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In carcere nasce anche la squadra di rugby: Cus, Ulss e Uoc "giocano" per dare una speranza ai detenuti

L’obiettivo è quello di formare due compagni a 7, fino ad arrivare a mettere in piedi un'unica compagine in grado di svolgere anche competizioni esterne

Il 2024 comincia con la meta più bella. È partito il progetto “Rugby in carcere” promosso dall'Ulss 6 Euganea, finanziato dall'amministrazione penitenziaria e del quale il Cus Padova è ente partner di realizzazione. L’iniziativa è stata ideata dall'Uoc "Tutela della salute delle persone con limitazione della libertà" ed è rivolta a venti utenti della sezione Icatt Custodia Attenuata della Casa circondariale di Padova. Il progetto, partito come annualità 2023, potrebbe continuare, se rinnovato, per le prossime due annualità. Si svolgerà con cadenza bisettimanale, per un totale di 20 incontri annui della durata di 2 ore. I primi due sono andati in scena la settimana prima di Natale, per far conoscere ai partecipanti una serie di attività che hanno come scopo principale quello di fornire ai pazienti in ambito penitenziario, con problematiche di dipendenza patologica, una risorsa per apprendere e canalizzare le proprie energie positive, attraverso un’attività sportiva nella quale il rispetto delle regole e dell'altro sono fondamentali.

Vanni Zago

Il responsabile tecnico è Vanni Zago che si avvale del supporto del preparatore atletico Maurizio Ercolino, assieme al quale terrà una serie di lezioni sia in aula che in campo. Durante la prima fase, quella propedeutica all’attività, si farà conoscere ai partecipanti le regole fondamentali e lo "spirito" del gioco del rugby, con particolare attenzione all'accettazione, al rispetto della regola e alla lealtà nella partecipazione. Quindi, si insegneranno i fondamentali e le tecniche di "affrontamento" e "evitamento", passo fondamentale per arrivare allo svolgimento di gare di pratica e competizione interna.

Il progetto

L’obiettivo è quello di formare due squadre di rugby a 7 fino ad arrivare a mettere in piedi un'unica compagine in grado di svolgere anche competizioni esterne. Il coordinatore del progetto, per il Cus Padova, è Silvio Decina: «Il gioco del rugby è basato principalmente, nonostante il contatto fisico, sul rispetto nei confronti dell’avversario e sulla capacità di controllo degli impulsi e della gestione delle emozioni», spiega Decina. «Uno sport, quindi, a forte valenza educativa, con un’alta potenzialità finalizzata alla riabilitazione della persona, al rispetto delle regole e al muoversi in gruppo».

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