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Logistica e caporalato: Romeo Zanotto, titolare della Due Erre sas, si dimette dal Cda del Maap

Dopo la denuncia di Adl Cobas circa le condizioni a cui sono costretti i lavoratori di due cooperative che operano al mercato ortofrutticolo su mandato della Due Erre, arrivano le dimissioni di Zanotto che si dice comunque estraneo alla vicenda. Legacoop intanto ribadisce la necessità si istituisca un albo fornitori

E' notizia di oggi che Romeo Zanotto, il titolare della ditta Due Erre sas chiamata in causa da Adl Cobas per una brutta storia di caporalato, si è dimesso. Il sindacato ha denunciato le condizioni a cui sono costretti i lavoratori delle due cooperative, Silver e Platinum, a cui è stato ceduto l'appalto per lavori di movimentazione merce all'interno del mercato ortofrutticolo proprio dalla Due Erre. Zanotto proprio oggi, mercoledì 25 ottobre, si è dimesso dal Cda di MAAP. 

Zanotto ha comunicato di autosospendersi con effetto immediato dai ruoli di vice presidente e consigliere dell’ente, dichiarando di «compiere tale passo esclusivamente per ragioni di opportunità, pur ribadendo la contestazione di ogni suo coinvolgimento nella vicenda e riservandosi di condividere con il gruppo grossisti ogni ulteriore determinazione nei prossimi giorni». Il Cda ha ringraziato Romeo Zanotto per il senso di responsabilità e la sensibilità dimostrata verso l’ente, riservandosi a sua volta ogni ulteriore determinazione nel proseguo.

La notizia della denuncia fatta da una decina di lavoratori accompagnati dai delegati Adl Cobas ormai mesi fa ma resa pubblica solo adesso, sta facendo parecchio rumore, in attesa che si sappia qualcosa in più dell'inchiesta. Sul tema si è espresso anche  Devis Rizzo, presidente di Legacoop Veneto. «Denunciamo da tempo come quello della logistica sia un sistema inquinato da comportamenti di sfruttamento del lavoro e illegalità, e i recenti fatti di Padova purtroppo lo confermano ancora una volta. A pagarne il prezzo per prime sono le cooperative nostre associate – sottolinea con forza –, impegnate ogni giorno a fare i conti sul campo con situazioni di dumping social e concorrenza sleale e a rinnovare nel quotidiano la scelta precisa di non scendere a patti con tali dinamiche. Ma il danno non tocca solo il mondo cooperativo, bensì l’intero mondo del lavoro e l’economia del territorio, lasciando spazi anche a infiltrazioni criminali come anche i recenti fatti dimostrano».Legacoop Veneto è stato tra i primi firmatari, nel 2021, del “Protocollo per il superamento delle criticità della filiera della logistica”, intesa nata da quel tavolo regionale a cui l’associazione fin dall’inizio ha portato il suo convinto e fattivo contributo. E ancora prima, Legacoop Veneto era stata assidua promotrice di “Stop alle False cooperative”, la campagna nazionale unitaria di sensibilizzazione e raccolta firme lanciata nel 2015 per sollecitare una legge ad hoc.

L’organizzazione evidenzia inoltre da tempo, tra le altre cose, la necessità che sia riconosciuta la responsabilità in solido del committente e che il contratto collettivo nazionale applicato a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici del comparto sia unicamente quello di “Logistica, trasporto merci e spedizione”, senza nessuna eccezione. «Non è regola generale, certo – aggiunge ancora il presidente –, ma è evidente che le cooperative non aderenti a un’organizzazione di rappresentanza più frequentemente incorrono in modalità di gestione del lavoro e dei lavoratori non corrette, se non anche illegali. Essere aderenti è elemento di garanzia. Solo la costituzione di un albo dei fornitori potrà sanare la situazione all’interno del Maap – conclude Rizzo – perché consentirà una selezione e un controllo continuo dell’operato delle società fornitrici di servizi di facchinaggio e logistica, nonché la determinazione di tariffe adeguate e in linea con il contratto nazionale specifico del settore».

«Auspico che le autorità competenti inizino al più presto le indagini e chiariscano i contorni di questa vicenda individuando, ove ci siano, le responsabilità ad ogni livello».  Sull'argomento anche Elena Ostanel, consigliera regionale del gruppo Il Veneto che Vogliamo sul caso dello sfruttamento di lavoratori appartenenti a cooperative che operano nel mercato alimentare di Padova, con sospetti casi di caporalato, si è espressa così: «Che esista, in un ambito del mercato del lavoro padovano, un sussulto o anche solo una parvenza di caporalato lo trovo inaccettabile - aggiunge  Ostanel – in primo luogo per preservare la dignità e i diritti di lavoratori che, come quelli delle cooperative che prestano servizio nel mercato agroalimentare, non sono certo dei privilegiati». La consigliera ribadisce il ruolo che deve assumere la politica:  «Già in occasione di altri casi simili avevo chiesto alla Giunta Zaia di potenziare la dotazione di personale degli Spisal, la cui penuria di organico è una costante di questi anni. Guai a far spegnere i riflettori sui controlli negli ambiti lavorativi – evidenzia Ostanel - sia per prevenire gli infortuni che per garantire i diritti. Perché il lavoro è dignità, non sfruttamento né sopraffazione, e sta alla base della costruzione di una società sana e inclusiva. Questa vicenda, nel cuore della Padova produttiva, ce lo ricorda».

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