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Ampliamento Alì, Canella: «Nessun ultimatum a Giordani. Disposti a trattare, ma per noi è necessario»

Parla Marco, direttore finanziario dei supermercati Alì, oggi a capo della Holding dopo la morte del padre Francesco: «Riteniamo sia già abbastanza green, ma se va rivisto qualcosa lo faremo»

«Io ritengo che il nostro piano sia già molto green - sostiene Canella - ma siamo disposti a trattare, sederci attorno ad un tavolo e trovare alternative. Non siamo integralisti in questo». Marco Canella, direttore finanziario dei supermercati Alì, oggi a capo della Holding dopo la morte del padre Francesco, torna sulla questione dell'ampliamento del proprio centro logistico a Granze di Camin, a margine di una conferenza stampa a cui ha partecipato ieri (Padova Marathon). Alì attende ancora che il Consiglio comunale approvi il piano, ma il sindaco Sergio Giordani non è ancora sicuro di avere i numeri per farlo passare. Il primo cittadino ha espresso più volte il suo parere favorevole, ma deve fare i conti con diversi consiglieri indecisi sia nella sua lista civica che nel Pd e con Coalizione Civica, invece dichiaratamnte contraria all'espansione. Contro Alì anche molti residenti della zona, comitati e Legambiente, che da mesi spingono per boicottare il progetto in via Svezia.

Il Consiglio comunale

«Aspettiamo con ansia che il Consiglio comunale si esprima e siamo disposti anche a rivedere il progetto. Per adesso nessun ultimatum, ma quell'hub logistico per noi è necessario». La famiglia Canella quindi, forte degli orrimi rapporti con Giordani, non sta pressando l'amministrazione ancora, ma si aspetta una decisione prima dell'estate. Nel frattempo, molti Comuni limitrofi stanno corteggiando Alì per spostarsi: «Ovviamente abbiamo ricevuto diverse offerte da chi ci accoglierebbe a braccia aperte - conferma Marco Canella - ma noi siamo nati a Padova e vogliamo rimanere a Padova, altrimenti non aspetteremmo da tre anni. Adesso però credo sia arrivato il momento di trovare una soluzione definitiva, anche perché non ho visto tutto questo clamore quando Despar si è allargata a Monselice».

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