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Martedì, 30 Aprile 2024
Attualità

Alla Mandria in 1000 senza medico di base. Parte la raccolta firme e la protesta di Lorenzoni

L'ex vicesindaco e oggi portavoce dell'opposizione a Zaia: «Altro che punta di eccellenza, da anni manca la lungimiranza e la progettualità da parte della Regione»

«Il caso degli oltre mille cittadini della Mandria senza medico di base è solo l’ultimo dei disservizi in materia di sanità. Altro che punta di eccellenza, da anni manca la lungimiranza e la progettualità da parte della Regione». Così il portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni sul caso dei pochi medici di base.

Padova

«E non si controbatta col solito mantra di andare a vedere cosa accade nelle altre Regioni italiane. Decine di anziani e fragili del quartiere sono stati privati di un servizio fondamentale, e sancito costituzionalmente - prosegue l'ex sindaco di Padova - .La soluzione non dev’essere quella del mero spostamento del paziente da una zona all’altra della città. Il medico di famiglia rimane un punto di riferimento imprescindibile per una comunità e l’amministrazione regionale, oltre ad assicurare tempestività ed efficacia di cure per gli acuti, è chiamata anche a gestire la continuità assistenziale di prossimità. Evidentemente, negli anni scorsi c’è stata scarsa capacità di visione. Non tutto può essere giustificato con i tanti medici che sono andati in pensione. E adesso ne paghiamo le conseguenze».

Raccolta firme

Lorenzoni, peraltro, sostiene con forza l’iniziativa della raccolta firme avviata da alcuni residenti della Mandria: «Una mobilitazione che serve per sensibilizzare l’opinione pubblica e, speriamo, per far ritornare al più presto il medico di base stesso - chiude Lorenzoni, che poi in tema di sanità veneta, precisa - .Vi è pure la questione degli specializzandi che hanno abbandonato le scuole di formazione. C'è un clima di forte disagio e questo lo si deduce non solo dal numero degli abbandoni, ma anche per via delle richieste frustrate da parte del personale sanitario, a tutti i livelli».

Pd

«Indispensabile intervento urgente della Regione. Situazione inaccettabile, emblema inequivocabile di un sistema sanitario lasciato nel degrado - aggiunge Vanessa Camani, consigliera regionale del Pd - .La situazione di forte disagio che si sta verificando nel quartiere Armistizio di Padova è la dimostrazione inequivocabile che il sistema della sanità pubblica veneta è ormai in caduta libera, abbandonata al degrado. Non è possibile infatti che un'intera zona di una delle più importanti città della nostra regione si ritrovi contemporaneamente senza medico di famiglia e senza un punto prelievi. Su questa vicenda chiederò urgentemente alla Giunta, attraverso un'interrogazione, di fare chiarezza e soprattutto di intervenire per ripristinare immediatamente questi servizi che sono indispensabili per migliaia di cittadini. Sono due i punti dolenti su cui voglio fare luce e su cui sono già state raccolte centinaia di firme da petizioni popolari. La prima questione riguarda la sostituzione della dottoressa Marilena Gallo, il cui pensionamento del 1 giugno ha lasciato un enorme numero di utenti senza un medico di famiglia in quartiere. Gli altri medici della zona, infatti, non hanno posto per ulteriori pazienti e le famiglie di Mandria, Paltana e Voltabrusegana si vedono costrette a dover cercare un medico in altri quartieri o altri comuni. Sosteniamo con forza la petizione dei cittadini, che chiedono che la dottoressa Gallo venga sostituita con un altro medico. La seconda questione - prosegue l'esponente dem - riguarda invece i servizi sanitari sul territorio ed in particolare il punto prelievi che, fino al 2020, era attivo presso l’Opera Immacolata Concezione di Mandria grazie ad una convenzione con ULS6. Anche su questo chiediamo alla giunta di intervenire per ripristinare il punto prelievi all’OIC, chiuso con il Covid e mai riaperto, per permettere ai cittadini del quartiere Armistizio di poter fare un prelievo di sangue senza dove effettuare lunghi viaggi». 


 

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