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I dipendenti comunali a scuola d'inclusione, tutti i settori coinvolti per una città più accogliente

Parte un percorso di sensibilizzazione e riflessione sul tema coinvolgendo tutti nella prospettiva di costruire e individuare specifiche azioni che possono rendere effettivamente concreta, all'interno dell’ente, l'inclusione nei diversi ambiti di competenza

La Giunta, nella seduta di ieri ha approvato, su proposta dell’assessora Margherita Cera, una delibera che istituisce un gruppo di Progetto intersettoriale denominato “Promozione di azioni per favorire l’inclusione”.   L’iniziativa si colloca nel più ampio impegno dell’Amministrazione  sui temi dell’inclusione che ha già  portato all’attribuzione di un uno specifico incarico al consigliere Paolo Sacerdoti sui temi di “Accessibilità e Vita Indipendente”, l’avvio a partire dal 2022 di un percorso di sensibilizzazione e riflessione sul tema dell’inclusione coinvolgendo tutti i Settori nella prospettiva di costruire e individuare specifiche azioni che possono rendere effettivamente concreta, all'interno dell’Ente, l'inclusione nei diversi ambiti di competenza. Nell’ambito di tale percorso si è tenuto anche un workshop formativo dal titolo “Inclusione sociale nel Comune di Padova: verso il Manifesto per l’inclusione”, che ha visto coinvolti anche i dirigenti dell’Ente. 

Condizioni sociali, psichiche e fisiche

Inclusione significa permettere a tutte le persone, a prescindere dalle loro condizioni sociali, psichiche, fisiche, anagrafiche o linguistiche di accedere facilmente alle opportunità di partecipazione e di benessere loro rivolte. Partendo da questa definizione, uno dei tratti distintivi dell’azione inclusiva è la interdisciplinarietà, dovuta al fatto che gli ambiti in cui si possono verificare discriminazioni sono differenti e che è necessaria l’attivazione di varie competenze facenti capo a diverse persone e che ciascun settore dovrà confrontarsi con il tema dell’inclusione, definendo azioni concrete per quanto di propria competenza. 

Obiettivi e premesse

A seguito di queste premesse è stato deciso quindi di istituire un apposito Gruppo di Progetto che ha questi obiettivi: definizione e successivo aggiornamento costante di un Manifesto per l’inclusione, comprensivo delle iniziative in capo a ciascun Settore, definizione di linee guida che orientino l’azione amministrativa dell’Ente verso una maggiore inclusione, individuazione di attività volte alla sensibilizzazione di chi opera all’interno della Pubblica Amministrazione, con priorità alla formazione da parte dei tecnici comunali, individuazione di obiettivi di performance in tema di inclusione, anche trasversali, da condividere con i Settori e da ricomprendere nel Piano triennale della performance. Alla guida del Gruppo di Progetto, che è composto da personale di tutti i Settori è stata chiamata la Caposettore ai Servizi Sociali.   

«Sempre impegnati su questo tema»

L’assessora alle risorse umane Margherita Cera spiega: «Non partiamo certamente da zero, negli anni passati abbiamo già lavorato su questo tema,  con incontri e workshop e la proposta di adozione di un documento che è il “Manifesto dell’inclusione” volto a porsi come obiettivo un'azione coordinata dell’Amministrazione verso progetti di inclusione. Questo per consentire ai dipendenti del Comune in generale e a tutti i cittadini del Comune di poter vivere in una città inclusiva e accessibile, che superi qualunque ostacolo e discriminazione di natura fisica, psicologica, di genere e dunque abbiamo sentito l’esigenza di creare una sinergia tra i vari Settori del Comune perché ognuno con le proprie competenze possa contribuire al raggiungimento di questo obiettivo. Parliamo della formazione del personale, dei tecnici che progettano infrastrutture così come piattaforme tecnologiche, per cui sono molti i Settori coinvolti in questo progetto. Tra gli obiettivi del Gruppo di progetto c’è la definizione di linee guida che già in parte sono presenti nel Manifesto per l’inclusione, e la verifica dei risultati sarà data al Settore Programmazione e Controllo inserendo anche questi obiettivi nel Piano delle Performance oggi PIAO (Piano integrato di attività e organizzazione, ndr)». 

Una rivoluzione copernicana

L’assessora al sociale Margherita Colonnello sottolinea: «Io penso che siamo di fronte a una rivoluzione copernicana,  mentre siamo stati abituati da anni non solo a Padova,  ma in tutta Italia a un atteggiamento per cui di inclusione si occupa il servizio sociale spingendo verso gli altri settori del Comune e le altre istituzioni della città,  in questo caso  è la città che si organizza per essere inclusiva attraverso i suoi  dirigenti che progetteranno il lavoro del Comune  proprio  partendo dai principi dell’inclusione e il sociale  non può  che osservare e guidare questo processo con grande  soddisfazione». 

Il manifesto dell'inclusione

Paolo Sacerdoti consigliere con delega all’accessibilità e alla vita indipendente commenta: «Il Gruppo di Progetto si occuperà di formare una persona per ogni Settore del Comune, in particolare i dirigenti,  perché questi comincino ad attivare tutta una serie di azioni indirezione di una amministrazione più inclusiva.  L’idea è che il Comune attraverso chi effettivamente agisce e progetta le infrastrutture e i servizi si ricordi che non esistono sono uomini maschi bianchi istruiti e sani, ma esiste in realtà tutta una popolazione, che poi è la grande maggioranza che ha tutt’altro tipo di necessità sia quando riceve che quando va a cercare servizi.  Intendo disabili, stranieri, migranti, persone con dislessia, anziani, bambini, donne incinte, studenti fuori sede, per fare alcuni esempi tutte categorie che sono una parte rilevante della popolazione di Padova ma cui spesso quando si progetta, non si dà la giusta attenzione». 

Commissione stranieri

Raja Iftikhar Khan, rappresentante della commissione stranieri dichiara: «Prima di tutto, siamo molto contenti di questa iniziativa, perché è un grande passo verso le persone deboli,  e molti stranieri sono tra queste, perché non sanno le cose, non hanno la capacità per muoversi in una comunità che non conoscono.  Questo è un primo passo importante da parte del Comune di Padova e ci dà una grande responsabilità perché ci sono tanti cittadini padovani di origine straniera, non solo i lavoratori, ma anche le donne che stanno a casa che seguono i bambini, o ancora gli studenti che fino ad oggi sono stati lasciati ai margini». 

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