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Economia Piazza Gasparotto

“Rivoluzione verde e transizione ecologica”, dove vanno i soldi del Pnrr?

Una serie d'incontri, il primo è previsto per il 5 aprile presso il circolo Nadir, in cui si affronterà il tema degli investimenti e della sostenibilità promosso da Cgil, Laboratorio dell'inchiesta economica e sociale (Lies), Centro di documentazione e inchiesta sulla criminalità organizzata in Veneto, Coordinamento soci Nordest di Banca Etica, Iuav di Venezia e Libera

Una serie di incontri per ragionare su dove vanno i soldi del Pnrr. Una corposa analisi curata da Antonio Massariolo dell'Osservatorio civico sul Pnrr in Veneto lo mette in luce. L'attenzione si è concentrata in particolare sulla materia “energia” che sarà oggetto il 5 aprile alle 17.30 al circolo Nadir di piazza Gasparotto a Padova, del primo dibattito della serie “Apriamo la scatola nera. Progetti e risorse del Pnrr in Veneto: incontri per capire e per agire”.

La Missione 2 in Veneto vale 2,46 miliardi di euro, di cui 2,13 di PNRR e 334 milioni da altri fondi. I progetti racchiusi nella seconda missione sono 4033 di cui la maggior parte (2912) incentrati sulla componente numero 4, cioè quella riferita alla tutela del territorio e della risorsa idrica. La seconda componente per numero di progetti (916) è la prima, cioè quella riferita all’agricoltura sostenibile e all’economia circolare, seguita dalla due (energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile) e dalla tre (efficienza energetica e riqualificazione degli edifici), rispettivamente con 104 e 101 progetti

«La parte a cui abbiamo dedicato maggior approfondimento è quella dedicata alla materia “energia”, settore in cui rileviamo due questioni in particolare meritevoli di dibattito In quattro diversi Comuni sono stati finanziati impianti di produzione di biometano: Costa di Rovigo, Caorle, Noventa Vicentina e Gazzo Veronese. Solo questi quattro interventi valgono più di 27 milioni di euro ed i soggetti beneficiari sono Enibioch4In Quadruvium - S.R.L. Societa' Agricola – del gruppo Eni - Società Agricola Genagricola 1851 – del gruppo Generali - Società Agricola Agriman S.R.L. - di proprietà al 100% di Vallette Spa, amministrata da Francesco Franchin amministratore di Finam e con socio di maggioranza Angelo Mandato, amministratore di Bioman - e la Soc. Agr. Chiesone Srl – società bolzanina indirettamente partecipata da un fondo di private equity austriaco -, rispettivamente per 3.150.000, 6.300.000, 14.500.000 e 3.150.000 di euro. La domanda che poniamo anche in vista della discussione del 5 aprile, è se sia sensato finanziare con 27 milioni di euro progetti che con tutta probabilità si riveleranno sostenibili economicamente generando utili alle già floride società che le promuovono», spiega il giornalista Gianni Belloni, tra i promotori dell'iniziativa. Già coordinatore dell'Osservatorio ambiente e legalità di Venezia, è nel comitato scientifico del Laboratorio di analisi e ricerca sulla criminalità organizzata dell'Università di Torino (Larco). Giornalista, ha scritto inchieste e reportage sulla criminalità organizzata per quotidiani e riviste.

«Oltre 36 milioni sono poi destinati a sviluppare l'utilizzo dell'idrogeno in particolare nel settore mobilità. Questa scelta contrasta con quanto rilevato da molta letteratura scientifica sull'inefficienza dell'utilizzo dell'idrogeno per la mobilità e dall'esperienza della città di Montpellier in Francia dove, lo scorso anno, è stato cancellato un piano per acquistare più di 50 autobus a idrogeno dopo che i funzionari hanno stabilito che far funzionare la stessa quantità di autobus elettrici sarebbe costato solo un sesto del progetto originale, con un risparmio di 2,5 milioni di euro. Montpellier è stata seguita a ruota dalla città di Pau, pioniera nell'utilizzo di autobus a celle a combustibile a idrogeno, che ha deciso di porre fine al suo esperimento quadriennale con autobus per il trasporto alimentati a idrogeno. Il PNRR rappresenta il più importante investimento pubblico sullo sviluppo da decenni a questa parte ed è una fondamentale occasione per intervenire sui nodi problematici dello sviluppo italiano e veneto, come le diseguaglianze sociali e territoriali e la sostenibilità ambientale», evidenzia Belloni. «Un dibattito pubblico consapevole, sulla base di informazioni trasparenti e condivise, e il coinvolgimento della società civile nelle scelte da compiere potrebbero rappresentare anche una straordinaria opportunità per evitare il consolidamento di meccanismi corruttivi o cartelli collusivi nella gestione delle risorse», conclude Belloni nel presentare questo primo appuntamento. L'Osservatorio è promosso da Cgil del Veneto, Laboratorio dell'inchiesta economica e sociale (Lies), Centro di documentazione e di inchiesta sulla criminalità organizzata in Veneto (Cidv), Coordinamento soci Nordest di Banca Etica, Iuav di Venezia, Libera. 

Il programma dell'incontro

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