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Maestre e genitori dell'Arcella contro le fusioni degli istituti comprensivi: «Tutelato il centro a discapito delle periferie»

Erano davvero in tantissimi, lunedì 27 novembre, alla Casa di Quartiere Arcella per un’assemblea, presieduta dai Rappresentanti del Consiglio dell’Istituto Comprensivo 4 Rosmini e alla quale hanno partecipato le delegazioni dell’istituto Briosco e del Don Bosco. Appello al Comune e alla Regione

Erano davvero in tantissimi, lunedì 27 novembre, alla Casa di Quartiere Arcella per un’assemblea, presieduta dai Rappresentanti del Consiglio dell’Istituto Comprensivo 4 Rosmini e alla quale hanno partecipato le delegazioni dell’istituto 3 Briosco e del 12 Don Bosco, genitori e docenti del 3, 4 e 12 IC, cittadini del quartiere Arcella, il presidente della commissione comunale per la rappresentanza delle persone padovane con cittadinanza straniera, e parti sociali preoccupate dalle fusioni degli istituti comprensivi. Gli istituti comprensivi riuniscono in una stessa organizzazione scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado, vicine fra loro come collocazione nel territorio. La Regione ha fatto immediatamente sua l'indicazione del Governo che impone la fusione agli istituti comprensivi con meno di 900 studenti, che vedeva previste tre unioni in provincia e due in città.

«Dopo l’esame delle dinamiche in atto, causate dalla legge nazionale sulla riduzione del numero degli IC e dalla direttiva regionale approvata dalla giunta regionale il 31 luglio 2023, e non risolte dalla controproposta da parte del Comune di Padova del 24 novembre 2023, l’Assemblea esprime dissenso, costernazione e indignazione per scelte operate per mero criterio economico su un servizio pubblico capace di avviare e governare processi di apprendimento, di educazione, di coesione sociale e integrazione, che è la scuola. Abbiamo studiato i dati pubblicati sul sito del Comune di Padova e si evince che nessuno, tranne 3, dei 13 Istituti Comprensivi del nostro comune detiene un numero di studenti superiore a 900, cioè superiore alla soglia definita dalla normativa nazionale richiamata per rimanere indenni; le soppressioni degli Istituti Comprensivi e i successivi accorpamenti, proposti finora dal Comune, interessano soprattutto gli Istituti Comprensivi a maggior percentuale di studenti stranieri (percentuale che varia dal 51 al 54% nel caso dell’Arcella ad esempio), comportando una discriminazione inaccettabile nel quadro della scuola pubblica e dei diritti costituzionali che essa pratica e persegue», hanno evidenziato dall'assemblea, in cui si sono ascoltati interventi di genitori e insegnanti. In tutti gli interventi si è evidenziata l'importanza della scuola, della sua funzione formativa ed educativa. Che viene però svilita, depotenziata, se non ci sono le condizioni. E secondo le voci che si sono ascoltate all'ex Marchesi, questo rischio è altissimo. 

Da parte del Comune di Padova c'è stata una  “controproposta” comunicata alla Regione Veneto il Comune di Padova, in accordo con il provveditorato, nella quale si scongiurano le maxi-fusioni. La proposta dell’Assessora Piva è stata di considerare quelli che sulla carta avevano meno studenti, distribuendone i plessi a quelli più vicini. «Il nostro caro Rosmini, quindi viene eliminato, la sua Primaria Rosmini e la sua Secondaria Zanella saranno incamerati nel 3, mentre l’altra Primaria, la Salvo d’Acquisto, e l’Infanzia Quadrifoglio, finiranno al 5. Sorte simile spetta al 12, che viene spartito tra 9, 11 e 13. Questa soluzione come ha avuto modo di dichiarare la stessa Assessora alla stampa, “lascia intatta la struttura del 1° comprensivo “Petrarca” in centro storico”. Ne siamo felici per questo IC. Tuttavia, da questa proposta, nel nostro quartiere si passa comunque da 3 a 2 IC, i nuovi due IC avranno comunque circa 1000 studenti ciascuno, 7 plessi». Di fatto all'amministrazione si fa notare come siano state tutelate le scuole del centro a discapito delle periferie dove ci sono superiori difficoltà, date anche dal fatto che in quartieri come l'Arcella sono in maggioranza gli scolari figli di genitori stranieri. C'è quindi bisogno di avere attenzioni e risorse superiori. I genitori chiedono che sia convocata una Commissione specifica, la cui composizione sia larga, imparziale ed espressione delle diverse parti sociali che operi affinché le decisioni siano trasparenti, aperte, pubbliche e verificabili, adottando criteri come l’osservazione dell’andamento storico della demografia dei quartieri e della tendenza degli iscritti durante l’anno e della cura della povertà educativa. Inoltre si chiedono al Comune di Padova provvedimenti specifici per migliorare l’edilizia scolastica. Nei prossimi giorni sono previste diverse iniziative per scongiurare l'ipotesi di accorpamento delle scuole. 

La consigliera regionale Elena Ostanel, sul tema, ha depositato in Consiglio regionale un'interrogazione a risposta immediata dal titolo “La Regione riveda la propria posizione a favore del taglio degli istituti scolastici e provveda invece a ricorrere contro questa nefasta decisione del governo centrale”: «La Regione Veneto ha deciso infatti in fretta e furia, senza il coinvolgimento necessario delle scuole e dei Comuni, di ridurre il numero dei dirigenti scolastici, determinando l’accorpamento di centinaia di istituti comprensivi in tutta Italia, tra cui 42 nel Veneto. Una scelta miope, che comporta il depotenziamento dei servizi per famiglie e studenti, contro cui molte regioni (come la Puglia, l’Emilia-Romagna, la Toscana e la Campania) si sono opposte in Conferenza Stato-Regioni o impugnando la norma davanti alla Corte Costituzionale o al TAR. Un programma di accorpamenti che andrà avanti anche nei prossimi anni e su cui è tempo di alzare la voce». Era presente anche lei all'assemblea all'ex Marchesi. «I genitori e gli insegnanti lo hanno chiesto chiaramente. Hanno chiesto alla Regione di fare un passo indietro e al Comune di aprire un percorso di ascolto anche con gli altri attori coinvolti in una Commissione consiliare dedicata». Ostanel non risparmia critiche all'assessora regionale all'istruzione, Elena Donazzan: «E' tempo di rendere pubblica una decisione scellerata della Regione e far fare un passo indietro all'assessore competente Donazzan, che fa da esecutrice materiale della volontà del Governo nazionale e sostiene i tagli all'istruzione: molti comuni veneti perderanno dirigenze e segreterie, limitando di fatto la capacità della scuola pubblica di rispondere ai bisogni di crescita degli alunni e delle comunità. Esempio lampante la situazione che si prospetta a Padova, in un quartiere come Arcella che non è in calo demografico ed invece ha forti indicatori di fragilità, con centinaia di famiglie allarmate»

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