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Cultura Monselice

Un successo inarrestabile: "Il piatto di Federico II" oltre che a Monselice, arriva anche a Jesi, Altamura e Palermo

Prende il via il percorso dello Stupor Mundi: anche gli chef di Altamura, Jesi e Palermo si metteranno alla prova per mettere a punto invitanti ricette con i prodotti conosciuti all’epoca, ed apposite giurie, seguendo il regolamento monselicense, decreteranno i migliori Piatti. Contemporaneamente, verrà valutato anche il vino più consono per gli abbinamenti

Dopo il successo delle prime due edizioni del “Piatto di Federico II” del 2021 e 2022, evento promosso dall’Assessorato alla Giostra del Comune di Monselice che ha visto il coinvolgimento della Giostra della Rocca, dell’Ascom Confcommercio e della Pro Loco di Monselice, il 2023 e l’inizio del 2024 vedono crescere ulteriormente tale iniziativa, ampliando i confini e collegandosi – attraverso una serie di incontri ed eventi - con il Comune di Jesi, dove l’imperatore Federico II è nato, con quello di Palermo dove è sepolto, e con il Comune di Altamura, l'unica città dove l’imperatore ha edificato una cattedrale.

Tante attività

La città euganea diventa così “protagonista” mediatica, in quanto promotrice del progetto volto a far conoscere a livello nazionale le sue numerose iniziative, come la Giostra della Rocca e gli eventi ad essa collegati, le attività enogastronomiche dei ristoranti, la valorizzazione delle tipicità.

I piatti

Il progetto “Il Piatto di Federico II”, ideato dal giornalista enogastroturista Maurizio Drago, viene pertanto “esportato” nei luoghi simbolo dello Stupor Mundi, promuovendo e incentivando la ristorazione del territorio, coinvolgendo i cuochi di ristoranti, trattorie, agriturismi e punti di ristoro, che si cimenteranno nella realizzazione del “Piatto” realizzato con ingredienti e prodotti in uso nel Medioevo, ai tempi dell’Imperatore.

Gli chef di Altamura, Jesi e Palermo

Anche gli chef di Altamura, Jesi e Palermo si metteranno alla prova per mettere a punto invitanti ricette con i prodotti conosciuti all’epoca, ed apposite giurie, seguendo il regolamento monselicense, decreteranno i migliori Piatti. Contemporaneamente, verrà valutato anche il vino più consono per gli abbinamenti.

L'accordo

Queste città, infatti, hanno già suggellato un accordo di collaborazione e amicizia con Monselice, e si stanno attivando per valorizzare a loro volta il patrimonio storico, artistico, paesaggistico ed enogastronomico che le contraddistingue.

Il progetto

Il progetto “Piatto di Federico II”, voluto dall’Assessore alla Giostra Luca Piccolo, vuole allargare i confini territoriali di Monselice e arrivare nelle città dove lo “Stupor Mundi” ha lasciato il segno. Si punta alla creazione e alla valorizzazione di nuovi piatti creati dai cuochi del territorio, incentivando la cultura enogastronomica locale.

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Jesi

Si inizia con la città di Jesi, nell’anconetano, dove Federico II è nato il 26 dicembre 1194. La Fondazione Federico II di Jesi collabora con Monselice già da qualche anno. Nei primi mesi del 2024 si organizzerà un importante incontro dal tema: “La nascita di Federico II, la sua storia e la valorizzazione dei prodotti e delle cucine del territorio ove l’imperatore passava”.

Altamura

Si proseguirà quindi con la città di Altamura in provincia di Bari, dove lo Stupor Mundi ha realizzato la cattedrale. Qui il tema sarà legato al bello dell’architettura nel medioevo federiciano.

Palermo

Per poi andare a Palermo, il capoluogo siculo che deve molto all’imperatore, dove si affronterà l’argomento: “La contaminazione del cibo. Dai paesi africani e asiatici a quelli europei: la prima “globalizzazione” ai tempi di Federico II”.

