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Finita l'accoglienza invernale, le strutture comunale hanno accolto il 20% di persone in più

L'assessora Colonnello: «E’ evidente che bisogna correggere a monte il sistema migratorio e pretendere dallo Stato e dalla Regione risposte concrete sul tema della casa»

Con 169 persone accolte, il 20% in più rispetto alle 141 dell’anno precedente, si è concluso il Piano di accoglienza invernale attivato in città, tra novembre e febbraio, per offrire aiuto e supporto a chi si trova a vivere in condizioni di maggiore fragilità. Un progetto lungo 107 giorni, dal 15 novembre al 28 febbraio, preparato per tempo e curato dal settore Servizi Sociali del Comune, realizzato grazie alla collaborazione tra enti, parrocchie, associazioni del territorio, che è stato prolungato di ulteriori 15 giorni, fino al 15 marzo, garantendo 36 posti letto per persone residenti a Padova o in situazione di vulnerabilità.

I numeri

Per rispondere alle necessità di accoglienza, il numero di strutture aperte è andato aumentando: da 1 struttura a novembre, a 6 a dicembre, a 8 a gennaio, fino ad arrivare a febbraio con un totale di 9 strutture aperte e 92 posti letto. A questi si aggiungono, poi, gli ulteriori 82 posti letto, disponibili tutto l’anno, dell’Asilo notturno che quest’inverno ha accolto 116 ospiti, 8 in più rispetto allo scorso anno. Le 9 strutture che hanno composto la mappa dell’accoglienza sono: Altichiero, Casa a Colori, Casa Santa Chiara, ex Ostello, Gabelli, Patronato Torresino, San Bellino, San Filippo Neri, Santissima Trinità. I 161 uomini e 8 donne accolti durante l’inverno è un dato in crescita rispetto allo scorso anno che attesta l’aumento di 28 unità, con 25 uomini e 3 donne in più. Tra gli accolti, 21 le persone conosciute che avevano già usufruito del servizio anche l’anno precedente.

Il report

Sono 71 persone residenti a Padova e nei comuni dell’ambito territoriale, in aumento rispetto alle 53 di un anno fa; 26 residenti in altri comuni italiani, a fronte dei 16 dell’anno scorso, 72 persone prive di residenza, 1 in meno rispetto all’anno precedente. In aumento i regolari, che sono 104 rispetto agli 83 dell’anno scorso; in diminuzione gli irregolari, con permesso scaduto, in presenza di motivi ostativi al rinnovo, o persone che non hanno mai chiesto la regolarizzazione, che sono 41 a fronte dei 46 del passato; in aumento anche i richiedenti asilo, 24 rispetto ai 13 dell’anno precedente. Un ulteriore dato riguarda l’Asilo notturno che, al termine dell’accoglienza invernale, registra 20 persone stabilmente entrate in struttura, 1 in più rispetto all’anno ‘22/’23. Molte delle persone accolte sono straniere, il report rileva 26 nazionalità diverse; tra i gruppi più numerosi: Marocco, Tunisia, Italia, Romania, Nigeria, Algeria, Gambia, Pakistan, Somalia, Ucraina, Camerun.

L'assessora Colonnello

«Ringrazio volontari, operatori dei nostri servizi sociali, e tutti coloro che hanno operato e operano, a vario titolo, per rendere così speciale questa sinergia solidale di comunità – sostiene l’assessora al Sociale, Margherita Colonnello – .Presentiamo il risultato di quello che è stato un lavoro di vicinanza umana, più che un piano per affrontare un’emergenza. Siamo riusciti a partire due settimane prima, rispetto al primo dicembre, e a finire dopo il termine previsto dal piano, con un aumento delle accoglienze: 28 persone in più rispetto all’anno scorso, e questo grazie al grande impegno dei servizi sociali e alla rete della solidarietà cittadina, alla collaborazione del terzo settore, delle parrocchie, della società civile, che si confermano di anno in anno, sempre più forti e concrete. L’attenzione per le persone fragili, senza dimora, per noi, prosegue, tutto l’anno, al di là delle emergenze che riusciamo a gestire, ma servono più risorse perché lo sforzo dei Comuni non è sufficiente per mettere a regime un sistema di accoglienza strutturato. Ci interroghiamo, poi, sulle cause del fenomeno: tra gli accolti, molti sono lavoratori stranieri. E’ evidente che bisogna correggere a monte il sistema migratorio e pretendere dallo Stato e dalla Regione risposte concrete sul tema della casa».

Gli "attori"

Il progetto di accoglienza invernale, messo a punto dal settore Servizi Sociali del Comune di Padova, si è realizzato grazie alla collaborazione prestata per tutto il periodo di attivazione del piano dalla Struttura Immigrazione dell’Aulss 6, dalla Croce Rossa Italiana, dal Ser.D., dalle sei unità di strada di diverse associazioni di volontariato - Croce Rossa, Comunità di Sant’Egidio, Papa Giovanni XXIII, Noi sulla strada, Medici in Strada, Guardian Angels -, dalla Caritas diocesana, dalle parrocchie e Comunità di Sant’Egidio che hanno garantito l’apertura delle strutture di ospitalità. Il progetto ha coinvolto una ventina di operatori sociali ed educatori delle cooperative coinvolte nel progetto, circa 80 volontari formati che prestavano servizio nell’accoglienza e altrettanti volontari delle unità di strada che operavano tutti i giorni della settimana per fornire sostegno ed assistenza sanitaria alle persone. Il report fornisce numeri anche sui servizi di assistenza sanitaria svolti dalla Struttura Immigrazione dell’Aulss 6, Croce Rossa, Ser.D. di Padova: nel corso dell’apertura del piano di accoglienza l’Aulss 6 ha rilasciato 127 idoneità sanitarie, 21 a persone italiane e 106 di altra nazionalità, necessarie per poter accedere alle strutture di accoglienza.

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