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I costruttori padovani: «Accelerare il passo per la decorbonizzazione e soetnibilità urbana»

Gerotto, presidente Ance: «D’ora in poi ci confronteremo sui temi fondamentali del cambiamento climatico e per le future generazioni»

Ance Padova si è fatta promotrice, oggi 6 giugno, di un confronto tra il presidente Alessandro Gerotto e l’esperta di Ecologia Integrale, Gabriella Chiellino sui temi della sostenibilità ambientale. Gli effetti dei cambiamenti climatici sono all’ordine del giorno e provocano eventi meteo estremi che sottopongono anche le attività di costruzioni, soprattutto i cantieri all’aperto, a una rimodulazione continua delle fasi esecutive.

Gerotto

«Ance Padova – ha detto Gerotto – è particolarmente attenta ai temi della transizione ecologica perché gli impatti sono molto forti, sia nell’organizzazione dei lavori sia per l’utilizzo di materiali e procedure innovative per favorire la decarbonizzazione. La Regione Veneto da tempo propone corsi di formazione per la transizione ecologica nel nostro settore. E poi apprezziamo che Padova sia una delle 9 città italiane che ha firmato il protocollo della Commissione Europa 100 Climate neutral and smart European cities by 2030 che anticipa, appunto, di vent’anni l’obiettivo della neutralità riguardo le emissioni di gas serra. Una mission, quella delle 100 Smart Cities europee che ha una dote di 350 milioni di euro per il 2022-2023. Ora attendiamo il contratto Climate City. Nel Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC) sono indicate già un centinaio di interventi possibili per elaborare politiche strategiche, ma dobbiamo investire sempre di più, a Padova come in tutta Italia, nella direzione di politiche capaci di incidere. E non solo perché l’Europa ci supporta, ma perché costruire un futuro di giustizia climatica e sociale deve essere la nostra priorità se vogliamo costruire nuovi modi di abitare e nuovi stili di vita. Ma bisogna accelerare il passo. Io sono un geologo e ricordo che ho fatto la tesi di laurea sull’allagamento di Loreggia. Era il 1998. Dobbiamo fare più prevenzione, dobbiamo andare più veloci e dobbiamo fare scelte sostenibili concrete».

Chiellino

«In Italia dall’inizio 2023 – ha detto Gabriella Chiellino di IMQ eAmbiente - sono aumentati del 135% gli eventi estremi climatici rispetto a quelli di inizio 2022. In particolare, nella Penisola, da gennaio a maggio, si sono registrati 122 eventi estremi contro i 52 degli stessi mesi del 2022. Solo in Veneto in poco più di 10 anni abbiamo avuto l’alluvione nel vicentino, una bomba d’acqua a Refrontolo di 200 millimetri in 2 ore, un tornato in Riviera del Brenta, nel 2019 un’acqua alta eccezionale di quasi 2 metri a Venezia e il Mose non era ancora pronto a sollevarsi, esondazioni e nubifragi catastrofici. Fino a poco tempo fa la sensibilità verso i temi ambientali era molto bassa e trent’anni fa, quando cominciai a occuparmene, molti non capivano di cosa stessi parlando. Oggi, fortunatamente, l’opinione pubblica è più attenta, ma siamo molto in ritardo e bisognerebbe accelerare gli interventi a tutti i livelli di governance. Le imprese, per ovvi motivi, sono molto più avanti. A Padova, ad esempio, ricordo un progetto PadovaFIT Expanded che è, un esempio virtuoso e collaborativo di otto partner tra cui il Comune patavino e il Comune di Timisoara per la creazione di Comunità energetiche rinnovabili. Padova, proprio grazie al progetto di neutralità emissiva, sta impostando la transizione climatica urbana su una nuova traiettoria. Servono azioni innovative sistemiche e progettate a livello locale che abbracciano più aree, dagli edifici ai rifiuti, e leve del cambiamento, tra cui governance, finanza e politica. Per questo è anche importante il programma di gemellaggio tra le città pilota per la decarbonizzazione anticipata che dovrebbe chiudersi entro quest’anno. Il tempo, ora, è diventato un fattore dirimente e vanno unite le forze a livello globale. Oltre il 50% delle emissioni globali di carbonio delle costruzioni tra 2020-2050 sarà dovuto alle fasi di trasporto dei materiali e di cantiere. Ristrutturarli, anziché edificarne di nuovi, fa risparmiare fino al 75% di CO2 e il cemento è uno dei materiali a più alta emissione. Alcuni ingegneri-ricercatori dell’Università di Cambridge hanno coniugato il riciclo dell’acciaio con quello del cemento dismesso e riescono a produrre nuovo cemento a zero emissioni. Il nuovo sistema brevettato inizia con i rifiuti e il riciclo di cemento provenienti dalla demolizione di vecchi edifici. La vecchia polvere di cemento viene poi utilizzata al posto del flusso di calce nel riciclaggio dell’acciaio. Quando l’acciaio fonde, il flusso forma una scoria che galleggia sull’acciaio liquido, proteggendolo dall’ossigeno dell’aria. Dopo la spillatura dell’acciaio riciclato, le scorie liquide vengono raffreddate rapidamente all’aria e macinate in una polvere praticamente identica al clinker che costituisce la base del nuovo cemento»

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