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Padova accogliente, ripartono i progetti per i rifugiati nelle famiglie: 18 in due anni

Quella dell’accoglienza in famiglia a Padova è una pratica, oggi, consolidata grazie ad un percorso iniziato con una prima fase di sperimentazione, sostenuta a livello europeo, con il progetto “Embracin”, per poi proseguire con le risposte di accoglienza legate all’emergenza ucraina.

“La città accogliente. L’esperienza di Padova delle famiglie accoglienti” è il tema dell’incontro pubblico che si terrà martedì 9 aprile alle ore 18 nella sala Livio Paladin di Palazzo Moroni. Un evento che vuole essere un momento di riflessione e un contributo sull’accoglienza, sia in ambito familiare che comunitario. La conferenza stampa di presentazione di oggi, 8 aprile, è stata anche l’occasione per annunciare l’albo delle famiglie accoglienti della città. L’incontro pubblico è l’ultima tappa del progetto “Liberi di Volare” realizzato dal Settore Servizi sociali del Comune di Padova, in collaborazione con la Cooperativa sociale Orizzonti e l’associazione Refugees Welcome Italia, grazie ai fondi dell’8x1000 Anci.

L'esperienza padovana

Quella dell’accoglienza in famiglia a Padova è una pratica, oggi, consolidata grazie ad un percorso iniziato con una prima fase di sperimentazione, sostenuta a livello europeo, con il progetto “Embracin”, per poi proseguire con le risposte di accoglienza legate all’emergenza ucraina. Un percorso che ha contribuito a rendere la città un crocevia di ricerche ed esperienze di innovazione sociale e che ha visto agire concretamente in sinergia società civile, Terzo Settore e istituzioni pubbliche. Padova è anche capofila, a livello nazionale, della rete per l’accoglienza in famiglia per le persone migranti dopo la sottoscrizione di un memorandum sostenuto, tra le altre, dalle città di Roma, Napoli, Milano, Torino.

Il convegno

“La città accogliente. L’esperienza di Padova delle famiglie accoglienti” sarà dunque l'occasione per restituire agli addetti ai lavori e alla cittadinanza tutta il valore dell'accoglienza in famiglia e per capire quanto il ruolo di cittadine e cittadini attivi possa essere considerato sempre più un modello di partecipazione alle politiche pubbliche e un valore aggiunto per la comunità.

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