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Giordani e Tinè: «Questa è la città che cambia. Non è più un ex caserma ma un vero parco»

Il Soprintendente ha poi svelato un sogno: «Mi piacerebbe che a Padova si realizzasse un obiettivo che è fondamentale per tutte le grandi città d’arte, cioè un luogo dove si racconti la storia della città. Un museo che in maniera molto semplice e generalista illustri la storia della città»

All'alba del settimo anno di mandato, il sindaco Sergio Giordani ha presentato entusiasta un progetto per il futuro della ex caserma Prandina, che per troppo tempo era stato al centro del dibattito cittadino: «Sono molto soddisfatto del lavoro fatto, con la Soprintendenza qui a Padova con Vincenzo Tinè e a Roma col Ministero: è stato un lavoro difficile e molto complicato, ha richiesto molto tempo, però penso sia veramente molto bello. Non parliamo più di ex caserma, ma di Parco delle Mura San Benedetto, perché eliminando Via Orsini e ricucendo gli spazi della Prandina con le Mura otteniamo una grandissima area verde. Oggi come oggi la superficie permeabile è circa del 60%, del totale quando avremo realizzato il nuovo Parco questa percentuale salirà all’80%. Ci sarà una grande piazza su Corso Milano che valorizza questo importante asse di ingresso in città, il parcheggio sarà ancora più vicino al centro perché stiamo definendo i dettagli dell’attraversamento pedonale del ex Convento della Suore Visitandine, che permetterà di arrivare in Piazza Capitaniato attraverso il ponte in ferro sul Piovego.  Questo è un masterplan dell’area, la progettazione puntuale sarà realizzata attraverso un concorso di progettazione che ovviamente dovrà tenere conto di quanto stabilito con la Soprintendenza e ben evidenziato nel documento che abbiamo già presentato a moltissime realtà della città a partire dall’Università, fino alle categorie economiche e a varie associazioni. Nell’area dell’ex Caserma saranno mantenuti solo i tre edifici vincolati, tutto il resto sarà abbattuto: come dicevo prima, Via Orsini sarà eliminata, tolto l’asfalto e inglobata nel Parco insieme alle Mura, con l’eccezione della porzione iniziale di accesso al parcheggio previsto nella parte più a sud dell’area. Via Volturno diventerà a doppio senso di circolazione, mantenendo anche la corsia riservata ai bus.  Avere un Parco del genere, sarà una grande soddisfazione per tutti i cittadini, vuol dire dare maggiore dignità a questa parte di città. Una parte delle risorse necessarie è già disponibile, circa 5 milioni di euro, 3,5 milioni dei quali dalla Regione attraverso un Por Fesr».  

La città che cambia

Il vicesindaco Andrea Micalizzi spiega: «Questo è un altro pezzo di città che cambia, con il passo della concretezza: sono trent’anni che ci si interroga sul futuro della Prandina, un luogo che non è mai stato vissuto dai padovani, perché era una Caserma, e prima un Monastero. Oggi consegnamo ai cittadini un luogo che allarga il Centro e lo rende più bello, più vivibile e soprattutto più sostenibile. L’area è molto grande e richiede un investimento economico importante, ma abbiamo già messo nel bilancio 2024 approvato in Consiglio Comunale lunedì, 4 milioni di euro che servono a realizzare il primo stralcio. Cosa faremo: realizziamo la parte che corre lungo le Mura e quindi aumenteremo subito la vivibilità e la fruibilità delle mura stesse.  Il primo appuntamento sarà, già a gennaio il passaggio a doppio senso di marcia di Via Volturno, perché nel tempo Via Orsini sparirà e tolto l’asfalto diventerà un pezzo di parco. La progettazione definitiva di tutto il parco sarà fatta attraverso un bando di progettazione, un elemento che ci consentirà di proseguire il dibattito su questo luogo tra i professionisti.  Un elemento comunque già definito chiaramente dal masterplan è la Piazza che si apre su Corso Milano.  Questa è la grande novità del dibattito sulla ex Prandina. Fino adesso si  è discusso di parco, di parcheggio e di mura, ma mai l’attenzione di era concentrata sull’area di ingresso su Corso Milano. La grande piazza cambierà i confini e gli spazi del Centro Storico, allargandolo  fino a Porta Savonarola dando una funzione di centralità a Corso Milano che diventa un luogo da vivere e non più solo una zona di passaggio». 

