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Cronaca San Giorgio delle Pertiche

Delitto Squarise, il processo: l'accusa chiede 30 anni per il “Gordo”

Richiesti anche 200 mila euro di danni per i familiari di Federica, la giovane di San Giorgio delle Pertiche violentata e poi uccisa nel 2008 in vacanza a Lloret de Mar. Oggi la prima udienza del processo

Trent'anni di carcere e un risarcimento danni di 200 mila euro ai genitori. Queste le richieste della pubblica accusa e della parte civile nella prima udienza di oggi per il delitto Squarise.

IL PROCESSO. Il dibattimento è iniziato questa mattina all'Audiencia di Girona, in Catalogna. Unico imputato per i reati di violenza sessuale aggravata e omicidio della giovane di S. Giorgio delle Pertiche, Federica Squarise che nel giugno del 2008 si trovava in vacanza con un'amica, è il reo confesso Santiago Victor Diaz Silva, 30 anni, uruguayano, soprannominato “el Gordo”.

L'ACCUSA. Una reazione "gravissima e ripugnante", secondo l'accusa, quella che portò l'uruguayano "senza lavoro, famiglia o fissa dimora e senza permesso di soggiorno", a stuprare Federica, che l'aveva rifiutato, e a ucciderla, quando la giovane minacciò di denunciarlo. Nelle rispettive memorie, le parti d'accusa considerano infatti provato che la giovane, conobbe “el Gordo”, durante una festa in un bar di Lloret.

LO STUPRO. "A partire da quel momento, l'accusato cominciò a intavolare una relazione con Federica Squarise, dandole baci e abbracci e restandole accanto durante tutta la serata", è detto nella memoria della Procura. Alle 2.30 del mattino, le ragazze proseguirono la festa in un altro locale, dove giunse anche Victor Diaz Silva, che insistì "con la stessa attitudine" pressante nei confronti della vittima, che aveva continuato a ingerire bibite alcoliche. Alle 3.45 del mattino, la ragazza decise di tornare all'hotel dove alloggiava, ma l'accusato le corse dietro e dopo averla raggiunta per strada "approfittando del fatto che le facoltà cognitive e di volontà" di Federica erano offuscate dall'alcol, la condusse in una zona isolata dove la stuprò.

L'OMICIDIO. La ragazza si oppose con tutte le sue forze, come hanno dimostrato i graffi e i brandelli di pelle del suo carnefice, ritrovati sotto le unghie nel corso dell'autopsia. Ma non poté difendersi dall'energumeno di 1,83 metri di altezza e 120 chili di peso che, secondo la ricostruzione, le strinse il collo per soffocarla, lasciandola in stato di incoscienza. La ragazza era ancora viva quando il suo carnefice, "notando che respirava, le introdusse un indumento nella bocca, per assicurarsi che morisse per asfissia".

IL RITROVAMENTO DEL CADAVERE. Il corpo di Federica venne ritrovato una settimana dopo l'aggressione in una zona isolata della spiaggia di Lloret de Mar dove, secondo l'accusa, l'uruguayano lo trascinò, coprendolo di rami secchi, perché non fosse scoperto. L'omicida si diede poi alla fuga, raggiungendo prima Barcellona, poi Madrid e di nuovo Tarragona dove venne riconosciuto e arrestato dalla polizia nonostante si fosse rapato a zero capelli e sopracciglia per non essere identificato.

LA DIFESA. Diversa la tesi della difesa del giovane che invoca attenuanti circa l'incapacità temporanea di intendere dovuta al consumo di alcol e droga, e chiede soli 5 anni di carcere per omicidio. Per la difesa, accusato e vittima "stabilirono una relazione di amicizia e complicità" e si appartarono alla ricerca di intimità. Secondo la memoria difensiva "davanti all'attitudine ricettiva da parte della Squarise, l'accusato la denudò e tentò di avere una relazione sessuale con il consenso della ragazza". Fu allora che, secondo la tesi, davanti al rifiuto della ragazza e alla minaccia "in tre occasioni, che l'avrebbe denunciato", l'accusato "cessò immediatamente la sua attitudine". Ma, temendo che "un'eventuale denuncia gli avrebbe rovinato la vita, le strinse le mani al collo e la soffocò".

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