti che la Regione assicura agli enti locali per la stipula dei rispettivi contratti di servizio. La stessa normativa ha posto a carico della Regione anche tutti gli oneri derivanti dalla stipula di questi contratti”. Il problema nasce a partire dal 2001 quando le vecchie concessioni di servizio (esenti da Iva) sono state sostituite da “contratti di servizio” soggetti ad aliquota iva del 10%. Dal 2012, per effetto del D. Lgs 68/2011, alle Province non viene più riconosciuto alcun rimborso degli oneri Iva sostenuti.

UNA SOLUZIONE


“E’ una funzione delegata e 12 milioni 800mila euro annui per noi sono insostenibili – ha aggiunto Soranzo. Tra l’altro analogo onere è posto a carico dei Comuni, in particolare dei Comuni capoluogo di Provincia, per il trasporto pubblico urbano. Anci e Upi Veneto, dunque, hanno ripetutamente rilevato la questione in sede di Osservatorio regionale e in audizione al Consiglio regionale. Era stata chiesta l’individuazione di una soluzione nell’ambito di riordino delle funzioni non fondamentali, ma il tema non viene affrontato né nella legge
regionale 19/2015, né in quella successiva 30/2016 sul riordino delle funzioni. Ci siamo mossi anche in sede ministeriale in occasione di un incontro il 27 settembre scorso, ma non c’è stato ulteriore seguito. Per questo – ha concluso Soranzo – chiediamo che la Regione affronti una volta per tutte questa spinosa questione”.

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