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Università, studi e affitti troppo cari, gli studenti in piazza: «Non ce la possiamo permettere»

Davanti alla Loggia in piazza dei Signori gli studenti e le studentesse si sono presentati con striscioni, cartelloni e bandiere per far sentire la loro voce rispetto a un sistema scolastico che sta diventando sempre meno pubblico e più elitario

“Non me lo posso permettere” ecco cosa recitava lo striscione della Rete degli Studenti Medi di Padova davanti alla Loggia della Gran Guardia in piazza dei Signori ieri 30 settembre. «Abbiamo deciso di chiudere il primo mese di scuola manifestando ancora una volta contro il caro scuola che negli ultimi anni ha portato le famiglie a pagare fino a 1300 euro per mandare e mantenere un figlio a scuola - dichiara Sophie Volpato della rete degli studenti medi - .È spaventoso vedere i prezzi per l’istruzione pubblica aumentare sempre di più. Ogni anno vengono adottati libri di testo diversi che dunque non riescono ad avere un vero e proprio smaltimento nel mercato dell’usato. Da poco anche il costo del trasporto pubblico è aumentato del 10% e, se a questo si aggiungono il contributo “volontario”, le spese per le uscite didattiche, per i viaggi di istruzione e per il corredo scolastico, diventa sempre più chiaro che l’istruzione non sia di tutti ma solo di chi se la può permettere. Questa situazione critica porta sempre più spesso all’abbandono prematuro del percorso scolastico, rimarcando nuovamente che il diritto allo studio nel nostro paese è presente solo su carta».

La protesta

Davanti alla Loggia in piazza dei Signori gli studenti e le studentesse si sono presentati con striscioni, cartelloni e bandiere per far sentire la loro voce rispetto a un sistema scolastico che sta diventando sempre meno pubblico e più elitario. «Vogliamo che lo studio sia un reale diritto di tutti” continua Volpato, “vogliamo la risoluzione di questo problema, che ha ripercussioni sia sulla salute psicologica dei ragazzi che delle famiglie, che sempre più spesso sono costretti a rivolgersi a specialisti privati perché il sistema sanitario pubblico è fallace come anche il “supporto” psicologico che è presente negli istituti. Vogliamo inoltre che l’investimento nell’ambito dell’istruzione superi come minimo la soglia del 4% del Pil, e chiediamo che in regione vengano introdotti aiuti sistematici alle famiglie. Chiediamo alle autorità competenti di ascoltare e prendere atto delle nostre parole affrontando adeguatamente il problema per far sì che davvero la scuola possa diventare libera e aperta a tutti - aggiunge Domenico Amico dell’Udu - .Insieme agli studenti delle superiori anche l’unione degli universitari era presente “Alle scuole come all’interno delle università il diritto allo studio è messo a repentaglio. All’aumento del costo dei libri e dei trasporti in futuro si aggiungeranno anche i costi proibitivi degli affitti e tasse universitarie di migliaia di euro. Anche per questo eravamo di fianco agli studenti delle superiori a portare avanti questa battaglia»


 

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