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Economia

Taglio al superbonus, l'ira degli imprenditori: «Siamo increduli, delusi dal Governo»

Gianluca Dall’Aglio, Presidente di Confartigianato Imprese Padova: «La notizia ci lascia increduli. Metterà in crisi più di 11.800 imprese padovane che danno lavoro a oltre 24mila addetti»

«Siamo increduli: da mesi chiedevamo una soluzione per le imprese con crediti incagliati nei cassetti fiscali e invece ci troviamo a fare i conti con una decisione drastica del Governo che, per decreto, mette la parola fine allo sconto in fattura e alla cessione del credito». Gianluca Dall’Aglio, Presidente di Confartigianato Imprese Padova commenta con molta amarezza le ultime novità che riguardano il Superbonus.

Superbonus

«Non solo si è voluta bloccare la possibilità di cessione agli Enti locali dei crediti incagliati, ma anche lo sconto in fattura e la cessione delle detrazioni a partire dalla data di pubblicazione del decreto stesso – continua Dall’Aglio. Vorrebbe dire creare ulteriori situazioni di crisi finanziaria per le imprese e un problema di carattere “sociale” per quei committenti che hanno basato la fattibilità dei lavori sulla possibile cessione del credito. Ora ci troveremo con il problema irrisolto dei crediti incagliati a cui si aggiungerebbe una ingestibilità dei cantieri in corso ed un netto ritorno al 2019, quando gli interventi sulle case venivano realizzati solo da chi aveva disponibilità economiche per farlo».  

Credito fiscale

«In questi ultimi giorni - prosegue- abbiamo compreso come il possibile sblocco dei crediti fiscali incagliati dipenda anche dalla loro classificazione nel bilancio dello Stato. Non tanto dalla necessità di evitare le frodi, dunque. Infatti, in attesa che, ormai a giorni, si pronunci anche l’ISTAT su questa partita, intanto Mef ed Eurostat ci fanno capire come una nuova stagione come quella trascorsa, con aliquote altissime di detrazioni e compravendita libera dei crediti fiscali nascenti, è impensabile. Con ogni probabilità, si tradurrebbe in un aumento di debito pubblico. Di questo non possiamo che prenderne atto. Ma è anche vero che per raggiungere gli obiettivi di transizione ecologica, non si potrà prescindere da percentuali di detrazione “accattivanti” almeno per gli interventi energetici e antisismici, per i quali concedere le cessioni a terzi. Non dimentichiamoci che la vera chiave di volta per la realizzazione di migliaia di interventi tra il 2021 ed il 2022, è stata proprio la possibilità di cessione del credito fiscale».

Il comparto

Le imprese artigiane del comparto casa in provincia di Padova sono 11.865. 8.126 operano nell’edilizia, 2.644 nell’installazione di impianti e 1.095 nel settore legno. Gli addetti delle imprese artigiane del comparto casa sono complessivamente 24.162. 14.323 lavorano nell’edilizia, 6.213 nel settore degli impianti e 3.626 nel settore legno. (Elaborazione Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto su dati Unioncamere – InfoCamere).

I numeri del Superbonus in provincia:

I numeri del 110% in provincia di Padova sono straordinari e soprattutto tangibili. 1.214.000.000 investiti in provincia di Padova fino al 31 gennaio 2023; 2.276.000.000 è il valore del giro d’affari generato dal Superbonus nella nostra provincia. «Purtroppo -prosegue il Presidente- il rovescio della medaglia è la difficoltà sempre più accentuata da parte delle imprese di cedere i crediti acquisiti. Da una riparametrizzazione delle ultime stime nazionali, in provincia di Padova potrebbero esserci 265.000.000 di euro incagliati “in pancia” a migliaia di imprese che rischiano seriamente di chiudere per mancanza di liquidità».   

