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Confcooperative Federsolidarietà Veneto: «Un tavolo con la Regione per salvare i servizi sanitari»

«Confcooperative Federsolidarietà Veneto si dichiara disponibile a ragionare insieme alle ULSS e alla Regione per affrontare concretamente il problema dell’impossibilità di reperire personale sanitario per individuare soluzioni concrete che salvaguardino la tenuta dei servizi»,

La cooperazione sociale denuncia la situazione della carenza di OSS e infermieri nei servizi rivolti a persone fragili, aggravata dall’annuncio di un concorso  da parte di Azienda Zero che prevede da subito l’assunzione per 253 professionisti del settore che rischieranno di essere “prelevati” dal sistema dei servizi socio sanitari. A rischio in particolare : i servizi per persone anziane, quelli di sanità territoriale come i prelievi, e altri servizi di assistenza domiciliare, le medicine di gruppo e i servizi per la salute mentale. 

E’ ormai nota la drammatica situazione della carenza di infermieri e operatori socio sanitari in molti servizi socio sanitari accreditati con il Servizio Sanitario Regionale della Regione Veneto. Alcune cooperative sociali hanno registrato in meno di un anno oltre 50 dimissioni di operatori sanitari. I servizi che risentono maggiormente di questa carenza sono i servizi residenziali per anziani, ma anche i servizi di sanità territoriale quali i  servizi prelievi, i servizi di assistenza domiciliare, le medicine di gruppo e i servizi per la salute mentale. Servizi questi gestiti in accreditamento o appalto dalle cooperative sociali, ma di interesse pubblico e, in quanto tali, degni della stessa attenzione riposta in altri servizi sanitari e socio-sanitari pubblici, perché rappresentano un imprescindibile presidio assistenziale all’interno della rete complessiva dei servizi. Tali servizi si trovano dunque di fronte a importanti difficoltà organizzative e rischiano di non riuscire a rispettare gli standard richiesti e a garantire la qualità del servizio, mettendo a repentaglio il lavoro di cura e assistenza verso le persone più fragili.

Bando

Di fronte a questa situazione, che già preoccupa le cooperative sociali, si aggiunge oggi la procedura concorsuale che Azienda Zero ha deliberato di promuovere e che prevede da subito 253 assunzioni in ambito regionale, con impatti molto preoccupanti per soprattutto per alcuni territori. Il bando infatti genererà graduatorie aperte per future assunzioni che aumenteranno di gran lunga il numero di posti messi oggi a concorso. Le assunzioni sono in particolare così distribuite per i diversi territori, per un totale di 253: Azienda ULSS 1 Dolomiti, 18 ; Azienda ULSS 2 Marca Trevigiana, 50 ;  Azienda ULSS 3 Serenissima, 4; Azienda ULSS 4 Veneto Oriental,e 1; Azienda ULSS 5 Polesana, 1;  Azienda ULSS 6, Euganea 8;  Azienda ULSS 7 Pedemontana, 14 ;  Azienda ULSS 8 Berica, 25;  Azienda ULSS 9 Scaligera, 120;  Azienda Ospedale - Università Padova, 10;  A.O. Universitaria Integrata di Verona, 1;  I.R.C.C.S. Istituto Oncologico Veneto, 1.

Confcooperative Federsolidarietà Veneto

A denunciare l’insostenibilità di questa situazione è Confcooperative Federsolidarietà Veneto, che ha raccolto le segnalazioni preoccupate delle associate, che faticano sempre più a scovare questi professionisti sul mercato. A questa già difficile situazione si aggiunge anche il fatto che i lavoratori occupati nel comparto del “privato sociale”,seppur impiegati da mesi nelle criticità all’interno dei servizi, non hanno potuto beneficiare del sostegno economico attribuito al personale del settore pubblico. Le cooperative sociali non sono infatti nelle condizioni di poter riconoscere questi incentivi, elemento che magari avrebbe potuto e potrebbe oggi scongiurare le dimissioni per assunzioni presso il pubblico. La pandemia infatti ha messo e sta mettendo a dura prova la tenuta economico-finanziaria delle organizzazioni cooperative, causando ad esempio una minor frequenza degli utenti ai servizi, ma soprattutto aumentando i costi per l’acquisto dei DPI, per l’incremento delle attività di pulizia e sanificazione, per una necessaria maggiore presenza di operatori per gestire le attività in piccoli gruppi, riducendo il più possibile il rischio di contagio. Costi questi che spesso non sono coperti dai corrispettivi contrattuali e che ricadono tutti sulle spalle delle cooperative sociali. Ecco perché oggi le cooperative sono a chiedere di poter aprire un tavolo di confronto con la Regione Veneto perché si possa trovare delle possibili soluzioni e governare l’emergenza. Le conseguenze di questa mancanza potrebbero ricadere infatti inevitabilmente sui servizi alle persone più fragili, gestiti dalle cooperative e di cui il sistema di welfare dovrebbe prendersi cura in primis. «Confcooperative Federsolidarietà Veneto si dichiara disponibile a ragionare insieme alle ULSS e alla Regione per affrontare concretamente il problema dell’impossibilità di reperire personale sanitario per individuare soluzioni concrete che salvaguardino la tenuta dei servizi», dichiara Roberto Baldo, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Veneto.

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