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Appello per il cessate il fuoco a Gaza, un centinaio le firme consegnate a Palazzo Moroni

Un gruppo di cittadini ha protocollato la richiesta in Comune rivolta all'amministrazione affinchè prenda posizione ufficialmente, chiedendo anche alla comunità ebraica di farsi sentire

Depositato a Palazzo Moroni un appello firmato da un centinaio di cittadini per chiedere all'amministrazione di prendere posizione sulla guerra chiedendo di cessare il fuoco. «Siamo un gruppo di cittadine e cittadini che ritengono ormai intollerabile il silenzio su quanto sta accadendo a Gaza e in Cisgiordania - scrivono nell'appello, preparato da Giuliana Beltrame e Rosalia Toller - .Migliaia di vittime, di cui più di 10.000 bambini, migliaia di persone sotto le macerie dei bombardamenti, decine di migliaia di feriti che non possono essere curati adeguatamente negli ospedali bombardati da Israele, il 90% degli edifici rasi al suolo, infrastrutture economiche e un patrimonio storico culturale distrutti.

Si continuano ad uccidere giornalisti (grave danno per un’informazione su ciò che avviene a Gaza) e funzionari dell’Onu (138 ad oggi), si impedisce l’ingresso alla stampa internazionale indipendente e si bombardano ambulanze che trasportano feriti e convogli umanitari. Le stragi quotidiane mettono a rischio anche la vita degli ostaggi i quali, oltre a condividere la situazione brutale a cui è costretta la popolazione nella striscia di Gaza, rischiano di essere uccisi dal “fuoco amico”.

La politica della prova di forza non ha mai portato a soluzioni e anzi ha seminato il terreno di odio che renderà sempre più difficile, se non impossibile, una futura convivenza tra popolazioni che hanno diritto a vivere su quella terra. Non è più tempo di tacere: la stampa derubrica sistematicamente le stragi compiute dall’IDF a “reazione israeliana” o a “missione per distruggere Hamas”. Un po’ come colui che, in Europa Orientale, chiama una guerra “operazione speciale”. Con il silenzio delle istituzioni pubbliche e di gran parte della stampa su oltre 100 giorni di stragi, cosa risponderemo a figlie/i e nipoti quando ci chiederanno: Voi cosa avete fatto? Oggi non possiamo dire che non sapevamo. Chiedere la fine di tutto questo esula da un discorso di parte, risponde piuttosto ad una elementare esigenza di umanità e tutela del diritto alla vita.

Chiediamo con forza al Consiglio Comunale, organo di rappresentanza di noi cittadine e cittadini del Comune, di alzare la sua voce in tutte le sedi che riterrà necessarie per chiedere il Cessate il fuoco immediato, il soccorso alimentare e sanitario e l’avvio della ricostruzione a Gaza per i suoi abitanti.

Con altrettanta forza chiediamo alla Comunità ebraica di Padova di unire la sua voce alle tante comunità che nel mondo ed anche in Israele chiedono al Governo israeliano di fermare questa follia. Condannare ogni strage di civili non ha niente a che fare con l’antisemitismo, va al contrario in direzione del riconoscimento del diritto di tutti i popoli a vivere, non a morire, nella propria terra. La lezione universale dell’Olocausto è quella di non de-umanizzare e non infliggere ad altri la stessa sofferenza. Per smettere di alimentare una spirale di odio che non può che abbattersi anche sull’Europa, di avallare gravi violazioni del diritto internazionale in una situazione in cui ogni limite di tutela dei civili è saltato creando un precedente che può pericolosamente operare contro ogni popolo.

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