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Musei, Scrovegni e biblioteche aperte di notte per gli studenti delle scuole serali

Una comunità fatta da almeno 500 persone, considerata finora «non pubblico» che avrà il privilegio di accedere al patrimonio artistico culturale della città in orari solitamente inaccessibili

Musei, biblioteche e Cappella degli Scrovegni aperti fuori orario per gli studenti delle scuole serali. Una comunità fatta da almeno 500 persone, considerata finora «non pubblico» che avrà il privilegio di accedere al patrimonio artistico culturale della città in orari solitamente inaccessibili. Al contrario di ciò che s'immagina, la maggior parte di loro non sono adulti, ma adolescenti che hanno lasciato la scuola soprattutto durante la pandemia e che ora hanno voglia di prendersi un diploma e una rivincita.

Il progetto

Un progetto voluto dall'assessora al sociale Margherita Colonnello, reso poi possibile grazie al contributo dell'Università, del Musme, del sistema bibliotecario, dei Musei civici e dell'Orchestra di Padova e del Veneto, che garantiranno l'apertura dei loro siti di sera e in alcuni casi anche delle visite guidate esclusive. Si chiama “Crescere di notte” e prevede l'apertura del museo Eremitani, della Cappella degli Scrovegni, delle biblioteche Metelli, Liviano e Beato Pellegrino, oltre ai musei del Bo, del Musme e di assistere ai concerti dell'Opv. «Nell'immaginario collettivo si pensa ad una classe fatta da adulti che per motivi di lavoro o per rivincita frequentano le scuole serali - spiega l'assessora Colonnello - ma l'età media in realtà è cambiata soprattutto dopo il Covid. Purtroppo per loro mancano occasioni di uscite insieme, ma proprio da loro è arrivata invece la richiesta e noi siamo felici di essere riusciti ad intercettarla».

Il ruolo dell'Università

«L'Università è entusiasta di partecipare ad un'iniziativa del genere, perché l'inclusione è un nostro principio fondamentale, così come il diritto alla cultura» commenta Barbara Arfè, prorettrice in materia di inclusione e disabilità al Bo. Saranno i docenti a contattare direttamente le strutture per organizzare la data della visita, che in alcuni casi si spingerà anche fino alle 22. Non servirà un numero minimo di partecipanti e quindi il piano andrà avanti anche qualora dovessero essere pochi gli studenti interessati: «Ma noi siamo convinti che non sarà così, perché ci hanno già dimostrato di voler essere protagonisti di questa avventura» assicura Colonnello.

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