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I 10 trend di Ascom fino al 2042: Padova rischia di rimanere senza forza lavoro

I dati studiati ed elaborati da Alessandro Minello, docente alla Cà Foscari, restituiscono una fotgrafia della città del futuro dove cresce il terziario ma la stagnazione demografica potrebbe provocare danni irreversibili

Padova provincia terziaria. Lo è già adesso (in verità lo è sempre stata dedita com’è, da tempo immemore, al commercio), ma lo sarà sempre di più. E’ questo uno dei dieci trend che Alessandro Minello, docente a Ca’ Foscari, ha indicato, nel corso della conferenza stampa tenutasi questa mattina nella sede dell’Ascom Confcommercio, per prefigurare come sarà Padova da qui al 2040 e oltre.

I numeri

Ebbene, alla fine di quest’anno il terziario padovano dovrebbe registrare un aumento del fatturato tra il 4 ed il 6% rispetto al 2023. Non solo: sempre nel comparto terziario l’aumento della produttività, per addetto, registrerà un aumento del 3,4% portando a quota 150mila euro il valore pro capite della produttività. Detto del 2024, Minello ha quindi rivolto la propria attenzione a ciò che caratterizzerà nei prossimi anni il tessuto socio-economico della provincia di Padova. La popolazione, che dal 2002 al 2011 aveva conosciuto un piccolo boom, dal 2022 e fino al 2042 si attesterà intorno alle 930/925mila unità.

Minello

«Il problema - ha osservato il professore - è che mentre gli under 14 dal 2013 sono in flessione e lo saranno anche nel 2042, gli anziani saliranno in maniera consistente con tutte le conseguenze del caso». Non andrà meglio sul fronte del lavoro dove fatta 100 la popolazione in età attiva nel 2002, questa sarà ridotta a 87 nel 2042. La vocazione terziaria di Padova, si diceva, c’è sempre stata, però già oggi (2024) la forbice tra terziario e industria si sta divaricando fortemente e il “lavoro nuovo”, inteso come filosofia uscita dal post pandemia, premia ancora una volta, seppur tra le mille difficoltà di trovare le qualifiche richieste,  commercio, turismo e servizi. Meno il commercio, più i servizi che aumentano in maniera esponenziale e così così il turismo, dipendente dalle incertezze globali.

I fatturati

Aumentano i fatturati anche se i valori, almeno in questo e nell’anno passato, sono relativi a variazioni legate più all’inflazione che non all’aumento delle vendite e conta molto, in questo contesto, anche la dimensione delle imprese. In sintesi: lo sviluppo futuro dipenderà da quanto la tecnologia saprà contrastare invecchiamento e riduzione della forza lavoro; ci sarà bisogno di formazione continua; serviranno formule imprenditoriali complesse, più digitali e sostenibili; la competitività delle imprese dipenderà dalla competitività del territorio che le esprime; servirà più cultura del rischio e senza un ricambio generazionale e culturale il futuro è fortemente in bilico.
Insomma: prospettive buone purchè non si rinunci al ragionamento. «Non dobbiamo cadere - ha chiosato Bertin - nell’errore che si sta facendo eliminando, a forza di affitti brevi, i residenti. Perché coi residenti scompaiono anche i negozi e senza i negozi muoiono le città».

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