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Autoriparazione: settore in salute alle prese con la burocrazia e la carenza di personale

Franco Silvestrin, Presidente degli Autoriparatori di Confartigianato Imprese Padova: «Meno balzelli e più impegno per coinvolgere le nuove generazioni»

Il settore dell’autoriparazione si difende, mantenendo fatturati con buoni valori di crescita, per lo più giustificati dall’aumento del costo dei ricambi. Negli ultimi due anni i numeri delle imprese attive in provincia di Padova sono rimasti sostanzialmente invariati: sono 1115 complessivamente le aziende del settore, di cui 848 meccatronici e 267 carrozzieri.

La flessione nel mercato

Ma un altro dato può far riflettere sulla situazione del settore: è infatti di qualche giorno fa la notizia che il mercato dell’auto nella provincia di Padova registra una flessione del 21,91%: «Questo dato potrebbe far presupporre effetti positivi per il nostro settore – spiega Franco Silvestrin, Presidente degli Autoriparatori di Confartigianato Imprese Padova –, purtroppo la categoria deve fare i conti con una redditività non allineata ai costi che quotidianamente sostiene: le spese per il continuo aggiornamento delle attrezzature e del personale, necessarie per garantire standard qualitativi adeguati alle richieste dei clienti, per non parlare degli adempimenti burocratici sempre più complessi ed onerosi. Tutto questo erode il nostro margine di guadagno». Gli autoriparatori hanno superato la crisi, dunque, nonostante un percorso ad ostacoli che hanno avuto davanti negli ultimi anni. In particolare, hanno dovuto fronteggiare la questione legata alle regole della meccatronica, che hanno imposto ai meccanici motoristie agli elettrauti di intraprendere un percorso formativo specifico, a spese proprie, per poter continuare l’attività. Parliamo di numeri importanti: Confartigianato ha regolarizzato circa duecento autoriparatori negli ultimi anni.

Poche risorse umane

Il comparto registra poi gravi difficoltà nel reperimento delle risorse umane: «La carenza di personale qualificato – spiega Silvestrin - è anche legata al gap che c’è tra mondo della scuola e mondo del lavoro. Un gap che la nostra associazione sta cercando di colmare, grazie alla collaborazione con istituti del territorio e attraverso attività di orientamento rivolte in particolare ai genitori, con l’obiettivo di renderli consapevoli delle grandi trasformazioni tecnologiche che ha vissuto il settore negli ultimi dieci anni. Penso, però, che per incidere davvero sulla visione che la società ha di professioni come la nostra, non c’è dubbio: bisogna puntare a nuove sinergie, avvicinando scuola e impresa». Ma la ricerca continua di personale non è l’unico problema del comparto: «Dal mese di gennaio siamo alle prese con l’ultimo balzello introdotto dal Governo. Mi riferisco alla normativa legata all’invio telematico dei corrispettivi – precisa Silvestrin, per ottemperare a quest’obbligo, in molti casi, è stato necessario potenziare la linea di trasmissione dati, con conseguente aggravio dei costi. Purtroppo, le spese in più difficilmente verranno riconosciute all’autoriparatore. Questo tipo di approccio tende a vessare il piccolo artigiano, costringendolo a continui esborsi che negli ultimi anni si sono appesantiti, grazie anche agli aumenti delle materie prime e dei servizi gestione delle officine. Uno Stato, consapevole dell’importanza del nostro operato quotidiano, destinato a garantire la messa in sicurezza del parco circolante, grazie alla riparazione eseguita a regola d’arte e all’importante ruolo di consulenza e orientamento dei nostri clienti verso una sostenibilità ambientale, non dovrebbe forse tutelarci?».

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