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Lunedì, 29 Aprile 2024
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«A Padova il 66% delle case è stato costruito oltre mezzo secolo fa»: l'allarme di Ance

Specifica Monica Grosselle, presidente di Ance Padova: «In provincia di Padova su circa 200 mila abitazioni, oltre 154 mila sono state costruite prima del 1990, e il 10% risalgono a prima della Seconda guerra mondiale»

Mentre le commissioni parlamentari stanno lavorando alla modifica del Codice della Protezione civile con la collaborazione di Ance, proprio la sezione padovana dei costruttori continua a promuovere e suggerire la consultazione, tra le aziende edili, del nuovo Vademecum della Provincia, realizzato con Comune di Padova, Arpav e Ulss6 che contiene una raccolta di indicazioni sui comportamenti più corretti da tenere per minimizzare i rischi in concomitanza di eventi estremi.

Eventi estremi

Nel Veneto l'osservatorio Cittàclima di Legambiente ha registrato 19 eventi estremi durante il 2022. Fino al 2019 questi eventi non superavano le 5 unità all’anno. Quest’anno sono già 21. Mentre nella provincia di Padova, finora, vanno segnalati almeno quattro eventi estremi: a Borgo Veneto, Badia Polesine, Castelbaldo e a Padova, il 16 settembre scorso.

Case vecchie

«Serve un piano di prevenzione nazionale - spiega Monica Grosselle, presidente di Ance Padova - ma serve anche una mobilitazione continua che deve partire dai territori soprattutto per superare la logica emergenziale. Viviamo in aree particolarmente soggette a calamità; dal 2019 a oggi gli eventi estremi nella nostra regione sono aumentati del 38%. Bisogna attivare strumenti nuovi e programmazione di medio e lungo termine per mettere in sicurezza non solo il territorio, ma anche il patrimonio immobiliare che viene, frequentemente, danneggiato o, addirittura, distrutto. Solo riguardo i terremoti, ad esempio, va ricordato che in Italia il 70% delle nostre abitazioni è stato costruito prima dell’emanazione delle norme antisismiche. In provincia di Padova su circa 200 mila abitazioni, oltre 154 mila sono state costruite prima del 1990. Il 10% risalgono a prima della Seconda guerra mondiale. Nella città di Padova su circa 40 mila abitazioni (38.614) 29.704 sono state costruite nel secolo scorso (oltre 2.000 edifici risalgono a prima del 1918) e di queste il 66% tra gli anni Quaranta e Settanta del Novecento. Pertanto appare evidente che non è più rinviabile un vero e proprio piano di prevenzione, lungimirante, che tenga conto delle particolarità dei territori e che metta in sicurezza soprattutto il patrimonio immobiliare più vetusto».

Ance Padova

«Ance nazionale - conclude Grosselle - ha già presentato una proposta che attraverso un sistema di incentivi permetterebbe di intervenire su circa 120.000 edifici ogni anno (nel Padovano circa 500 l’anno) e che in dieci anni metterebbe al sicuro edifici pubblici e privati che col passare degli anni non solo sprecheranno sempre più energia, ma rischieranno sempre di più il degrado e la riduzione della sicurezza. L’assessore regionale alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin, quando ha attivato i 2,5 milioni di euro per la sistemazione del ponte sul Muson dei Sassi, a Loreggia, in accordo con il Dipartimento nazionale della Protezione civile, ha proprio espressamente dichiarato che quella padovana è ‘un’area fragile che potrebbe risentire dei cambiamenti climatici repentini’ e che negli ultimi anni sono stati attivati, in tutto il Veneto, quasi 2.500 cantieri, per oltre un miliardo di euro, proprio per contrastare il dissesto e per l’impegno di previsione e prevenzione. Se anche il Governo nazionale predispone un Piano di interventi e di riqualificazione degli edifici, in una logica non più emergenziale, la filiera da Roma-Venezia-Padova potrebbe mettere in campo una soluzione tale da garantire il patrimonio e la sicurezza di tutti noi».

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