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Venerdì, 26 Aprile 2024
Attualità Montegrotto Terme

Millepini, partono i lavori ma senza autorizzazioni: sequestrati cumuli di terra e roccia

Il sindaco di Montegrotto: «Tutto deve essere fatto nel rispetto del paesaggio e seguendo i principi di legalità, che non possono venire meno per nessuna opera, per quanto importante»

La Procura di Padova ha disposto il sequestro dei cumuli di terra e rocce scavati dal giardino dell’hotel Millepini e spostati nella ex cava di Trachite di Turri, nell'ambito di lavori che secondo la magistratura sarebbero stati avviati senza le necessarie autorizzazioni. Sul caso è intervenuto oggi, 9 giugno, il sindaco di Montegrotto Terme, Riccardo Mortandello che ha espresso preoccupazione sul provvedimento che tuttavia non ha portato ad uno stop alla costruzione della nuova piscina dell’hotel. «Abbiamo appreso - spiega Riccardo Mortandello - che la Procura della Repubblica ha sequestrato i cumuli di terra e massi scavati dall’hotel Millepini e siamo preoccupati per la decisione di dare avvio a lavori importanti senza aver completato la pratica per la richiesta delle autorizzazioni e aver ottenuto il via libera. Come sempre questa amministrazione sostiene tutte le attività imprenditoriali che possano portare vantaggio al nostro territorio a vocazione turistica, ma tutto deve essere fatto nel rispetto del paesaggio, soprattutto all’interno di una zona di tutela qual è il Parco regionale dei Colli Euganei, e seguendo i principi di legalità, che non possono venire meno per nessuna opera, per quanto importante».

Il verbale dei carabinieri forestali

Il verbale dei carabinieri forestali inviato in copia al Comune di Montegrotto Terme dispone il sequestro di due cumuli di terra e rocce di circa 1000 e 9000  metri cubi trovati in un sopralluogo del 26 maggio nell’ex cava di trachite euganea in località Scagliole area soggetta al vincolo paesaggistico all’interno del Parco Regionale dei Colli Euganei. La terra è stata scavata dal giardino dell’hotel Millepini e trasportata lì. Entrambi i siti sono di proprietà di Emanuele Boaretto, che nelle scorse settimane ha chiesto all’Ente Parco un’autorizzazione paesaggistica per deposito temporaneo di terreno, richiesta ancora in fase di istruttoria quanto carente di passaggi fondamentali. Tanto che l’ente Parco aveva chiesto il 12 maggio di sospendere l’istanza richiedendo di allegare una relazione tecnico-naturalistica e di fornire informazioni più approfondite relative al periodo si stoccaggio, al volume e alla qualità del terreno stoccato e a eventuali misure di contenimento per possibili percolazioni. 

Lavori non autorizzati

I lavori sono stati eseguiti senza autorizzazione e il 29 maggio è arrivata la richiesta del sequestro della ex cava con le accuse per Emanuele Boaretto (richiedente l’autorizzazione e progettista dell’opera) e per Claudio Toniolo (legale rappresentante della ditta che ha scavato terreno e rocce dal cantiere dell’hotel Millepini e li ha depositati nella cava) per i reati di opere eseguite in assenza di autorizzazione (cosa non consentita all’interno del Parco) e gestione illecita di rifiuti per il deposito delle le terre e rocce provenienti dalle attività di scavo. «Ci auguriamo - conclude il sindaco Riccardo Mortandello - che un’opera importante per il futuro del nostro territorio oltre che dell’imprenditore venga eseguita seguendo i criteri della legalità e nel rispetto del territorio che è patrimonio di tutti».

La replica di Millepini Immobiliare srl

La Millepini Immobiliare srl, attraverso il suo legale, l'avvocato Luigino Maria Martellato, dello studio Legale Antonucci Martellato, ha replicato con una nota che di seguito pubblichiamo: “I lavori per la costruzione dello spazio sommerso accanto ad Y-40 non sono stati bloccati, ma stanno proseguendo normalmente; si è trattato di un provvedimento preventivo relativo a 2 cumuli di terra e roccia nell’area di cantiere per la costruzione della nuova Phi 12. Il provvedimento è stato già impugnato nelle sedi competenti rappresentando la piena legittimità dell’operato, che a nostro parere è stato mal interpretato. Peraltro il sito in questione, non è l’ex cava, bensì il piazzale della Millepini Immobiliare, un tempo di proprietà della ditta Trachite Euganea, attualmente occupato dai residui di lavorazione della trachite depositata in cumuli, come quelli contestati. Pertanto, essendo area di cantiere anche quella, come da Piano Sicurezza di Cantiere, in quell’area possono essere stoccati sia terra proveniente da scavi, che materiale e attrezzatura utile al cantiere per la realizzazione di Phi 12. Si tratta, infatti, di un piazzale di un’attività produttiva di proprietà della Millepini Immobiliare, e pertanto esente dalla richiesta e contigua alla costruzione in itinere. Come prescritto per legge abbiamo fatto l’analisi di terra e rocce da scavo e sono risultate perfettamente a norma, mentre il deposito di terreno che verrà poi riutilizzato nei reinterri non è incontrollato come scritto, bensì assicurato in una zona di proprietà recintata. Inoltre, le quantità che sono state indicate nel verbale si sono dimostrate errate, in quanto il volume è stato dichiarato in quantità triplicata rispetto all’esattezza, commettendo un errore di calcolo che abbiamo già contestato e certificato. Auspichiamo per il prosieguo che ogni comunicazione sia formulata solo previa corretta informazione e documentazione, al fine di evitare gratuite imprecisioni”.

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