Ovviamente i cuochi e le rispettive ricette federiciane saranno i veri protagonisti delle città di riferimento e le regole che seguiranno verranno indicate dalla città di Monselice.

Il Sindaco di Monselice Giorgia Bedin

Il Sindaco del Comune di Monselice Giorgia Bedin sottolinea quanto la città euganea disponga di un primato importante essendo l’unica città del Nord Italia a possedere una cinta muraria fatta realizzare dall’imperatore Federico II. Per questo l’Amministrazione Comunale promuove una serie di iniziative legate alla Giostra, compreso il Piatto di Federico II: appuntamenti importanti dedicati all’eredità federiciana nella città, che offrono lo spunto per ripercorrere la storia valorizzando anche la parte gastronomica, volta alla crescita economica e turistica della città.

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L’assessore alla Giostra Luca Piccolo

«Nell’ottica di un’evoluzione del Piatto di Federico II – dichiara l’assessore alla Giostra Luca Piccolo – vogliamo dare valore all’iniziativa ed esportarla nelle altre regioni italiane dove ha soggiornato l’imperatore. Il format è vincente e dà lustro alle amministrazioni comunali in quanto accrescere la conoscenza del territorio, dal turismo gastronomico a quello degli eventi e dell’arte. Monselice inoltre vuole dare ulteriore sviluppo alla ristorazione coinvolgendo le attività economiche del territorio, facendosi conoscere a livello nazionale, coinvolgendo altre realtà al fine di creare il percorso di Federico II».

Paola Signoretto, presidente del Comitato Giostra

Paola Signoretto, presidente del Comitato Giostra di Monselice, ha evidenziato l’enorme lavoro che il Comitato svolge nell’organizzare al meglio la kermesse che coinvolge migliaia di persone: «Da sempre momento di grande aggregazione, la Giostra della Rocca si propone come una delle manifestazioni più rappresentative della Città di Monselice ed è un’occasione privilegiata per “vivere” la storia del territorio. Anche il tassello del Piatto di Federico II è stato avviato».

Riccardo Ghidotti

Lo storico monselicense Riccardo Ghidotti ribadisce: «L’imperatore Federico II ha concesso a Monselice la “Camera Speciale Imperiale”, significato, questo, dell’attenzione verso questo territorio. E sotto il profilo gastronomico troviamo testimonianze in Marin Sanudo, Ruzante, Bozza, Furlani, Bonatti. La tradizione tramanda piatti medievali, ad esempio, la zuppa del priarolo a base di cinque cereali (era il pasto consumato dai lavoratori delle cave di trachite), la trippa porrata a di porro, il pollo ruspante sia arrosto che lessato, i fagioli detti Cenerini dal guscio sottile con l’occhiolino nero, i capperi delle mura di Monselice importati da Federico II dalle terre del sud, il lattonzolo degli Euganei, il fegato porrato, lo stinco di cinghiale. Per i dolci le mandorle importate da Federico II, la mostarda di Monselice, meno agra della vicentina e meno dolce della cremonese».

Mirta Fiocco, Ascom Confcommercio

Un sostegno importante viene dato dall’associazione dei commercianti di Monselice Ascom Confcommercio, presieduta da Mirta Fiocco, che sostiene «il turismo enogastronomico costituisce un elemento di vivacità per le imprese del settore, ben vengano nuove iniziative e progetti come quelli del Piatto di Federico II».

Maria Grazia Canazza della Pro Loco di Monselice

A sua volta la Pro Loco di Monselice, attraverso le parole della presidente Maria Grazia Canazza ribadisce il ruolo dei volontari che svolgono con entusiasmo e passione le iniziative legate all’Amministrazione comunale anche nella realizzazione delle molteplici iniziative storiche, culturali e ricreative del territorio come quella del Piatto di Federico II.

