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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Padova al Vinitaly, il settore cresce notevolmente ma la risalita è ancora lunga

Cia Padova: «Al netto di tali performance oggi il tema chiave è la sostenibilità ambientale ed economica. Anticipare le richieste ci permetterà di dirigere i nostri sforzi in direzioni specifiche, rendendo più efficienti ed efficaci le nostre attività»

«Il settore vitivinicolo padovano è destinato a crescere ancor di più da qui al prossimo decennio». Cia Padova traccia un quadro con molte luci alla vigilia dell’apertura del Vinitaly, in programma alla Fiera di Verona dal 2 al 5 aprile. Per quanto riguarda i numeri, in provincia sono circa 7mila gli ettari dedicati al comparto, per 1 milione di ettolitri di vino prodotto. Il fatturato complessivo annuo si attesta sui 60 milioni di euro.

L'analisi

«Al netto di tali performance oggi il tema chiave è la sostenibilità ambientale ed economica. A tale proposito da sempre sosteniamo l’adozione della certificazione Sqnpi (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata, lo schema di certificazione volontario per tutti quei prodotti agricoli e agroalimentari ottenuti con tecniche di produzione integrata, cioè che privilegia l’uso di tecniche meno impattanti). Se in un primo momento è stato considerato con sospetto dal mondo produttivo, oggi, invece, è ritenuto un prerequisito essenziale. I mercati e il consumatore, infatti, sono sempre più complessi ed esigenti, rapidi nei cambiamenti, oltre che attenti alla sostenibilità. Saper comprendere queste dinamiche e anticipare le richieste ci permetterà di dirigere i nostri sforzi in direzioni specifiche, rendendo più efficienti ed efficaci le nostre attività – spiega il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato – Lavoriamo e viviamo in stretta connessione con l’ambiente che ci circonda, siamo chiamati alla tutela e al rispetto dello stesso».

Le norme

Le politiche e la normativa comunitaria, si pensi al Green Deal Europeo e alla From Farm to Fork, ovvero dal produttore al consumatore, stanno già imponendo un progressivo cambiamento di rotta, di cui la recente approvazione dello Standard Unico per il settore vitivinicolo. «Questo stesso comparto - aggiunge Trivellato - è stato uno dei primi a cogliere l’importanza della sostenibilità e a dotarsi degli strumenti idonei, elaborando protocolli in grado di assicurare la conformità agli standard internazionali riconosciuti. Una buona prassi che garantisce pure la salvaguardia di migliaia di ettari di appezzamenti agricoli padovani e veneti. Ovvero di tutti quei terreni che, senza gli agricoltori, rischierebbero l’abbandono. Quando viene a mancare il presidio dell’uomo – conclude il presidente - si innescano, a cascata, delle criticità in termini di dissesto idrogeologico e delle ingenti perdite economiche. Il tessuto locale, in ultima istanza, va difeso insieme alle Istituzioni competenti».

Coldiretti

Viticoltori padovani pronti alla maratona del Vinitaly, l’appuntamento clou per il settore in Fiera a Verona dal 2 al 5 aprile prossimi. I principali produttori della nostra provincia saranno presenti nel padiglione Veneto con numerosi stand, compresi quelli istituzionali. Come sempre Coldiretti si mobilita per sottolineare il valore del patrimonio vitivinicolo, attraverso la testimonianza di tanti imprenditori, tra i quali molti giovani e donne, impegnati ogni giorno nei loro vigneti e nelle loro cantine. Vinitaly, spiega Coldiretti Padova, sarà anche l’occasione per fare il punto sulle tendenze dei consumi e sui risvolti occupazionali e produttivi di uno dei settori più dinamici non solo del settore primario ma dell’intero made in Italy. Coldiretti presenterà un report sull’impatto della guerra in Ucraina con analisi e tendenze su tutto ciò che riguarda il vino e il suo mercato.

Numeri

A Padova aumenta la superficie coltivata a vigneto: 8.168 ettari nel 2022 con una predominanza delle uve a bacca bianca, presenti sul 73% della superficie e oltre 3.400 aziende agricole, concentrate per lo più tra i Colli Euganei, la Bassa Padovana e il Piovese. Quanto alle varietà in testa troviamo ormai da diversi anni il vitigno Glera, con ben 3.450 ettari, dei quali 832 sui Colli Euganei, seguito da due varietà storiche della nostra provincia, il Pinot Grigio con 1.161 ettari e il merlot con 1.038 ettari. Questi tre vitigni da soli occupano i due terzi della superficie, seguono a distanza lo chardonnay con 350 ettari, il cabernet sauvignon con 303 ettari, garganega con 112 e pinot nero con 110 ettari. Sul fronte dei sistemi di coltivazione crescono le superfici di vigneti coltivati secondo il sistema di qualità nazionale di produzione integrata (SQNPI) praticato su oltre 1.260 ettari, mentre i vigneti biologici salgono a 878 ettari. L’origine e la qualità restano al primo posto, con oltre l’80 per cento del vino prodotto con denominazione Doc e Docg. La scorsa vendemmia è stata condizionata dalla siccità e dall’andamento climatico che ha sconvolto il calendario e influito sulla produzione, in leggero calo in particolare sui Colli Euganei. La raccolta d’uva si è attestata al di sotto del milione di quintali, con circa 800 mila ettolitri di vino prodotti, per un fatturato di 56 milioni di euro. Nonostante fenomeni estremi come la mancanza d’acqua, la grandine e le raffiche di vento la qualità è stata più che buona per il vino padovano. I produttori hanno saputo anche fare fronte ai problemi sanitari come la flavescenza dorata, costantemente monitorata attraverso controlli fitosanitari e attività informative per contrastarne la diffusione. E’ incessante anche il lavoro dei tecnici delle cantine e dei consorzi di tutela nell’assistere i viticoltori all’inizio della vendemmia e nelle fasi successive, per assicurare una produzione che mantenga le qualità e le caratteristiche del vino padovano.

Bressan

«La viticoltura è uno dei fiori all’occhiello dell’agricoltura padovana - osserva Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova - e i prezzi finalmente sono in ripresa. L’export è in continua ascesa e oltre confine, in Europa ma anche nel resto del mondo, il nostro vino piace ed è accolto con favore, nonostante le continuare tensioni internazionali. A pesare, oltre alle incertezze del clima che innegabilmente sta cambiando, sono anche i numerosi aumenti dei costi di produzione, legati all’impennata delle quotazioni energetiche e delle materie prime, con ripercussioni immediate sulle tasche dei viticoltori che si trovano a fronteggiare notevoli spese con una ricaduta immediata sulla liquidità ma anche sulla redditività delle aziende. L’annunciata diminuzione dei costi di energia elettrica e gas è una buona notizia anche per i viticoltori e le nostre cantine, che potranno così recuperare sul fronte della redditività. I punti di forza della nostra agricoltura sono la qualità e il legame con il territorio, aspetti che vanno difesi tutelando adeguatamente i nostri agricoltori, a partire da tanti giovani viticoltori che hanno scelto di dedicarsi a questa professione, sfidando il clima e le incertezze dei mercati, nella consapevolezza di poter contribuire a tenere alta la reputazione del vino made in Padova».

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