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Domenica, 28 Aprile 2024
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Infortuni e malattie professionali, boom di denunce in Veneto: Padova la provincia più colpita

A livello territoriale è Padova la provincia dalla quale sono giunte il maggior numero di denunce di malattie professionali nel 2022 (1.163, +21,9%), seguita da Venezia (587, -2,2%) e Verona (586, +7,1%)

Continuano a crescere le denunce di infortuni e di malattie professionali in Veneto, registrando nel 2022 un incremento pari al 20,8% rispetto al 2021 per i primi - di cui quelli con esito mortale saliti del 7,6% - e pari al 14,7% per le seconde: è la fotografia restituita dagli ultimi dati disponibili sulle denunce giunte a Inail Veneto presentati oggi in anteprima a Mestre, nella sede di Cisl Veneto, nel corso del seminario di lancio di “Take Care Of You”, progetto di informazione e prevenzione delle malattie professionali nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura promosso da Cisl Veneto e cofinanziato da Inail Veneto. 

Infortuni

Sono numeri che evidenziano come la fine dell’emergenza sanitaria e la ripresa delle attività economiche e produttive abbiano riportato l’andamento infortunistico al periodo prepandemia: ben 83.885 in totale gli infortuni denunciati nel 2022 (a fronte dei 69.427 dell’anno precedente), tra cui 113 con esito mortale (105 nel 2021). Concentrando l’osservazione sui soli infortuni accaduti in occasione di lavoro, (72.761 nel 2022, rispetto ai 59.836 del 2021), e guardando ai singoli settori, sono manifatturiero, sanità e assistenza sociale, trasporto e magazzinaggio i tre che registrano le più alte numerosità di denunce. Nello specifico, per quelli con esito mortale troviamo al primo posto di nuovo il manifatturiero con 17 denunce (+30,8% rispetto al 2021), seguito da costruzioni con 15 denunce (+ 87,5%) e trasporto e magazzinaggio con 8 (-11,1%). Rispetto alle province, analizzando le denunce di infortuni complessivi (in occasione di lavoro e in itinere) con esito mortale accaduti in Veneto nel 2022, è la provincia di Verona (26) la più colpita, seguita da Venezia (22) e Vicenza (19).

Denunce

Anche le denunce di malattie professionali non accennano ad arrestarsi, passando dalle 3.416 del 2021 alle 3.917 presentate lo scorso anno. Di questi oltre 3.200 casi sono stati denunciati in Veneto nel 2022 (+18,9% rispetto al 2021 nel macrosettore industria e servizi, in cui troviamo ad esempio costruzioni e attività manifatturiere, ma anche sanità e assistenza sociale; in agricoltura invece sono quasi 690 (-2,4% rispetto al 2021, ma a fronte anche di un calo dell’occupazione). A livello territoriale è Padova la provincia dalla quale sono giunte il maggior numero di denunce di malattie professionali nel 2022 (1.163, +21,9%), seguita da Venezia (587, -2,2%) e Verona (586, +7,1%). «I dati parlano chiaro e la tendenza di crescita non si spiega esclusivamente con la ripresa delle attività del post pandemia – sostiene Gianfranco Refosco, segretario generale di Cisl Veneto –. Nella nostra regione, come nel resto del Paese, gli infortuni non diminuiscono da anni, indicandoci un trend davvero preoccupante. Lo stesso vale per le malattie professionali cresciute pure nel 2022 e spesso sottovalutate: servono anche rispetto a queste maggiore consapevolezza e comportamenti responsabili sviluppati nel tempo. Prevenzione e formazione, sono le nostre parole d’ordine, che tradurremo in atti concreti con il progetto di Cisl Veneto e Inail Veneto, con l’obiettivo di raggiungere circa 4mila lavoratrici e lavoratori».

