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Cultura Abano Terme

Tra emozioni e ironia, Valerio Mastandrea conquista il pubblico di Abano con "Ride", la sua opera prima da regista

L’attore romano sta girando l’Italia per presentare direttamente al pubblico il film, insieme alla protagonista, Chiara Martegiani, che racconta il dramma delle vedove di uomini che hanno perso la vita sul posto di lavoro

"Ride" è l’opera prima, in veste di regista, di Valerio Mastandrea. L’attore romano sta girando l’Italia per presentare direttamente al pubblico il film, insieme alla protagonista, Chiara Martegiani. Giunto alla settima edizione di Detour Festival del Cinema di Viaggio, alla sala Marconi di Abano Terme l'appuntamento è per sabato 23. Sala gremita, tutti i posti sono occupati. Il Detour Festival si sta appunto svolgendo tra Padova e Abano Terme. Cominciato  il 22 marzo, proseguirà fino al 31 marzo 2019.

Ha scelto una storia non banale, Valerio Mastandrea. E il film è un concentrato di quegli elementi che hanno reso questo artista quello che è. Una figura che al cinema da tanto non solo per le indubbie qualità attoriali ma anche per la sua sensibilità e il suo occhio attento a ciò che accade in tutti gli ambiti della società.

Il film

"Ride" è la storia di Carolina, che rimane vedova dopo che il marito perde la vita lavorando al turno di notte in fabbrica. «Storie di cui sentiamo troppo spesso e attorno alle quali - spiega al pubblico Mastandrea - per qualche giorno, creano un grande coinvolgimento emotivo. In tanti si stringono attorno a chi rimane, che inevitabilmente poi però rimane da solo. Il film parla di queste sofferenze, di come sia una esperienza personale anche vivere il proprio dolore, come non ci siano regole e come tutti coloro che vengono investiti da tragedie di questo tipo lo affrontano, lo vivono, ci convivono». L’undicenne Arturo Marchetti interpreta la parte del figlio di Carolina, ed è proprio da una conversazione tra i due che viene esplicitato in maniera chiara il perché del titolo, “Ride”. Una prova convincente quella del piccolo attore nella parte del coetaneo Bruno. Nel cast ci sono anche Renato Carpentieri che interpreta la parte del padre dell'uomo defunto. Un uomo in crisi che rappresenta la fine non di una generazione ma di una epoca e di una “classe”, quella operaia, che non esiste più ma della quale lui ha fatto parte. Lui come suo figlio. Nel cast anche Stefano Dionisi che si conferma il valido attore di sempre e una strepitosa Milena Vikotic che seppur coinvolta in una piccola parte rende quei pochi minuti sullo schermo tra i momenti memorabili del film. In "Ride" si esplorano diversi tipi di dolore, causati dalla stessa perdita, quella di un uomo che è padre, marito ma anche figlio di chi, con la convinzione di chi ha vissuto solo la fabbrica, la indica come unica via per vivere e che però invece sarà il viatico per la morte. 

Il pubblico

Il pubblico presente in sala ha dimostrato di apprezzare molto salutando la proiezione con un applauso davvero convinto e poi ascoltando le parole del regista e della principale interprete. I due, Valerio Mastandrea e Chiara Martegiani, sono uniti anche nella vita e durante tutto il dibattito che è seguito al film il feeling tra i due è stato uno degli elementi che ha più divertito il pubblico che ha interrogato i due, evidentemente molto ben disposti al dialogo senza risparmiare mai battute. Molto attuale, intimo, ironico, il film riflette davvero appieno le caratteristiche soprattutto umane di Mastandrea, che con questa storia davvero difficile, riesce nell’impresa di scuotere animi e cuori senza dare giudizi o risposte rassicuranti. 

Opere prime e distribuzione

Un film da vedere, che però, nonostante la qualità di quella che una volta si chiamava pellicola, il cast e l’importanza del tema trattato, non ha avuto quel sostegno e quella spinta che un’opera di questo tipo necessita. Fare questo tipo di film che raccontano il nostro tempo uscendo da stereotipi facili e ingannevoli, rischia di diventare sempre più arduo se poi, queste opere, non vengono accompagnate nel modo giusto. Non basta finanziarli per fare bella figura alle mostre e ai festival se poi non si mette nelle condizioni il pubblico di poterli guardare, questi film. Meccaniscmo che invece non si innesca, per favorire invece produzioni più grandi che non sempre però sono sinonimo di altrettanta qualità.  

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