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"La maturità non è uno scherzo": la petizione di Studenti Medi in pressing sul Ministero

Le sezioni veneta e padovana del gruppo aderiscono all'iniziativa nazionale per chiedere risposte e informazioni concrete in vista dell'esame. E parte l'attacco all'assessore Donazzan

«Pretendere risposte pare stia funzionando. Ma le ultime prese di posizione dell'assessore Donazzan speriamo siano solo un pesce d'aprile». Così Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete degli studenti medi Veneto, commenta lo stato dell'arte dell'istruzione italiana ai tempi del Coronavirus, fra tanti dubbi e ancor più numerose incertezze.

Qualcosa si muove

Il gruppo nei giorni scorsi ha avviato a livello nazionale un'iniziativa che coinvolge i maturandi, chiedendo loro di realizzare e condividere online un cartello recante le parole "La maturità non è uno scherzo. Vogliamo risposte". Una foto-petizione che gli Studenti Medi hanno promosso attraverso i canali social per chiedere al ministero dell'Istruzione direttive certe sul prossimo futuro accademico di coloro che si apprestano a terminare le scuole superiori. «Le risposte pare potrebbero cominciare ad arrivare. La direzione è quella giusta, abbiamo chiesto a tutti tavoli di confronto. Situazioni straordinarie richiedono misure straordinarie» prosegue Biancuzzi commentando le ultime notizie circa il provvedimento che il Governo sta studiando in queste ore proprio in tema di maturità 2020.

L'attacco

La Rete tuttavia lancia una stoccata al vertice dell'istruzione veneta nella persona dell'assessore Elena Donazzan, che mercoledì si è espressa proponendo di prolungare l'anno scolastico fino a fine giugno o addirittura ad agosto. «É una posizione insensata e in polemica con le decisioni che il Governo sta vagliando - aggiungono gli Studenti Medi - Vista la data di tali dichiarazioni, speriamo si sia trattato di un pesce d'aprile. Siamo nel mezzo di un'emergenza senza precedenti, in cui docenti e studenti stanno lavorando fianco a fianco per fare fronte alle difficoltà. Molte sono le criticità della didattica a distanza a cui non eravamo assolutamente preparati: invece di chiudere gli occhi e fingere che non siano necessarie misure straordinarie, Donazzan pensi a risolvere questi problemi e finanzi il diritto allo studio, includendo nel processo anche le organizzazioni studentesche».

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