Ad avere un ruolo tutt'altro che marginale, anzi decisivo, è stata la Soprintendenza: «E’ un progetto condiviso tra Comune e Soprintendenza che è l’Ente di tutela, recependo le osservazioni di tante Associazioni padovane, comitato Mura prima di tutte e altre che sono sempre state molto sensibili su questi temi e che hanno in qualche modo stimolato sia la parte politica che la parte amministrativa e tecnica a una risposta pronta esauriente che credo possa centrare le aspettative di quasi tutti - commenta il Soprintendente Tinè - .Mi piacerebbe che a Padova si realizzasse un obiettivo che è fondamentale per tutte le grandi città d’arte, cioè un luogo dove si racconti la storia della città, a prescindere dagli oggetti più o meno casuali che possono essere stato raccolti nei secoli dai Musei Civici, e forse alla Prandina, in uno dei tre edifici dove è prevista proprio questa funzione museale, sarebbe possibile realizzare questo “museo della città” che in maniera molto semplice e generalista illustri la storia della città e quindi aiuti anche i i turisti a costruire un percorso di visita attraverso i vari musei che a Padova sono tantissimi e importanti. Questa potrebbe essere una vetrina condivisa dei Musei Civici, come si fa a Genova, abbiamo provato a fare a Verona senza successo e chissà che adesso non si riesca a fare a Padova.  Un altro tema importantissimo è che si doveva fare un’operazione di totale recupero di spazi verdi che non erano tali oramai da secoli.  Quindi tutte le essenze di minimo pregio, non cespugli e arbusti cresciuti spontaneamente sull’asfalto della caserma, ma gli alberi saranno rigorosamente mantenuti. Andremo a fare un’operazione di rimozione dell’asfalto, del cemento e delle costruzioni non vincolate, questo recupero del verde sarà semplice, non c’è una previsione di nuovi edificati. Tanto più che ci servono gli alberi nel cosiddetto boschetto, che boschetto non è, che attualmente insiste nell’area che sarà adibita a parcheggio, che sarà “ultra light”,  con pavimentazione permeabile, con gli alberi che già ci sono e altri da aggiungere che vadano a nascondere e ombreggiare le macchine.  Tutto questo in una parte marginale dell’area mentre tutta la porzione centrale e verso Corso Milano dovrà essere un parco” 

Il Pd

«Si tratta di un lungo percorso ed ora si affaccia all orizzonte un progetto di grande rilievo e di alto profilo per la nostra città - commenta il capogruppo del Pd, Gianni Berno - Un grande parco verde accessibile ai cittadini con una valorizzazione del percorso lungo le mura. Recuperando gli spazi di via Orsini e con abbattimento di alcuni edifici passiamo dal 50% attuale a oltre 80% di superfici permeabili quindi un grande contributo nel segno della sostenibilità. Una nuova piazza come entry point di Corso Milano che verrà completamente valorizzato con il passaggio del tram. Ci sarà anche una ragionevole quota di parcheggi reversibili o adattabili nel tempo in base alla evoluzione del trasporto pubblico. Il numero previsto è di 250 posti  rispetto  ai 180 attuali e ancor più accessibile e vicino  al centro con il passaggio per le visitandine (riviera San Benedetto verso piazze). Davvero la città sta cambiando e tutti i progetti più importanti di riqualificazione urbana sono nel segno della fruibilita per i cittadini della sostenibilità dato che saranno tutti serviti dalle nuove linee del tram. Una città più moderna innovativa e sostenibile anche in forza dei cospicui fondi del PNRR ma contestualmente in linea col nostro programma per la città»

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