Cna

«Oltre alla preoccupazione per la notizia sul blocco dell’acquisto dei crediti legati al Superbonus da parte degli Enti Locali, ci troviamo oggi dinanzi ad un altro grave provvedimento governativo che impedisce la possibilità di cedere il credito e di usufruire dello sconto in fattura – commenta il Presidente CNA Veneto Moreno De Col –.  L’acquisto di crediti da parte degli enti locali  poteva essere un intervento di grande sostegno delle 5mila imprese della filiera delle costruzioni che con 500 milioni di crediti bloccati vendono in serio pericolo la loro sopravvivenza.  Aggiungere ora a questo divieto anche il blocco del Superbonus nella possibilità di cessione del credito e dello sconto in fattura significa portare un intero comparto al collasso. È inaccettabile questo ulteriore blocco presentato in corso di partita, senza preavviso  e che andrà a creare ulteriori contraccolpi negativi sui lavori che stanno per iniziare. Chiusure di questo tipo, ora che si stavano aprendo spiragli concreti di ripartenza per le imprese, rappresentano un enorme passo indietro per la ripresa, anche alla luce dei recenti dati sull’inflazione a + 8.5% e degli aumenti dei costi energetici i quali, seppur in parte contenuti negli ultimi mesi dello scorso anno, sono comunque raddoppiati rispetto al 2021. Non possiamo che chiedere al Governo che riveda queste sue decisione e che si faccia carico con urgenza nel trovare una soluzione alternativa, poiché le imprese non possono pagare a carissimo prezzo l’aver rispettato una legge dello Stato».

Confedercontribuenti

«Il Governo Meloni, con le scelte di ieri sera sul Superbonus, ha deciso di far precipitare l'edilizia in una profonda crisi e di distruggere oltre 55.000 imprese italiane. Serve un fronte compatto e deciso per fermare queste scellerate scelte decise  a sorpresa con un’integrazione all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, in merito anche al decreto in materia di cessioni dei crediti di imposta relativi agli interventi fiscali, come lo stop totale a sconto in fattura e cessione del credito (d’ora in avanti per i nuovi interventi edilizi… e non quelli già avviati… rimane solo la strada della detrazione d’imposta) e come il divieto per le pubbliche amministrazioni ad acquistare crediti derivanti dai bonus edilizi”. Il grido di allarme giunge dal Presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, il quale sottolinea che “continua purtroppo il tentativo di far fallire le piccole e medie imprese italiane, visto che è stata bloccata la cessione del credito, quale fondamentale elemento di sviluppo. E siccome riteniamo che questo non sia possibile - aggiunge il presidente Finocchiaro -, noi di Confedercontribuenti siamo pure convinti che, così facendo, si stanno inducendo tante imprese a rivolgersi perfino al mondo dell’usura criminale, pur di evitare il fallimento. E dunque questo non è assolutamente possibile! Si intervenga subito! Riteniamo, inoltre - sostiene il presidente nazionale di Confedercontribuenti - , che questo decreto-legge varato a sorpresa ieri sera dal governo Meloni sia da considerare una vera e propria pietra tombale sul Superbonus, segnando di fatto la fine degli incentivi in edilizia: e lo dimostrano: il divieto di acquisti da parte delle pubbliche amministrazioni; la disattivazione della norma quadro che regola le cessioni (articolo 121 del decreto Rilancio); il fatto che Comuni, Province e Regioni non potranno più incollarsi i crediti fiscali legati ai lavori di ristrutturazione (da oggi contabilizzati come indebitamento e possibili solo in forme limitatissime); l’alleggerimento delle responsabilità dei fornitori che applica lo sconto in fattura e la cancellazione della  cessione e dello sconto (anche se l'unica opzione possibile è la normale detrazione d'imposta). Sono queste responsabilità che portano il governo Meloni a diventare complice di questo gioco che mira al massacro delle imprese italiane -conclude il presidente nazionale di Confedercontribuenti- con il rischio di perdere anche migliaia di posti di lavoro»

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