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Duemila visitatori da tutto il mondo per l'esposizione di arte orafa delle sorelle Banci

Chiude registrando turisti da Filippine, Australia, Giappone, Iran e tutta Europa la mostra delle artiste orafe delle Terme Euganee: «Padova ha scoperto attraverso i gioielli il percorso culturale che dal Rinascimento marchigiano ha portato al Contemporaneo»

Quasi duemila partecipanti in poco più di un mese. Filippine, Australia, Turchia, Giappone, Iran, oltre ai Paesi europei e a quasi tutte le città italiane: queste le provenienze dei visitatori de “In luce l’oscurità volgendo”, l’esposizione orafa di Daniela e Marzia Banci in galleria Cavour a Padova, per celebrare i 42 anni del laboratorio di Montegrotto Terme.

Le voci delle sorelle Banci

«Abbiamo ospitato mediamente una settantina di persone al giorno – raccontano le sorelle di origine marchigiana, che alla loro terra hanno voluto dedicare le ultime opere nate da anni di ricerca sul rinascimento urbinate – con un crescendo nelle serate in cui abbiamo accolto le conferenze di Maria Anna Di Pede, direttrice del Centro Cavallini di Fiesole, del professore di filosofia Umberto Curi, del filosofo Adone Brandalise e dello scrittore Andrea Panzavolta, o i momenti musicali offerti al pianoforte da Aurora Basso, Leonardo Giulianelli, Riccardo Tietto».

Gli appassionati

Numerosi gli appassionati d’arte che hanno percorso la galleria tra i racconti artistici delle Marche reinterpretati dai preziosi Banci Banci. «Ci ha sicuramente sorpreso ospitare il direttore del Musée Renoir, ma anche turisti in vacanza o studenti pronti ad iniziare l’anno. Tutti hanno colto il grandissimo studio riconoscendo questa oreficeria preziosa non solo per i materiali, ma anche per i contenuti e la ricerca che sottende» continuano le sorelle. «Alcuni avevano già visitato Urbino ed erano felici di rivederne i luoghi, colpiti dallo sguardo dei Duchi, per la prima volta raccolti nello stesso museo tutti insieme con i loro celebri ritratti – ricorda Marzia Banci, tra le spille create, mentre Daniela Banci, invece, osservando le sue collane sulla musica o sui grandi uomini riconosce - come da certe strutture culturali si possano attraversare secoli di storia condivisa per raggiungere il contemporaneo».

Il legame con Urbino

Non è stata la nostalgia, dunque, a riportare le artiste ai luoghi d’origine «quanto un’indagine antropologica sull’evoluzione della cultura italiana fino al giorno d’oggi, sulle relazioni che il Ducato di Urbino ha intessuto nei secoli con la contemporaneità». “In luce l’oscurità volgendo” è nata in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Padova, «e la città di Padova si è dimostrata culturalmente pronta a recepire questi messaggi artistici – riconoscono le sorelle Banci. - Nessuno si è chiesto come mai i duchi di Urbino fossero protagonisti di una mostra nel cuore della città. Abbiamo raccolto tanti apprezzamenti per questa diffusione rinascimentale più che riscontrare sorpresa, a dimostrazione del fatto che questa città artistica e universitaria è sempre pronta ad accogliere tempi e culture vicine e lontane, che qui si fondano e trovano ragion d’essere».

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