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Fate le brave: otto incontri di donne per contrastare la violenza economica di genere

Parte ad ottobre il progetto di Educazione Finanziaria realizzato da Ordine delle Psicologhe e Psicologi del Veneto e Cantiere Delle Donne

«Fingap», un neologismo per una pratica tanto radicata nel tempo quanto ingiusta: la differenza di paga e, in generale, di trattamento economico, fra donne e uomini. Stesso lavoro, stessa posizione, paghe diverse. Per informare sul tema l’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi del Veneto e il Cantiere delle donne  organizza un ciclo di otto appuntamenti gratuiti, da ottobre 2022 a maggio 2023, tenuti da donne, 19 e dedicati alle donne con l’eccezione di un relatore uomo. «Fate le brave», il nome del progetto, che gioca sul passaggio da italiano a inglese, lingua in cui brave significa coraggiose. Non avere un reddito proprio è uno dei fattori che può contribuire al sorgere e al persistere di una situazione di violenza.

Sandi

«Sono orgogliosa di aver visto nascere "Fate le Brave" - commenta Federica Sandi, Segretario e Consigliera Ordine degli Psicologi del Veneto -, un progetto che vuole promuovere la cultura contro la violenza di genere ponendo in particolar modo l'attenzione sulla violenza economica, di cui non si parla spesso ma che ha una ricaduta importante sulla libertà delle donne e sul loro benessere psicologico. Un tema che rientra nell’impegno e tra le priorità dell’Ordine. La forza e il potenziale di “Fate le Brave” sta nell’essere pensato e realizzato da una rete di portatori di interesse molto differenti tra loro, ma legati da un'esperienza diretta con la violenza di genere. Il sostegno che questa rete sta ottenendo aiuterà ad intravedere una possibilità di uscita dalla solitudine che la violenza comporta. Per le donne che non vivono una situazione di violenza sarà l'occasione importante per aumentare le proprie competenze e la consapevolezza di cosa sia la violenza di genere economica».

Cantiere delle donne

«Rete, volontariato, professionalità, donne e la volontà ferma di andare a togliere il velo alla violenza economica – spiega Micaela Faggiani, Presidente de Il Cantiere delle Donne - con un progetto costruito dal basso, per parlare in particolare a tante altre donne, che magari con la finanza e i soldi non vorrebbero avere a che fare o non è loro permesso. Fate le brave è tutto questo, a partire dal titolo. E come Presidente dell'associazione che rappresento, ne sono molto orgogliosa, in quanto rappresenta a pieno lo spirito e l'anima del Cantiere delle donne, che dalla pandemia continua a tessere relazioni e a lavorare per l'empowerment femminile con la sua rivoluzione gentile. Anche in questo modo, di gruppo, per migliorare nel suo piccolo il mondo in cui viviamo, all'insegna della professionalità femminile e dell'economia a 360 gradi».

Sgreva

«Assicurare la stabilità e la solidità finanziaria ad una persona, ad una famiglia, ad un’azienda significa innanzitutto metterla al riparo dai rischi – afferma Roberta Sgreva, consulente finanziario e coordinatrice del progetto Fate le Brave -: il rischio di lunga vita e quindi di sopravvivere ai propri risparmi, di non avere una pensione integrativa, di non essere coperto in caso di infortunio o di non avere autonomia di compiere una scelta. Nel mio lavoro mi sono rapportata soprattutto con uomini, le poche donne con cui interagisco è perché sono divorziate o vedove che spesso delegano ad altri la gestione delle proprie finanze.»

Il progetto

E' trasversale e si struttura in focus tematici che ricoprono i principali aspetti della gestione economica personale, lavorativa e familiare delle donne rivolto alle donne che vogliono conoscere i loro diritti, rafforzare le loro conoscenze e di confrontare le loro esperienze con quelle di altre donne di diversa estrazione sociale e professioni. Recenti indagini hanno confermato che, in Italia, l’educazione in materia economico-finanziaria delle donne è inferiore rispetto a quella degli uomini. Secondo il rapporto Women in financial services 2020 redatto dalla società di consulenza Oliver Wyman, le donne impegnate nella finanza ricoprono nei comitati esecutivi circa il 20%, e nei consigli di amministrazione il 23%.  Eppure, secondo la stessa ricerca una maggiore presenza di donne nei ruoli esecutivi in finanza è in grado di generare un’opportunità di maggiori ricavi per 700 miliardi di dollari, grazie al migliore servizio offerto alle donne clienti.

Dati

Un’importante discrepanza si legge anche nel confronto dei dati accademici con quelli occupazionali: le donne costituiscono il 60% dei laureati in Italia ed hanno performance nettamente migliori rispetto ai maschi. Nel percorso universitario le donne primeggiano sia nei tempi, più brevi, di conseguimento della laurea; sia nella conciliazione studio/lavoro; sia nelle votazioni finali; sia per la percentuale di conclusione del corso di studio (60% donne – 55% uomini). Tuttavia, sul mercato del lavoro il tasso occupazionale dei laureati è largamente a vantaggio degli uomini (ante Covid, a 5 anni dalla laurea hanno stabile occupazione circa l’85% delle donne e il 92% degli uomini. In presenza di figli il divario si aggrava notevolmente. In termini retributivi gli uomini guadagnano in media il 29% in più delle donne. Il Covid ha avuto un’ingerenza nefasta su questi dati allargando le differenze occupazionali e retributive in modo pesantissimo. La discrepanza di genere potrebbe essere colmata, secondo i calcoli, in 257 anni. Oltre la violenza fisica perpetrata a danno delle donne c’è anche la violenza economica nascosta è subdola ma distruttiva. La libertà della donna passa dalla sua irrinunciabile indipendenza economica.

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