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Il policlinico di Abano tra i "top" per la cura del tumore prostatico

Fondazione Onda – Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere ha attribuito al reparto una menzione speciale “per l’impegno e l’attenzione profusi in questo ambito” in occasione del concorso nazionale “Best Practice/Bollino Azzurro” durante l’evento svoltosi l’altro ieri a Milano a Palazzo Pirelli

L’Urologia del Policlinico Abano di Abano Terme ha ottenuto un riconoscimento che premia il lavoro del team diretto da Daniele Romagnoli nella gestione delle complicanze funzionali post-chirurgiche del paziente operato per tumore prostatico, in particolare la disfunzione erettile e l’incontinenza urinaria. Fondazione Onda – Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere ha attribuito al reparto una menzione speciale “per l’impegno e l’attenzione profusi in questo ambito” in occasione del concorso nazionale “Best Practice/Bollino Azzurro” durante l’evento svoltosi l’altro ieri a Milano a Palazzo Pirelli. L’iniziativa ha come obiettivo contribuire a migliorare la qualità e l’accesso ai servizi sanitari per la diagnosi e il trattamento precoce di questa malattia e promuovere un’assistenza multidisciplinare e qualificata. Le candidature presentate dalle 56 strutture partecipanti sono state valutate da un comitato di esperti in base a rilevanza, multidisciplinarietà, efficacia, efficienza e replicabilità.

Il riconoscimento

Il riconoscimento arriva alla struttura sanitaria di piazza Cristoforo Colombo durante il mese di novembre, durante il quale in tutto il mondo si celebra Movember, campagna d’informazione sulla prevenzione delle patologie che affliggono la salute maschile. «Nonostante i miglioramenti nell’approccio anatomo-chirurgico e l’utilizzo della robotica per interventi sempre più precisi e ‘sartoriali’ – spiega Daniele Romagnoli, responsabile dell’Urologia del Policlinico Abano - la disfunzione erettile e l’incontinenza urinaria rappresentano le complicanze più frequenti. Esse impattano significativamente sulla qualità di vita del paziente. Da qui la necessità di offrire un percorso strutturato di riabilitazione del pavimento pelvico e sessuale precoce, così da prevenire i processi fibrotico-involutivi e aumentare le probabilità̀ di recupero». Si tratta, dunque, di un percorso “personalizzato”, che ha come obiettivo ridurre la portata dell’intervento sulla qualità di vita del paziente prostatectomizzato.

I risultati ottenuti

I risultati in termini di benessere e recupero funzionale vengono misurati con visite periodiche e questionari specifici. “I dati finora raccolti – aggiunge Romagnoli - hanno evidenziato che la ripresa completa della continenza urinaria a 3, 6 e 12 mesi dopo l’intervento si è osservata, rispettivamente, in circa il 65%, 85% e 96% dei pazienti. Il ripristino della funzione sessuale, invece, è stato constatato in circa il 45%, 60% e 70% dei pazienti rispettivamente a 6, 12 e 24 mesi dopo l’operazione. Queste percentuali dipendono in modo significativo dal performance status del paziente e dallo stadio della malattia prostatica”. La qualità di vita dei pazienti, inoltre, valutata tramite questionari validati a 12 e 24 mesi post chirurgia, viene definita discreta per il 45% e 48%, buona per il 20% e 30%, molto buona per il 10% e 15%.

Multidisciplinarietà

Il tutto grazie a un approccio multidisciplinare. »La corretta valutazione pre-operatoria – prosegue l’urologo - e un adeguato counseling pre e post-operatorio del paziente, in associazione con l’impostazione precoce del trattamento farmacologico e riabilitativo, nonché un follow-up periodico e personalizzato da parte dello specialista, costituiscono un percorso semplice e riproducibile che permette di ottenere ottimi risultati nella maggior parte dei pazienti. Il supporto di personale fisioterapico qualificato per il trattamento riabilitativo può rappresentare una valida associazione alle terapie farmacologiche e chirurgiche, in quanto contribuisce a migliorare la qualità di vita e ad accelerare la ripresa funzionale».

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