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ELEZIONI 2022

Potti (Peghin sindaco): «Su Smart City Padova è in coda, ma noi possiamo dare la svolta»

Per il capolista della civica del candidato sindaco di centrodestra, una città per essere smart deve garantire l'accesso online a tutti i servizi, avere app di pubblica utilità, promuovere reti wi-fi pubbliche, rilasciare open data, potenziare l'uso social dei media creare reti intelligenti e adottare portafogli digitali

«Le chiamano Smart City. Sono semplicemente le città intelligenti. E nella classifica che ICity Rank ha pubblicato nel dicembre 2021, Padova non solo non è tra i primi dieci comuni, ma neppure nello scaglione dei successivi municipi che stanno lavorando bene, dove compaiono, invece, Verona e Venezia. Ebbene sì. Padova è 29esima con progettualità appena sufficienti: Vicenza la precede (28esima). Così davvero non va. Il mio impegno di legislatura sarà proprio trasformare il nostro comune e renderlo più inclusivo, più visibile, più attento ai cambiamenti». La voce è quella di Gianni Potti, capolista di Francesco Peghin sindaco. Per Potti una città per essere smart deve garantire l'accesso online a tutti i servizi, avere app di pubblica utilità, promuovere reti wi-fi pubbliche, rilasciare open data, potenziare l'uso social dei media creare reti intelligenti e adottare portafogli digitali. Sullo sfondo resta comunque la sfida di portare la fibra e la banda ultra larga in tutto il territorio e dall’altra parte educare, alfabetizzare, sui temi dell’etica digitale, della privacy e della cybersicurezza: sfide fondamentali oggi e ancor più nel prossimo futuro. «La tecnologia – prosegue Potti - non è il fine ma un mezzo. Il fine è il benessere dell’uomo. Per le app gratuite il riferimento è a tematiche quali sicurezza, mobilità, rifiuti, giovani, cultura e turismo. Mentre per i servizi on line l'attenzione è a materie come edilizia, attività produttive, anagrafe, scuola e tasse. Senza scordare il grande tema della salute. Senza dimenticare la precondizione che è il completamento della fibra, questione urgente, in tutta l’area urbana. Voglio lavorare per una maggiore efficienza energetica degli edifici comunali, - prosegue Potti - voglio investire nella mobilità elettrica e nella viabilità intelligente, voglio promuovere un'urbanistica a misura d'uomo, voglio investire nella gestione delle risorse rinnovabili e dei materiali non rinnovabili. Oggi questo significa inclusività e coinvolgimento di tutti, giovani e meno giovani, in sostanza fare comunità. Ecco che la smart city non è solo lo spezzatino di tecnologie innovative - chiude Potti - ma una visione della città e del suo sviluppo futuro. La vera smart city è una sorta di dashboard (una consolle di comando) dalla quale gestire i servizi ai cittadini e grazie all’analisi dei dati avere informazioni preziose per governare la città di oggi e di domani. Ecco che diventa fondamentale pensare alla smart city come alla moderna urbanistica, in una logica di area vasta metropolitana al centro del Veneto».

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