Franca Tacconi, direttrice del Centro Studi Federiciani della Fondazione Federico II Hohenstaufen

«Questo progetto di comunicazione - dichiara Franca Tacconi, direttrice del Centro Studi Federiciani della Fondazione Federico II Hohenstaufen - è entusiasmante per la Fondazione perché riteniamo che sia una grande fortuna aver trovato degli interlocutori così intraprendenti e professionali. Con questo iter progettuale, infatti, credo che si possa raggiungere un'ottima e proficua sinergia sia sul piano orizzontale, in quanto sono coinvolti i settori politici, enogastronomici, sociali e culturali, sia in senso verticale perché l'obiettivo è indirizzato a promuovere i principali poli federiciani: Jesi la città di nascita, Monselice la città dove è transitato, Altamura l'unica città dove ha edificato una cattedrale, Palermo il luogo in cui è sepolto. Mi auguro, quindi, che questo sia l'avvio di un concreto percorso volto ad attrarre numerosi visitatori verso le destinazioni federiciane».

Federica Pagliarone, giornalista food&travel

«Oggi l’enogastronomia non è più solo sinonimo di buon cibo – afferma Federica Pagliarone, giornalista food&travel e responsabile ufficio stampa Il Piatto di Federico II - ma una vera e propria esperienza emozionale, che consente di conoscere ed apprezzare le eccellenze di un territorio, non solo dal punto di vista culinario, ma anche storico, artistico e culturale. Il cibo, infatti, è un potente veicolo di marketing territoriale per promuovere e attrarre visitatori verso le destinazioni. Cibo e turismo enogastronomico possono così diventare un binomio vincente nel rilancio dell’economia locale. Quest’unione crea infatti l’occasione per raccontare il territorio stesso con le sue peculiarità, comprendendo i luoghi anche attraverso la degustazione di prodotti tipici e di ricette storiche, della tradizione o innovative. Ed è proprio partendo da queste premesse che, su indicazione dell'assessore alla Giostra della Rocca Luca Piccolo e del Comune di Monselice (PD), da qualche mese sto lavorando assiduamente per promuovere la manifestazione Il Piatto di Federico II a livello nazionale, valorizzando i piatti presentati durante le due edizioni 2021 – 2022 all’interno di prestigiose trasmissioni televisive nazionali inerenti enogastronomia, cultura e turismo, come TG2 Eat Parade RAI2, GUSTO Tg5 Mediaset, MAG Italia 1, Sì Viaggiare Rai2, TGR Rai3, Geo&Geo, etc. Il tutto con l'intento di accrescere la visibilità di Monselice e dei luoghi federiciani ad essa collegati».

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Anna Maria Pellegrino, Associazione Italiana Foodblogger

Anna Maria Pellegrino, presidente dell’Associazione Italiana Foodblogger dichiara: «L’attualità di Federico II, Stupor Mundi, a distanza di oltre settecento anni dalla sua morte, si palesa nella capacità di accostare e unificare culture diverse. Come è accaduto e ancora accade alla Dieta Mediterranea, patrimonio Unesco, erroneamente considerata una semplice lista di ingredienti, dimenticando che è la magnifica somma di identità e culture gastronomiche differenti. Ecco che l’Imperatore, avido di sapere fin da piccolo, integrò in modo sublime i saperi ed i sapori della tradizione latino-germanica con quella siculo-mussulmana-ebraica. Grazie a lui nei primi decenni del 1300 il mangiare siciliano, assieme alla poesia, costituì la prima cultura gastronomica italiana e, citando Dante, “in quegli anni tutto ciò che gli italiani mangiavano era siciliano”. L’imperatore svevo, quindi, rese possibile la felice sintesi di tradizioni gastronomiche diverse, fondendole e mettendole in pratica, rivoluzionando così non solo il “ricettario” dell’epoca ma anche quelli a venire».

Michele Pigozzo, narratore del gusto

Un plauso anche a Michele Pigozzo, narratore del gusto, che dal 2021 ha seguito il percorso del piatto occupandosi del coinvolgimento dei ristoratori di Monselice, nella prospettiva di valorizzare la cucina in un’ottica di turismo territoriale.

Foto articolo da comunicato stampa

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