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Cronaca

Londra, denuncia di 33 padovani "Ci hanno fatto perdere il volo"

Secondo 33 parrucchieri di Famiglia artistica padovana, la compagnia aerea avrebbe fatto tardare il pullman, per costringere i passeggeri a comprare un nuovo biglietto: "Così si ripagano delle offerte low-cost"

Quando si dice: "il viaggio della speranza". La brutta esperienza questa volta è toccata ad una comitiva di parrucchieri padovani, in viaggio a Londra per lavoro. Fin qui, nulla di orribile, anzi. Peccato che la piacevole "volata" all'estero si sia trasformata in un vero e proprio calvario per un gruppo di 33 persone partite da Padova alla volta della capitale inglese per un prestigioso corso di taglio. Colpa di un "complotto", secondo Elisa, dell'associazione Famiglia artistica padovana, che racconta come un viaggio organizzato in ogni minimo dettaglio sia terminato con un volo perso, una notte "da barboni" in aeroporto e 3.600 sterline "buttate" per comprare nuovi biglietti e riuscire finalmente a rientrare in Italia.

UN VIAGGIO PREPARATO NEL DETTAGLIO. Quel viaggio, Elisa, con l'associazione "Famiglia artistica padovana", lo stava preparando da marzo. Aveva vagliato tutte le compagnie, gli orari, i prezzi. Aveva raccolto le iscrizioni. Alla fine sarebbero stati in 33. Partenza il 1 novembre alle 9.45 da Treviso, ritorno il 4 novembre alle 19.05 da Stansted. Per essere sicura di evitare intoppi e ritardi, la professionista, che aveva prenotato pure un pullman che li accompagnasse dall'aeroporto alla stazione Victoria e viceversa, si era premurata di acquistare persino la "priorità": "Così avevamo la certezza di salire per primi, tutti insieme, ed evitare di disperderci e ritardare, visto che eravamo in tanti".

IL RITORNO. Tutto bene all'arrivo, meraviglioso il soggiorno. Il problema è stato tornare indietro: a quel punto la comitiva sarebbe incappata nella "trappola", secondo Elisa, architettata ad hoc per "fregare" soldi ai malcapitati turisti. Da chi? Da una nota compagnia aerea low cost e da quella dei bus-navetta che fanno servizio di trasporto per e dall'aeroporto londinese. I viaggiatori, secondo quanto denuncia la padovana, avrebbero preso il pullman che avrebbe dovuto accompagnarli a Stansted. "L'appuntamento era fissato per le 16 alla stazione Victoria - spiega Elisa - ma quel giorno la compagnia ci ha inviato un sms anticipando la partenza alle 15.30. Noi siamo arrivati alle 15, e alle 15.15 eravamo già montati".

IL "GIROTONDO". Per arrivare a Stansted erano previste meno di due ore di corsa, senza fermate intermedie. Ma i passeggeri sarebbero arrivati in aeroporto solo alle 18.50, un quarto d'ora prima del decollo. "L'autista ci ha fatto girare due ore in centro senza riuscire ad entrare in tangenziale - racconta Elisa - abbiamo fatto il giro dell'isolato tre volte, giravamo attorno allo stesso edificio. Quando ho chiesto informazioni - continua - mi è stato risposto che c'era traffico, ma intanto continuavamo a percorrere sempre gli stessi 500 metri. Quando mi sono avvicinata di nuovo mi ha risposto maleducatamente di sedermi e tacere, ha alzato il volume della musica e ha sparato l'aria condizionata".

L'AGONIA. "Controllavamo con il gps dov'eravamo e ci siamo resi conto che la direzione era quella opposta rispetto all'aeroporto - prosegue - e infatti siamo finiti in un quartiere sconosciuto, dove l'autista ha fatto scendere una coppia, davanti ad un albergo. Ma non si potrebbero fare fermate, salvo in presenza di polizia - specifica Elisa - eppure lui si è fermato, e quando gli abbiamo chiesto una sosta per andare in bagno, ci è stata negata. Uno di noi - racconta - ha fatto la pipì in una bottiglia di plastica". Del resto, la comitiva era partita alle 15.15 e l'arrivo in aeroporto è stato quasi quattro ore dopo.

L'AEREO PERSO. Giunti a destinazione, c'era da imbarcare le valigie e passare il check in. Elisa e una collega sono partite con i documenti d'identità e la carta d'imbarco per raggiungere il gate e tenere a terra l'aereo fino all'arrivo dei compagni: "Erano già al check in, era questione di 10 minuti di attesa - spiega - ci avevano assicurato che avrebbero aspettato, poi una signorina ci ha comunicato che l'aereo doveva decollare. Eravamo tutti davanti al vetro con le porte chiuse, l'aereo era ancora lì, ma non ci hanno aperto e ci hanno lasciati a terra". Tutti tranne una, partita senza neppure il bagaglio: "L'ho fatta andare per dimostrare che se lei è partita anche noi eravamo tutti lì".

IL "COMPLOTTO". Pensare che, all'andata, il loro volo era partito con quasi un'ora di ritardo. "Ne sono convinta - dice Elisa - e ho trovato conferme anche parlando con il personale aeroportuale, siamo stati truffati. È stato tutto un complotto escogitato dalla compagnia aerea, in combutta con quella dei pullman, per farci perdere il volo e farci comprare altri biglietti". Dopo una nottata insonne, all'alba seguente, dopo avere speso 110 sterline a testa, più altre 155 per un biglietto preso poco prima di partire, i 32 padovani sono tornati a casa, e ai loro negozi: tutti rimasti chiusi "per forza". "Sto chiedendo che ci risarciscano - conclude Elisa - perché è inamissibile quello che ci è accaduto". Dalle informazioni che la donna ha raccolto a Stansted, sembrerebbe che quel volo, di quella compagnia, a campione, sia quello che più degli altri incappa in passeggeri "ritardatari": "Sarà un caso?": è la domanda di 33 parrucchieri padovani.

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