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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Sergio Giordani: «Dove sei anni fa ho trovato il degrado, ora c'è decoro e voglia di condivisione»

Il primo cittadino di Padova ha fatto il bilancio del suo lavoro, ricordando che ogni singolo residente e studente che vive la città è un punto fermo del suo programma a cui voler dare risposte concrete su tutti i fronti

Sergio Giordani, sindaco di Padova, a ruota libera a sei anni da quando è diventato per la prima volta primo cittadino della città del Santo. «Quando mi sono insediato la città viveva alcune acute criticità legate a degrado, microcriminalità, spaccio diffuso. Fin dal 2017 ho indicato la mia strada per lavorare a un loro graduale superamento, anche su questi aspetti ho chiesto la fiducia dei padovani e anche su questi aspetti ho avuto il loro consenso. Da sempre penso che Il benessere complessivo della comunità, il diritto alla sicurezza dei cittadini, una società più coesa e solidale non passi solo dalla necessaria attività repressiva delle forze dell’ordine, pur necessaria ed encomiabile, ma ho prima annunciato e poi messo in atto un piano di rivitalizzazione della città e di tutti i sui quartieri aumentando in maniera esponenziale i fondi per cura sociale delle marginalità e prevenzione delle stesse oltre che per attività culturali, aggregative, ludiche, sportive. Credevo e credo che solo una città più viva e aperta sarebbe stata una città più vivibile». 

Il primo mandato

Giordani ha fatto il riassunto dei primi cinque anni e ha precisato: «Nel primo mandato abbiamo finanziato progetti in collaborazione con comitati di quartiere, associazioni, gruppo di cittadini, imprenditori, sempre in un grande coordinamento con i prefetti e i vertici delle forze dell’ordine che si sono susseguiti. Questo modello ha dato i suoi frutti e la città mi ha riconfermato la fiducia lo scorso anno, quindi credo utile proseguire su questa direttrice. Oggi parchi che erano semplicemente pericolosi e invivibili pullulano di attività sane, quartieri molto difficili sotto il profilo della delinquenza che teneva la gente chiusa in casa hanno visto lenire i loro problemi facendo riscoprire una loro identità, e dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione, passo dopo passo, senza promettere miracoli, perché non ci sono scorciatoie a problemi complessi. Ho a cuore le esigenze di ogni singolo cittadino di Padova e anche sul tema movida vorrò farmene carico, penso anche però che una città viva è certamente preferibile di una città spenta, morta e questo vale tanto più oggi che stiamo lavorando a una Padova dinamica in tutti i sensi che si ringiovanisce e attira soldi, turismo e nuove energie che decidono di venire a risiedere nella nostra città. Il muro contro muro di diversi punti di vista non è una valida soluzione». 

Padova città giovane meta di migliaia di studenti

Sul fronte studenti e giovani, il primo cittadino ha proseguito: «Padova è una città giovane e vivace da sempre e non si cambia la natura di una comunità per decreto se dicessi questo prenderei in giro le persone. Questa vivacità non deriva solo dagli attuali oltre 70 mila studenti che per fortuna e da 801 anni abitano i nostri quartieri e senza dei quali saremmo tutti più poveri sotto ogni aspetto, ma da un tratto distintivo che ci accompagna. Non è quindi sana ne veritiera una contrapposizione studenti, residenti, è una semplificazione che non rende merito alla complessità di un contesto complesso che tra residenti formali e non è ben superiore nei numeri reali dei nostri circa 210 mila concittadini formalmente residenti. Io rispondo a tutta questa comunità nella sua interezza, è all’interno di questa comunità complessa che devo mediare e cercare percorsi virtuosi che come sempre non possono vivere nella retorica che poi risulta sempre fallimentare delle soluzioni “bacchetta magica”. La “movida” è un tema da gestire non da generalizzare e criminalizzare, nei suoi indubbi aspetti di valore come nei suoi aspetti critici che non nego. Ho profondo rispetto per i residenti e i loro legittimi diritti, infatti non siamo stati fermi, abbiamo agito in più fronti da una presenza più assidua delle forze dell’ordine, a una azione tramite apposite ordinanze e provvedimenti allo scopo di offrire gli strumenti normativi per punire chi disturba oltre il consentito, dalla presenza costante di street tutor, alla collaborazione con gli esercenti affinché anche loro si dotassero di una loro vigilanza, al sostegno a varie attività delocalizzate per decongestionare alcune specifiche situazioni. Il lavoro non è finito e sono ben disponibile a rafforzare alcune politiche e perché no, sperimentane altre. La costituzione di questo gruppo di lavoro è una scelta che testimonia la volontà della giunta di operare per mediare tra tutte le esigenze in maniera concreta e non ideologica. I nostri dirigenti studieranno ogni pratica positiva già in essere in altre città e valuteranno anche proposte originali da mettere in campo a Padova».

Gestione rifiuti e pulizia

Il sindaco Giordani ha le idee chiare anche sul decoro urbano: «Aumentare ancora di più la pulizia e potenziare la gestione dei rifiuti, inasprire le sanzioni per chi trasgredisce siano essi avventori o gestori di attività, potenziare le attività di mediazione sul campo già in essere e renderle flessibili perché possano operare in maniera più agile, studiare nuove collaborazioni con gli esercenti, valorizzare e sostenere le attività che accettano protocolli specifici di contemperamento di tutti gli interessi che dobbiamo studiare, attuare nuove sinergie con l’Università sono solo alcuni dei fronti su cui possiamo immaginare un lavoro specifico. Proprio perché ogni azione mirata parte da uno studio accurato e anche tecnico delle azioni possibili ho quindi voluto questo luogo di confronto e proposta tra settori. Oltre ogni manicheismo sono e siamo in campo come sempre per affrontare i problemi e di sicuro non siamo insensibili a chi ci chiede un impegno in più. Certo dentro una strategia precisa che è quella che ho esposto poiché gli esempi di città che si sono inaridite, svuotate e hanno quindi perso attrattività e qualità della vita per scelte avventate non mancano e di certo non può essere questa la nostra prospettiva».

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