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Economia

Prestiti alle imprese padovane, 125 milioni di euro di extra costi: preoccupata Confartigianato

Commenta Gianluca Dall’Aglio, presidente di Confartigianato Imprese Padova: «È un numero oggettivamente impressionante, che pesa di più laddove le imprese sono più impegnate negli investimenti per crescere: se la Bce non si ferma sarà un disastro»

Ben 125 milioni di euro di extra costo per il credito delle piccole e medie imprese padovane: a tanto ammonta l’impatto della stretta monetaria decisa dalla Bce secondo la stima realizzata da Confartigianato Imprese Padova.

Gianluca Dall'Aglio

Commenta Gianluca Dall’Aglio, presidente di Confartigianato Imprese Padova: «È un numero oggettivamente impressionante, che pesa di più laddove le imprese sono più impegnate negli investimenti per crescere. Se la Bce non si ferma sarà un disastro. Non vedo sufficiente attenzione: così si rischia di frenare lo sviluppo delle nostre imprese. La marginalità viene contratta all’osso e dunque anche la volontà di mettere in atto quelle misure utili ad aumentare la propria competitività: evoluzioni di processo, acquisto di nuovi macchinari, rivoluzione degli spazi di lavoro. Ma tutto questo costa e le Mpi rischiano di non poterselo permettere, contraendo così drammaticamente la propria capacità di stare sul mercato ed esprimere tutto il loro valore. Chi ha già fatto investimenti si trova in difficoltà, chi aveva intenzione di farli è frenato dai continui aumenti dei tassi. Bisogna poi tenere conto del contesto: questi incrementi per famiglie ed imprese arrivano dopo una fase di costi del denaro contenuti e di incentivi fiscali che hanno incoraggiato gli investimenti. È ovvio che le ripercussioni siano pesanti per tutti».

Dati

I segnali di tensioni sulla domanda di credito sono già evidenti nella nostra provincia: a marzo 2023, la variazione percentuale dei prestiti erogati al totale delle imprese padovane è sceso del 6,1%, era a -5,2% nel dicembre 2022. Nel Padovano, a livello settoriale, la dinamica dello stock dei prestiti concessi risulta in riduzione soprattutto nelle costruzioni (-9,6%) e nei servizi (-8,8%), ma anche il settore manifatturiero, pur mostrando una flessione inferiore rispetto a quella regionale e nazionale, registra un -2,1%. Aggiunge Dall'Aglio: «È presumibile che il continuo rialzo dei tassi produca effetti restrittivi sulla propensione ad investire, mentre una politica monetaria della Bce più restrittiva rispetto a quella della Fed potrebbe apprezzare l'euro sul dollaro, influenzando la competitività dell'export. Una “tempesta perfetta” dato che si aggiunge ad altri diffusi segnali di rallentamento del ciclo economico. Nei primi cinque mesi dell’anno flette il volume delle esportazioni, l’elevata inflazione erode il potere di acquisto delle famiglie, la produzione manifatturiera segna un calo, così come quella delle costruzioni, e sono negativi gli indicatori del mercato immobiliare. E non è solo un problema di imprese: anche le famiglie stanno pagando a caro prezzo la politica monetaria europea, affrontando rate sempre più pesanti del mutuo acceso per la casa, la macchina o credito al consumo in generale. E di certo da qui a fine anno assisteremo una riduzione delle compravendite immobiliari e degli acquisti con un impatto pesante sull’economia reale. Mi auguro che la voce, purtroppo isolata, del Governo italiano venga ascoltata in Europa».

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