"Take care of you"

E in effetti i numeri presentati sottolineano l’urgenza di una capillare e continua attività di prevenzione in materia sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. È ciò che si intende fare appunto con il progetto “Take care of you”, in avvio nei prossimi mesi, promosso da Cisl Veneto – insieme alle categorie Fai Cisl (agricoltura) e Filca Cisl (edilizia) –, cofinanziato da Inail Veneto sulla base dell’avviso regionale 2022, e realizzato con la collaborazione di Anapia-Ial Veneto (ente di formazione di Cisl) e il supporto tecnico-scientifico di HeadUp, spin-off dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Il progetto si rivolge nello specifico ai lavoratori e alle lavoratrici dei settori dell’edilizia e dell’agricoltura, ambiti produttivi in cui i rischi possono essere maggiormente sottovalutati.

Settori

Per il settore costruzioni tra i principali infortuni denunciati vi sono lesioni e fratture della mano, seguono la colonna vertebrale e la caviglia. Le malattie professionali più frequenti sono le patologie legate al sistema ostemuscolare, tessuto connettivo, sistema nervoso, orecchio, sistema respiratorio e tumori. Per il settore agricoltura, invece, la causa più frequente di infortuni è lo scivolamento, seguita dalla “perdita di controllo totale o parziale di una macchina”, dove nella maggior parte dei casi i decessi vedono coinvolti il trattore. Tra le malattie professionali maggiormente riscontrate vi sono patologie legate al sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio. Malattie che nel lavoro agricolo hanno un rischio molto elevato di essere contratte a causa dell’uso di antiparassitari, ma anche per l’esposizione alle intemperie o per l’uso di posture spesso non corrette.

Inail Veneto

«Il progetto ha trovato l’approvazione di Inail anche perché fortemente innovativo, tecnologico e quindi accessibile non solo da una vasta platea di lavoratori, ma anche da studenti impegnati in percorsi di studio attinenti ai due settori individuati dal progetto» sottolinea Enza Scarpa, direttore di Inail Veneto. «Nuovi strumenti didattici, nuovi setting formativi, nuove modalità di apprendimento saranno sperimentati con questo progetto dove Inail, Cisl Veneto e Università Ca’ Foscari condivideranno il proprio know how per garantire ai lavoratori una maggior conoscenza sui rischi presenti negli ambienti lavorativi e di acquisire le competenze necessarie per una corretta gestione degli stessi. Il nostro obiettivo comune è la massima riduzione degli infortuni e delle malattie professionali e favorire la crescita della cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro».

Dati

«Tra i numeri presentati, un dato che fa molto riflettere – aggiunge ancora Refosco – è anche quello relativo all’età degli infortuni mortali. Si muore di più tra i 50 e i 64 anni, fascia di età che vede ben oltre terzo del totale dei decessi, ma con un’incidenza davvero allarmante, rispetto agli occupati, dei giovanissimi tra 15 e 24 anni. Perciò il nostro progetto è indirizzato anche agli studenti di alcuni istituti scolastici, per favorire una diffusione più ampia possibile della cultura della salute e sicurezza, già a partire dal percorso scolastico ed educativo». «Uno dei modi più significativi ed efficaci che abbiamo per incidere fortemente sulle persone è la formazione, che significa renderle consapevoli – sottolinea Giovanni Finotto, coordinatore didattico del Master Scienza e tecniche prevenzione e sicurezza-HSE dell’Università Ca’ Foscari Venezia –. Il progetto va proprio in tale direzione: è un percorso di acquisizione della consapevolezza. Attraverso l’utilizzo di pillole informative cerchiamo di aprire delle strade e delle visioni nei lavoratori, da una parte per sollecitarli a prestare la giusta attenzione a una serie di pericoli e dall’altra per indicare i corretti comportamenti da adottare. Per fare questo utilizziamo strumenti formativi nuovi: brevi pillole video, semplici e dirette dal punto di vista comunicativo ma che trattano argomenti particolarmente complessi con parole e immagini». Numerose le azioni di comunicazione e prevenzione previste dal progetto, che partirà dalle assemblee con i lavoratori e dalle iniziative pubbliche, fino agli incontri con gli studenti degli ultimi anni di istituti agrari, di scuole edili e di istituti professionali del territorio.

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