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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Tratta di esseri umani: la polizia arresta un latitante

La vittima è una nigeriana che nel 2016 da minorenne ha trovato la forza di denunciare la sua situazione alle forze dell'ordine. Ieri 26 settembre in manette è finito un nigeriano. Dovrà scontare al Due Palazzi 5 anni e 4 mesi

Tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione per portare in Italia una connazionale minorenne “facendole attraversare il continente di origine sotto il controllo di criminali e di averla fatta giungere in Italia via mare a bordo di imbarcazioni occupate da moltissimi migranti esponendola ad un altissimo rischio di naufragio”. Così dice testualmente la sentenza della corte di appello di Catania che condanna un uomo di 37 anni, nigeriano, a 5 anni e 4 mesi di reclusione, catturato
dalla Squadra Mobile di Padova dopo una settimana ininterrotta di appostamenti e pedinamenti per individuare il suo nascondiglio in provincia di Padova.

La vicenda

Era il 2016 quando una giovane nigeriana si è rivolta alla Polizia per denunciare ciò che le era accaduto. Un connazionale qualche mese prima l’ha convinta a lasciare il suo paese di origine con la promessa di venire in Italia per completare gli studi ed iniziare una vita diversa, con migliori prospettive rispetto a quelle che poteva offrirle il suo paese. Così è iniziato per lei un viaggio di molte settimane dalla Nigeria alla Libia, attraverso il Burkina Faso, accompagnata da due giovani connazionali che ben presto si sono rivelati suoi carcerieri umiliandola e costringendola a subire violenze di ogni tipo.​ L’hanno condotta in un campo in Libia dove nel corso delle settimane di sua permanenza prima del viaggio in gommone verso l’Italia le è stato spiegato che in Italia non avrebbe potuto studiare, ma avrebbe dovuto prostituirsi per strada. Sbarcata in Italia, la giovane è stata affidata ad un centro per minori non accompagnati in Sicilia da cui ha contattato alcuni connazionali pensando potessero salvarla. Si fidava ancora di quel ragazzo che l’aveva convinta a partire e che le aveva dato un numero di telefono da chiamare appena sbarcata scrivendolo su un pezzo di carta che era riuscita a conservare intatto durante tutto il viaggio.

La triste realtà e le indagini

In realtà la ragazza, giorno dopo giorno, si è accorta che chi le ha promesso una vita nuova in realtà ha altri progetti per lei ed è a questo punto che ha trovato la forza ed il coraggio di chiedere aiuto alla Polizia riferendo quel numero di telefono. Se indagini sono partite in tempo reale. Sono stati individuati alcuni soggetti parte dell’organizzazione tra cui l’uomo arrestato ieri 26 settembre dalla Squadra Mobile che all’epoca è partito da Padova per prendere la ragazzina dopo lo sbarco in Sicilia e portarla al nord per farla prostituire. Sapeva della sentenza, sapeva che lo stavano cercando e per questo era molto attento negli spostamenti. Non aveva una residenza certa, ma gli investigatori sono riusciti a localizzarlo attraverso la sua rete di contatti, a ricostruire in pochissime ore le abitudini e i luoghi dove avrebbe potuto recarsi. Così, ieri pomeriggio, lo hanno visto uscire da una casa di connazionali che vivono in provincia di Padova e che gli hanno dato ospitalità ignari del suo passato. Alcuni minuti di pedinamento, per essere certi che fosse proprio lui quello delle foto segnaletiche di qualche anno fa, e poi i poliziotti lo hanno bloccato mentre stava per entrare in stazione. Un veloce controllo dei documenti e poi la certezza che l’uomo ricercato era proprio lui, accompagnato in serata in carcere per scontare la pena di 5 anni e 4 mesi.    

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