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«Gli anziani sono un valore, non un peso»: l'attacco di Uripa

«Abbiamo calcolato una spesa di circa un euro e mezzo in più al giorno, per singolo posto letto, per adottare tutte le precauzioni anti-Covid: se non ci sarà un intervento pubblico unico a livello nazionale saremo costretti a riversare i costi sulle famiglie per evitare il collasso del sistema»

Un finanziamento di 500 euro per posto letto accreditato, che consenta di far fronte all’emergenza sanitaria in corso e vissuta dalle Residenze sanitarie assistenziali del nostro Paese: questo l’appello lanciato da Uripa - Unione Regionale Istituzioni e Iniziative Pubbliche e Private di Assistenza, alla sala convegni dell’Oic di via Toblino a Padova durante l’assemblea annuale per il rinnovo del Consiglio di amministrazione.

I commenti

Afferma il presidente uscente di Uripa Veneto, Roberto Volpe: «Il Governo del Paese ha distribuito soldi a pioggia in tutt’Italia a favore di molte categorie compresi i giocatori di calcio dilettanti, eppure il governo centrale si è dimenticato degli istituti per anziani. Abbiamo calcolato una spesa di circa un euro e mezzo in più al giorno, per singolo posto letto, per adottare tutte le precauzioni anti-Covid. Se non ci sarà un intervento pubblico unico a livello nazionale, visto che la Regione Veneto con i recenti provvedimenti ha iniziato un percorso di sostegno ai nostri Enti, saremo costretti a riversare i costi sulle famiglie per evitare il collasso del sistema. Gli anziani sono un valore e non un peso della nostra società». Prosegue Volpe «la prossima settimana scriveremo a premier Conte e a tutti i parlamentari e senatori della Repubblica e vedremo se questo è ancora un Paese che riconosce il valore delle persone anziane». Ha partecipato all’evento anche l’assessore regionale alla sanità e al sociale, che ha dichiarato: «In Veneto i centri per anziani in questi mesi hanno dimostrato una tenuta importante riuscendo a fronteggiare l’emergenza meglio di altre parti d’Italia. Ora c’è bisogno di dare una risposta dal punto di vista della sostenibilità economico-finanziaria, sia nei confronti delle strutture che delle famiglie».

Delibere

L’assessore ha quindi illustrato le due delibere assunte dalla Giunta Veneta e già approvate dalle V Commissione del Consiglio Regionale nei giorni scorsi. I provvedimenti  in via straordinaria hanno disposto un contributo alle strutture residenziali e semiresidenziali per l’esercizio 2020, a parziale compensazione delle perdite sul fatturato sanitario subite rispetto al 2019. E, nel contempo, è stata istituita in via sperimentale una nuova quota sanitaria di accesso, del valore di 30 euro, per  facilitare lo scorrimento delle graduatorie e rendere maggiormente sopportabili i costi alle famiglie che abbiano un congiunto non autosufficiente, in attesa di poter beneficiare dell’impegnativa sanitaria.

I dati

Secondo i dati Uripa presentati durante l’incontro, sugli oltre 330 centri servizi anziani presenti in Veneto, il Covid ha colpito 60 strutture (pari al 15,5% del totale) mentre le altre 270 strutture sono risultate Covid-free (84,85%). «Il rischio per i centri servizi anziani è stato sottovalutato all’inizio della pandemia - commenta Volpe - in particolare da quegli organismi nazionali (leggi Istituto Superiore di Sanità) che ancor oggi producono atti che dimostrano la totale incompetenza sulla tipicità dei servizi che erogano le nostre strutture. Cosa che invece noi avevamo intuito dalle informazioni che venivano dall’Oriente, dove la fragilità degli anziani era una delle prime cause di mortalità. Come associazione, fin dal 24 febbraio abbiamo invitato a chiudere le visite ai familiari, i centri diurni e soprattutto sottolineato la necessità dei Dpi. Ma grazie al nostro modello Veneto che nei territori vede un fattivo rapporto di collaborazione con le Aziende Ulss, i nostri amministratori, le nostre direzioni e con il fondamentale contributo e abnegazione del nostro personale  e personale tecnico sanitario, abbiamo protetto e difeso migliaia di anziani. Sicuramente anche la forza associativa ha dato un forte contributo soprattutto nelle prime fasi dell’epidemia».

Coronavirus

Su circa 32 mila posti letto in Veneto, dal primo gennaio al primo maggio 2020, si contano 602 vittime legate al Covid. «Quando si parla di persone che hanno perso la vita, nessuno di noi può dire di avere vinto una battaglia – commenta Volpe -, perché ogni morte per noi è sempre una sconfitta. Però è al pari vero che i numeri servono a far capire l’entità della sconfitta contro un avversario ancora oggi invincibile. Il tasso di mortalità in Veneto nei centri servizi per anziani risulta drammatico, ma contenuto se rapportato ad altre realtà a livello nazionale ed europeo. Basti pensare che i 600 decessi stimati in tutte le 340 Rsa del Veneto si contano unicamente in due Rsa della città di Milano». Lo sguardo di URIPA ora è rivolto all’orizzonte, perché si deve fare tesoro di quanto vissuto a causa del Covid.
Volpe quindi alza i toni su un tema considerato prioritario che rischia di mettere in ginocchio le strutture ovvero la crisi del personale infermieristico. «È inaccettabile che il Governo imponga alle regioni di assumere infermieri per servizi aggiuntivi in ambito sanitario - continua Volpe - quali l’infermiere di famiglia e altri senza avere la consapevolezza che così facendo metterà in ginocchio il sistema socio sanitario. Siamo dinanzi ad un Governo che agisce come un allenatore di calcio che, con solo un giocatore in panchina, dispone che dal campo di gioco ne escano cinque. Anzitutto  si  blocchi quota 100 per il personale infermieristico e si disponga un immediato aumento degli atenei di scienze infermieristiche».

Richieste

Nel corso della sua relazione di fine mandato Volpe ha sottolineato la necessità che il nuovo Consiglio Regionale porti a compimento la legge di riforma delle Ipab, riveda molte delle norme vigenti anche sulla possibilità di scelta dei dirigenti degli Enti, sul ruolo degli amministratori, sulle modalità di accreditamento e sulla razionalizzazione delle risorse e la programmazione pluriennale dei servizi. Su questo tema lo stesso assessore regionale aveva rappresentato come la nuova Assemblea Regionale debba affrontare i temi nel suo complesso e non parcellizzare gli interventi, ovvero adottare una norma di sistema che racchiuda tutti i limiti che in questi anni si sono evidenziati e in grado di rispondere velocemente ad una società in costante e repentino mutamento. A chiusura dei lavori, prima della elezione all’unanimità del nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Associazione che sarà chiamato nei prossimi 4 anni a rappresentare le strutture venete, ha ricordato una serie di provvedimenti adottati dalla Giunta Regionale attesi da anni e non ultimo grande impegno che si è tradotto nell’aumento dei fondi regionali destinati alle persone anziane non autosufficienti che da 481 miliardi di euro del 2018 sono passati ai 515 miliardi del 2020.

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