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Bar e ristoranti, nel 2023 nel Padovano hanno chiuso in 303: il bilancio di Appe

Presentato il report sull’andamento economico del settore: in calo le imprese, l’occupazione tiene ma si fatica a trovare personale qualificato

È un anno in chiaroscuro quello che si è appena concluso per i pubblici esercizi padovani, ovvero bar, ristoranti, pizzerie, trattorie, pasticcerie e gelaterie, locali serali e tutto il mondo della somministrazione di alimenti e bevande.

Bilancio

Il report annuale, presentato presso la sede provinciale dell'Appe - Associazione Provinciale Pubblici Esercizi, vede un bilancio negativo nella demografia delle imprese (-166 il saldo tra imprese iscritte ed imprese cessate), mentre il fatturato è tornato al di sopra dei livelli pre-covid anche per effetto della dinamica dei prezzi. L’occupazione ha recuperato le perdite registrate durante la pandemia (appena -4,2% nel periodo 2022/2019), ma aumentano le difficoltà delle imprese per trovare personale qualificato. «I pubblici esercizi - dichiara Federica Luni, presidente Appe - sono una realtà che non ha eguali in nessun’altra tipologia di servizio alla persona: ne abbiamo oltre 4 mila nella sola provincia di Padova, oltre mille nel solo capoluogo, e in 9 comuni su 10 ci sono almeno un bar o un ristorante. I locali sono un presidio di accoglienza, sicurezza e legalità, sono aperti nei giorni festivi, negli orari serali e nelle zone periferiche delle nostre città; con le loro luci illuminano e forniscono decoro alle strade e alle piazze. Ma ora è il momento di riconoscere appieno il nostro ruolo: da parte delle Istituzioni vogliamo essere affiancati nella nostra quotidiana battaglia in prima linea, sul fronte dei servizi resi a turisti e consumatori, sul fronte della tutela della sicurezza, sul fronte della prevenzione del degrado».

Prezzi

Crescita dell’indebitamento, aumento dei costi, calo del potere d’acquisto delle famiglie, impossibilità di aumentare in modo adeguato i listini: sono gli elementi che, secondo l’Associazione degli esercenti, ha portato tante attività di bar ad abbassare definitivamente le serrande. Riescono a resistere, seppur tra molte difficoltà, le attività di ristorazione, adottando magari politiche di riduzione dei giorni e/o orari di apertura, anche per la difficoltà nel reperire il personale qualificato. «Il turn-over - sottolinea la presidente Luni - nel settore dei pubblici esercizi è sempre stato particolarmente elevato, ma adesso stiamo registrando picchi preoccupanti: secondo gli ultimi dati quasi la metà dei locali chiude entro i primi cinque anni di vita. Dobbiamo assolutamente cambiare rotta e l’unico modo per farlo è la formazione a 360 gradi. Una formazione intesa non solo come corsi d’aula, ma anche come conoscenza e consapevolezza di quello che si fa: oggi non è più sufficiente essere bravi a fare i caffè o a cucinare o a fare dolci per aprire un pubblico esercizio di successo».

Formazione

L’Appe, in tal senso, è da sempre al fianco degli esercenti: nel solo 2023 sono state erogate oltre 2.000 ore di formazione in aula, sono stati proposti più di 50 webinar online, pubblicati più di 200 articoli di aggiornamento sul sito associativo, è stato organizzato un affollatissimo convegno con Nas e Ulss 6 Euganea sui temi igienico-sanitari. «E ancora di più - promette Luni - faremo nel 2024: già nei prossimi giorni prenderà avvio il ciclo di incontri con i Carabinieri su tutto il territorio provinciale e continueremo con il nostro servizio di check-up aziendale, compresi gli aspetti finanziari e fiscali delle aziende. Ma i locali hanno anche bisogno del riconoscimento “istituzionale” del loro ruolo: per questo torniamo a chiedere un sostegno alle Istituzioni, con l’introduzione di semplificazioni, ad esempio per poter assumere un dipendente, per poter avere una concessione di spazio pubblico, per poter organizzare un evento, per poter esporre un’insegna, per poter allestire un plateatico».

Plateatici

Un tema, quello dei plateatici, particolarmente caro agli esercenti, che in questi anni ne stanno scoprendo le potenzialità. «Non solo gli esercenti – puntualizza la Presidente APPE – ma anche i consumatori, turisti compresi, dimostrano di apprezzare le consumazioni all’aperto, dove possono godere di luoghi incantevoli, a Padova così come negli altri centri cittadini della provincia: delle concessioni rilasciate peraltro beneficiano anche i bilanci comunali, visto che sono ben remunerate».

Più donne che uomini

Appe desidera comunque evidenziare le peculiarità positive dell’imprenditoria padovana: la titolarità femminile delle imprese (pari al 29,8%) superiore alla media italiana e i contratti a tempo indeterminato (più stabili) che quasi “doppiano” quelli a tempo determinato (8.074 contro 4.445 nel 2022). Anche nel caso dei lavoratori dipendenti, la componente femminile è molto importante, arrivando a superare (6.914 contro 5.679) quella maschile. «Il settore dei pubblici esercizi - conclude Federica Luni - non è fatto solo di convivialità e allegria: è e deve essere considerato una componente fondamentale dell’economia territoriale, che in provincia di Padova dà occupazione a migliaia di persone e muove un fatturato di oltre 1,3 miliardi di euro».

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