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«I cinema che rischiano di chiudere devono sapersi reinventare»

Acec: «Bisogna ampliare la loro natura ed attività, allargando l’area di interesse e proponendosi anche come luoghi e di incontro, socializzazione e confronto in tutti i sensi. Bisogna affiancare rassegne musicali, teatro e teatro per ragazzi»

In questi giorni è stata data una grande attenzione alle difficoltà del cinema Porto Astra, attenzione che si è allargata ad un’analisi della situazione dei cinema di Padova, corretta storicamente e puntuale sulle motivazioni della crisi e sulle prospettive future. «L’analisi, però, deve essere approfondita considerando il quadro generale dello stato di salute del cinema a Padova - sostengono da Acec Triveneta (Associazione Cattolica Esercenti Cinema) - .Per farlo occorre tenere conto che, oltre a MultiAstra, Porto Astra e Lux, in città c’è la presenza delle sale cinematografiche della Comunità: il Cinema Rex, il Cinema Esperia e il Piccolo Teatro».

Storia

«Sono sale che hanno una lunga storia (il Rex, più longevo, è attivo al 1956 e le altre risalgono a pochi anni più tardi). Fino a poco fa si aggiungeva l’Mpx che ha deciso di sospendere la programmazione cinematografica. Queste sale negli ultimi anni hanno profondamente ampliato la loro natura ed attività - racconta Christian Mosele di Acec - .Hanno allargato l’area di interesse proponendosi anche come luoghi e di incontro, socializzazione e confronto in tutti i sensi. Hanno diversificato la loro offerta: al cinema hanno affiancato rassegne musicali, teatro e teatro per ragazzi. Sono veri e propri Centri Culturali, una risorsa culturale e logistica spesso richiesta per conferenze, con corsi, attività scolastiche ecc. La loro vita si basa sull’opera di volontari, appassionati di cinema o desiderosi di offrire un servizio al territorio. Essi gestiscono, organizzano e rendono fruibili le sale, ma sono anche il giusto collante fra domanda e offerta per la loro capacità di relazionarsi con le persone e le strutture locali».

I cittadini

«La risposta dei cittadini e degli utenti è molto positiva, anche sul versante degli eventi non cinematografici. Sul fronte del cinema anche queste sale stanno affrontando il difficile percorso di una stagione che, dopo il Covid, è cominciata con incertezze e dalle festività natalizie in poi ha registrato una crescita di spettatori riducendo in parte il gap rispetto al periodo pre pandemia - continua Mosele - .Anche le sale della comunità, però, fanno i conti con le difficoltà che toccano tutto il comparto. A partire dalla lentezza della ripresa e dal rapido aumento di costi. Il recupero di spettatori è avvenuto anche grazie ad una politica di massimo contenimento dei prezzi del biglietto e non è stato favorito da logiche distributive che hanno spesso reso difficile o tardivo l’accesso a titoli di qualità. La presenza di queste sale, con le sue luci e le sue ombre, contribuisce a tracciare il quadro della vita cinematografica e culturale cittadina che comporta sei sale abbastanza ben distribuite territorialmente. Si tratta di un patrimonio che ha la potenzialità di fornire alla cittadinanza un’offerta culturale importante che meriterebbe una maggiore attenzione da parte dei media e dell’Amministrazione Pubblica».

La crisi

«Al di là dell’interessamento in appoggio a situazioni economiche pesanti, l’apporto delle strutture pubbliche deve essere utile per approfondire l’analisi della crisi ed elaborare delle risposte in un quadro programmatico condiviso di interventi e risorse. Le sale cinematografiche (tutte) sono uno strumento importante di socializzazione e diffusione culturale nel centro e nei quartieri - prosegue e chiude Mosele - .La situazione attuale non deve portare ad una riduzione o a una sottoutilizzazione dei loro servizi. L’amministrazione dovrebbe favorirne la vita, la visibilità e il radicamento territoriale valorizzandone il potenziale, nel quadro di una organica collaborazione per l’arricchimento e l’incentivazione della vita culturale della città e per l’animazione della vita dei quartieri. Per questo è indispensabile un confronto a vasto raggio tra amministratori ed operatori del settore che porti ad una programmazione condivisa di provvedimenti per affrontare le sfide del presente e del futuro»

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